sabato 12 marzo 2011

20 - Appoggiare i polpastrelli o aggrapparsi alle corde? Questo è il problema!


 


Argomento tra i più importanti per i principianti che suonano l'arpa con i polpastrelli è la quantità di polpastrello da usare e l'angolazione dello stesso rispetto alla corda.
E aggiungo il terzo elemento fondamentale che è dato dal tipo di
articolazione usata nella chiusura delle falangi.
Non ho voluto introdurre sin dall'inizio questo argomento, perché troppe puntualizzazioni teoriche sulla posizione e sul movimento spesso creano più confusione per chi comincia a suonare.
La mia esperienza nell'insegnamento mi ha portato a lasciare che ognuno possa sperimentare un po' di libertà nell'apprendere la posizione e il movimento di base adattandolo alla propria fisicità nei primi approcci sulle corde.


"Metti il dito così; tieni su il pollice; gira il polso; chiudi il dito; alza di più il braccio; piega il pollice…." Troppe indicazioni mettono solo ansia e l'allievo perde entusiasmo e spontaneità. Poco per volta, dopo qualche settimana, la maggior parte delle persone trova il giusto assetto sulle corde che è quello mediano tra la posizione ideale e la propria conformazione fisica.
Naturalmente con un insegnate a fianco ciò è più facile perché permette al principiante di sperimentare, sotto un attento e costante monitoraggio. L'insegnante interviene in caso noti difetti esagerati e posture assolutamente errate.
Chi studia da solo può controllarsi tenendo presente alcuni principi fondamentali che ora vi dico.
Prima ancora di stabilire quanta parte del polpastrello deve pizzicare la corda si parte dal presupposto che le mani e le dita vengono portate vicino alle corde dalle braccia che fungono da sostegno permettendo alle dita stesse di prendere posizione sulle corde senza tensione.
Mantenendo il corpo e le spalle rilassate, e la schiena dritta, le nostre dita concentreranno la forza necessaria per pizzicare la corda solo nel momento che serve.
Ogni dito ha sufficiente forza per mettere in vibrazione la corda e questa forza si esprime attuando una leggera pressione sulla corda stessa un attimo primo di metterla in vibrazione. Un attimo dopo il dito ritornerà in posizione di rilassamento. Le nostre dita devono diventare come delle piccole molle che si tendono per far vibrare la corda e tornano in posizione di riposo pronte per la successiva azione.
Ora veniamo al punto: quanto polpastrello ci serve per pizzicare la corda. Ne troppo ne troppo poco. Bella risposta direte voi!
Anche per questo è necessario che ognuno trovi il giusto affondo. Il dito che di solito presenta più difficoltà è il terzo, perché essendo più lungo del quarto crea delle situazioni un po' scomode. Allora si prova cambiando leggermente l'angolo delle dita rispetto alla corda fino a che ci si sente a proprio agio.
L'articolazione delle falangi può richiedere, a seconda dei passaggi tecnici più o meno complicati e della velocità con la quale si suonano, dei movimenti di chiusura più o meno profondi verso il palmo. Anche per questo è l'esperienza che ci aiuterà.
Esiste un bellissimo metodo, il "Metodo Reniè" scritto da Henriette Renié, un'arpista di fine ottocento che fu la capostipite della scuola moderna francese, dove analizza ogni singolo movimento e ogni singola posizione per qualsiasi modulo tecnico. E' un pozzo di scienza e vale la pena che le arpiste professioniste che non lo conoscono lo leggano. Detto questo però, trovo la sua lettura assai improponibile agli allievi ai primi corsi che si farebbero un'idea del suonare l'arpa assia complicata.
Molti dei movimenti e delle posizioni che lei descrive sono naturali e automatici quando si è acquisita una discreta impostazione di base. Con il progredire degli studi e suonando tutti i giorni, le nostre mani imparano da sole a trovare il giusto modo di suonare.
E, cosa assai importante, oltre a curarsi della tecnica, della posizione e del movimento delle dita, un musicista, (arpista compreso) si deve occupare dell'andamento musicale di ciò che suona, che è poi l'obbiettivo finale, e paradossalmente, così facendo, riuscirà a risolvere più facilmente anche i problemi tecnici.
Provare per credere!!!


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