Il 30 aprile 1990, Nicanor Zabaleta, arpista spagnolo fra i più grandi del novecento venne a Milano per suonare nella stagione dei Concerti Aperitivo al teatro Manzoni.
Quando il maestro era a Milano non perdevo mai un suo concerto.
Il Maestro Zabaleta oltre che essere un arpista meraviglioso era prima di tutto un musicista. Incise quasi tutte le opere importanti del repertorio arpistico per arpa sola e arpa e orchestra.
Ascoltandolo attraverso le sue incisioni ne apprezzavo la purezza, la qualità del suono e la chiarezza e semplicità del fraseggio. Nell'ascolto dal vivo ritrovavo le stesse sensazioni di qualità. Il Maestro riusciva da solo con la sua arpa a catturare l'attenzione e a creare un clima particolare anche suonando in una sala da concerto della capienza di duemila posti come la Sala Verdi del Conservatorio di Milano.
Entrava con semplicità nella grande sala e quasi in punta di piedi si avvicinava allo strumento e con un eleganza e pochi gesti metteva in vibrazione le corde facendole cantare.
Ebbi l'occasione di conoscerlo meglio come insegnante e come persona durante il corso di perfezionamento a Santiago di Compostela nel 1989.
Dopo il concerto al Teatro Manzoni, lo incontrai per una breve intervista che la ditta di arpe Salvi pubblicà sul suo giornale "Il mondo dell'arpa".
Rileggendo oggi l'intervista l'ho trovata molto attuale e ho deciso di pubblicarla per i lettori di Gremus.
Egli mi accoglie con un gran sorriso e subito si entra in confidenza. Gli chiedo quali sono i suoi prossimi impegni e immediatamente gli occhi gli si illuminano di un lampo di entusiasmo e con molta soddisfazione anticipa le pubblicazioni di trascrizioni e revisioni di brani del repertorio spagnolo. Usciranno in edizione "Union Musical Espanola" una nuova versione del Concerto-serenata di Rodrigo esemplificato e reso più arpistico, alcune opere di Albeniz e i Valzer Poeticos di Granados. Sono brani che il maestro ha spesso magistralmente interpretato nei suoi concerti.
Maestro Zabaleta quali consigli dà ai giovani che vogliono cominciare lo studio dell'arpa?
L'arpa è uno strumento molto difficile, perciò è fondamentale una buona impostazione che si deve ottenere con una posizione il più possibile naturale, mai rigida e una buona articolazione delle dita. Studiare un'ora di tecnica al giorno è molto importante.
Io trovo molto buoni gli studi "La Riviére" da fare con diversi ritmi e con intensità diversa delle due mani per acquistare sempre maggior autonomia di tecnica e di suono. L'altra cosa fondamentale è la qualità del suono molto difficile da ottenere. Mai strappato, pieno e con massima uguaglianza nei vari registri cercando di togliere il più possibile le vibrazioni dei bassi che tolgono limpidezza e pulizia all'esecuzione. Quando studiai con il maestro Tournier acquistai i fondamenti della scuola francese che è senz'altro ancor oggi la caposcuola, tramandata dalla grande Renié e prima da Hasselman. Tournier era un grande musicista con una grande personalità . Aveva una bellissima figura, sempre distinto, vestito con cura, ed è stato senz'altro un grandissimo arpista."
Cosa ne pensa della scuola italiana?
Ho molta stima per alcune brave arpiste della vecchia scuola come la Signora Cicognari e della Signora Schirinzi; in generale il livello medio delle arpiste italiane è senz'altro buono. Come arpista stimo molto Giulian Albisetti.
Oggi è molto cresciuto il livello medio degli arpisti non solo in Italia ma anche in altri paesi come l'Inghilterra, la Germania e la Spagna. Ottima scuola quella della Sinora Robles che ha fatto anche una splendida carriera. In generale penso che sia molto importante avere un buon insegnamento che dia una buona impostazione e poi è utile suonare molto in pubblico per fare molto esperienza.
I corsi di perfezionamento possono essere utili per un arricchimento di esperienza, ma quando il corso è breve non intendo cambiare mai l'impostazione perché servirebbe solo a creare confusione. Purtroppo per mancanza di tempo non ho mai dedicato tanto tempo all'insegnamento a parte i corsi di Siena nel 1962 e in Spagna a Santiago de Compostela nel 1989. Preferisco dedicarmi ai concerti.
Quali sono le migliori arpe che si possono trovare oggi sul mercato?
Oggi sono tutte molto buone . La cosa più importante per avere un buon strumento è trovare una arpa con una buona qualità di suono, che sia limpido e con uguaglianza dei vari registri. Sono convinto che si dovrebbe usare il pedale degli smorzati per ottenere pulizia e precisione di sonorità . Anche la Salvi ha un ottimo sistema per l'ottavo pedale e spero che in futuro lo adotti su larga scala.
Spostando il discorso sulla musica in generale, cosa ne pensa della musica contemporanea?
Dopo le varie sperimentazioni senz'altro positive che hanno permesso una maggior conoscenza degli strumenti e della scrittura orchestrale, il futuro della musica andrà verso un ritorno alla tonalità . Ascolto volentieri opere di autori contemporanei, ma penso che il grande pubblico non ami molto i brani all'avanguardia.
Ho finito la nostra piacevole chiacchierata parlando d'altro e scopro che il maestro Zabaleta è anche un buon gustato che ama molto la cucina semplice ma sostanziosa.
Quando mi trovo nel piatto tutte quelle salsine colorate messe in bella vista, quasi come un quadro, apprezzo l'arte, ma gusto di più un buon piatto di pasta casalinga magari meno raffinato ma più gustoso.
Prima di salutare il Maestro ha voluto fare un augurio un po' particolare:
"Vorrei che in futuro molti più uomini intraprendessero lo studio dell'arpa così che ci sia anche per questo strumento come per gli altri maggior scambio, e perché no, maggior concorrenza tra i due sessi.
Saluto il maestro Zabaleta con un arrivederci al giorno dopo in Sala Verdi dove terrà un recital e ancora una volta ci fa rivivere momenti magici.
Inviato da Harpo il Ven, 12/15/2006
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