Il detto lo conosciamo: "datemi una leva e solleverò il mondo" diceva Archimede.
Ma anche gli arpisti l'hanno pensato quando ebbero difficoltà a rincorrere la musica che si faceva tonale e sempre più cromatica.
La leva di cui parlo è la leva che nelle arpe irlandesi permette di variare l'intonazione di ogni corda.
Le corde dell'arpa sono intonate a scale diatoniche (per chi non è musicista immaginate di avere un pianoforte con i soli tasti bianchi) e per ottenere tutti i suoni mancanti (i tasti neri) i costruttori di arpe inventarono tre sistemi: duplicare o triplicare la cordiera, applicare dei meccanismi al modiglione o innalzare le note con il meccanismo dei pedali.
La prima via è tipica delle arpe rinascimentali che avevano due o tre file di corde parallele con tutte le note a disposizione. Potevano suonare tutto il repertorio per organo e liuto. Anzi, gli autori spesso scrivevano le loro musiche indifferentemente per tutti e tre gli strumenti. Il problema è che le arpe doppie e triple richiedono una perizia tecnica particolare.
Alla fine del 1600 un costruttore tirolese pensò di far cambiare l'intonazione alle corde per mezzo di alcuni uncinetti fissati al modiglione. Da quel momento in poi migliorie e aggiunte di meccanismi portarono alla moderna arpa a pedali.
Ma che centrano le leve, mi direte?
Le leve c'entrano. Le piccole arpe irlandesi che di pedali non ne vollero sentir parlare (visto l'impossibilità di inserire il meccanismo in così poco spazio) si dotarono di leve che erano le dirette discendenti dei più antichi uncinetti tirolesi.
E se queste leve non permettono di sollevare il mondo, ne tanto meno suonare passaggi armonici arditi, danno la possibilità di suonare il repertorio folk e popolare senza troppa fatica.
Quindi rimane il detto: datemi un leva... e la fatica diminuirà !
Inviato da Harpo il Ven, 11/10/2006
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