venerdì 8 aprile 2011

Guida agli Studi per arpa: Bochsa, Studio n.16 Op. 318 (video)


E' uno studio dedicato agli arpeggi suonati a mani alternate, a mani unite, con posizioni diverse tra le due mani e per moto contrario.
Gli arpeggi sono scritti in ritmo di sestine di sedicesimi inseriti nel tempo di 6/8 quindi gli accenti vengono scanditi ogni due sedicesimi. Bisogna fare attenzione a non dare l'accento ogni tre sedicesimi cioè con il ritmo di doppia terzina, che normalmente risulta più semplice, perché gli accenti cadono sul 1° e 4° dito o viceversa.
Il tempo metronomico ideale da raggiungere è di 72/76 al quarto puntato.

 

La dinamica predominante è forte. Lo studio inizia con una doppia ff che sta per fortissimo, ma è necessario porre attenzione a calibrare il fortissimo in modo da non oltrepassare il limite oltre il quale, tirando esageratamente le corde, queste producano più rumori che suoni. Il fortissimo di un'arpa non potrà mai essere il fortissimo di un trombone o di un'intera orchestra.


E' più efficace ricercare un suono pieno e l'uguaglianza tra le due mani quando suonano insieme. Da studiare con cura i piano improvvisi e i crescendo.
Lo studio risulterà utile quando si dovranno affrontare i celebri passi dell'opera "Thannhäuser" di R. Wagner.
Sia nello studio n° XVI di Bochsa che nei passi del Thannhäuser il difficile è suonare veloce e forte nello stesso tempo, soprattutto negli arpeggi con intervalli molto larghi. Si può raggiungere una sonorità potente solo con molto esercizio.
L'oscillazione del polso aiuta le dita a riposizionarsi nelle salite e discese con maggior fluidità. Mi abituo a tenere le dita meno stese nelle posizioni più larghe come nella battuta n.17, dove la mano sinistra raggiunge la distanza di una decima e tra il 2°e 3° dito è presente la distanza di quarta, che è la più difficile.
Nelle battute n. 7,8,9,10, dove le due mani si alternano, il disegno della sinistra richiede attenzione quando alla fine dell'arpeggio bisogna suonare l'ottava: appoggiate il pollice solo all'ultimo momento.
L'azione dei pedali è semplice tranne che alla battuta n. 27 dove è richiesto un doppio cambio con i due piedi e con un movimento inverso tra i due. Il piede destro abbassa il MI da bemolle in bequadro e nello stesso momento, il sinistro solleva il RE da bequadro in bemolle.
Non scoraggiatevi, basta farci "l'occhio"Ah! volevo dire "il piede" e poi diventa tutto automatico come andare in bicicletta!!!

Inviato da Harpo il Gio, 06/21/2007 

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