Suonare è quasi come fare ginnastica, ma come i muscoli del
corpo anche quelli delle dita che volteggiano sulle corde vanno allenate bene e
poco per volta!
L’atto del suonare uno strumento musicale mette in azione moltissime
abilità e per capire come fare ad “allenarsi” è necessario comprendere ciascuna
abilità come deve essere allenata.
La caricatura di Antonio qua sopra, mio collega musicista,
lo fa vedere bene! PALESTRA! (Bravissimo il caricaturista Davide Bona!!!!)
Alle volte le parole studio ed esercizio fanno paura, ma se
noi le sostituiamo con allenamento e palestra magari ci risultano più
simpatiche.
Capire come allenarsi è importante per faticare il giusto e
avere dei risultati, sia per gli amatori che per i futuri professionisti.
Tanto per farvi un po’ di risate, alla mia “tenera età” mi
sono iscritta in palestra da un mese e il mio trainer che mi ha vista con
l’occhio clinico ed ha ascoltato le mie esigenze e le mie aspettative da questa
attività mi ha fatto una scheda per iniziare.
Visto che non ho mai fatto ginnastica in vita mia ha
ritenuto opportuno andarci piano con i pesi e la tempistica e ha lasciato a me
la decisione di quanto frequentare. Facendolo come hobby (o semplicemente
perché ne ho bisogno per non “incriccarmi” del tutto) cerco di andarci il più possibile
compatibilmente con gli impegni di lavoro e di vita che ho.
Se sto più di tre giorni senza andarci lo sento sulla mia
pelle e i miei muscoletti ricominciano quasi da capo ogni volta.
Succede la stessa cosa con l’attività del suonare.
La scheda iniziale equivale alla conoscenza tra insegnante e
allievo (e viceversa) e stabilire esigenze e aspettative è fondamentale. Se si
parla di ragazzi sarà un conto se si parla di adulti un altro.
Facciamo finta che l’adulto, come me in palestra, voglia iniziare
da zero a suonare uno strumento. Di sicuro i muscoletti delle dita non li ha
mai usati per pizzicare le corde e deve apprendere la postura migliore allo
strumento per non farsi venire un mal di schiena, di collo e di spalle dopo
pochi minuti che suona. L’occhio del trainer è quindi fondamentale. Sarebbe
bellissimo avere delle belle “palestre musicali” con trainer a disposizione
sempre, così che uno che si mette ad allenarsi all'arpa quando può e quando
vuole se fa delle sciocchezze è subito ripreso e aggiustato. Invece la lezione
dura un’ora*1 e poi per tutto il tempo che uno dedica ad
allenarsi a casa nessuno lo controlla e siccome non ha esperienza non si
accorge nemmeno se le dita vanno giuste o sbagliate.
Vediamo quali sono gli step principali dell’apprendimento.
Primo step: la postura del corpo allo strumento
Secondo step: imparare con esercizi di base a muovere le dita
sulle corde
Terzo Step: allenare l’orecchio e il senso del ritmo
Quarto step: divertimento! Ovvero suonare musica vera
Per i primi due step per raggiungere un livello di base ci vogliono
un po’ di mesi di lavoro con un maestro che vi guardi una volta alla settimana
per evitare che prendiate brutte pieghe. Ah, dimenticavo: c’è da aggiungere il
vostro lavoro a casa che è la parte
più importante.
Per mettere nelle dita facili automatismi**2 è necessario suonare almeno un poco tutti i giorni. Se
dilatate i tempi delle lezioni e suonate una volta ogni 3 o 4 o 5 o 6 o7 o 8 giorni dilatate anche i tempi di un
soddisfacente risultato.
Attenzione che le dita, oltre che ad imparare a
mettere in vibrazione le corde una per una, devono imparare a coordinarsi tra
loro e le due mani lavorano in modo diverso: melodia, accompagnamento, moti
contrari, accordi etc. etc… In pratica fanno delle vere e proprie coreografie inizialmente
nella tecnica dove i moduli sono molto simili e ripetitivi, e poi, nella musica
vera dove si devono muovere in maniera simmetrica, o asimmetrica, saltare da un
punto all’altro dell’arpa, andare veloci, andare lenti. Sono come le gambe di
una ballerina quindi non si può pretendere di fare tutto e bene in pochissimo tempo
e magari pensando che basti la lezione.
Il terzo step si allena con esercizi ritmici che si possono
fare prima di suonare seguendo musiche e brani con il battito delle mani e dei
piedi. Una sorta di allenamento ritmico che può indicarvi il vostro stesso
insegnante. La lettura ritmica è ottima
un po’ meno il solfeggio vecchia maniera.
Il quarto step è altrettanto importante: il vostro maestro
si deve impegnare a farvi divertire almeno un po’ con la musica anche se voi state sull'arpa come un bambino che si regge appena in pedi.
E qui è davvero importante la passione e la maestria del
maestro! (bello il gioco di parole). Riuscire
a trovare piccoli brani “pseudo” musicali per non farvi annoiare all'inizio non
è facile. Se sono troppo basici non piacciono, se sono troppo di difficili
“incasinano”! Magari voi stessi vorreste suonare un motivetto che vi piace
tanto e quello che sembra così semplice cantato o suonato dal vostro complesso preferito, sull'arpa è veramente impegnativo.
Naturalmente non tutti abbiamo le stesse capacità e non
tutti apprendiamo allo stesso modo. I tempi
di apprendimento non sono per tutti uguali. Alcune hanno la musica dentro e
riescono in un attimo a capire come fare. Hanno una buonissima coordinazione e
una intuizione fisica sulle corde già predisposta. Altre invece costruiscono
tutto questo passo dopo passo e magari ci mettono più tempo.
E qui, a differenza della palestra, dove io, schiappa, vedo
intorno a me giovani e aitanti atleti e cerco di copiare i movimenti come
meglio posso e i trainer mi aiutano, chi suona da solo e non vede nessuno e fa
poche lezioni, rischia di impantanarsi ancora prima di avere un minimo di
soddisfazione.
D’altra parte, gruppi di orchestre d’arpe che si incontrano
a fare musica e accolgono principianti senza avergli dato un minio di base rischiano
sul lato opposto: nei primi tempi creano grandi aspettative e un poco di divertimento
ma a poco a poco arriva per questi l’ansia da prestazione (mettendosi a
confronto con gente più pratica che ti dà dei punti) che, senza avere le minime
basi tecniche e musicali, induce i malcapitati ad arrangiarsi mettendo le mani
male inventandosi stratagemmi che a lungo andare renderanno il suonare più
difficile creando stress inutili. La
perdita di entusiasmo è quasi assicurata.
Il meglio sarebbe iniziare con un buon insegnante per
qualche mese e poi trovare un gruppo capitanato da un vero esperto che ti
inserisca nel contesto tenendo presente le capacità che hai raggiunto e dandoti
una parte adeguata alle tue possibilità.
Allora sì che ti diverti!
Tornando allo studio che fa parte della musica è necessario,
oltre all'allenamento tecnico sulle corde, ascoltare molte volte il brano
suonato da un esperto e magari farsi fare una registrazione ad una velocità più
lenta. Seguire sullo spartito lo stesso brano per imparare a decodificare la
scrittura musicale che non è così difficile se ben guidato sin dall'inizio.
Seguire ritmicamente con il battito delle mani o dei piedi la scansione del
tempo e entrare nei particolari ritmici dei disegni musicali di cui è composto.
Suddividere il brano in piccolissime sezioni e cominciare a
suonare le varie sezioni più volte fino ad avere una sensazione di maggior
sicurezza. Importantissimo è seguire le diteggiature che vi ha consigliato il
vostro maestro, perché molti errori derivano dal mettere le dita a caso.
Collegare le varie sezioni in segmenti più lunghi
e piano piano arrivare a suonare tutto il brano da capo a fondo. Tutto questo
lavoro va fatto LENTAMENTE e poco per volta aumentare la velocità seguendo un
poco il metronomo. Appena siete più sicuri sarà molto utile suonarlo insieme ad
altri o col vostro maestro e, poco per volta, le vostre abilità cresceranno.
Quando
suonerete il brano per la prima volta con gli altri non sarà facilissimo, perché
dovrete abituarvi ad ascoltare ciò che fate e in contemporanea ciò che fanno gli
altri ad un tempo che magari non è lo stesso a cui voi siete abituai. Più lento
o più veloce. Cercare in questo caso di adeguarvi vi fa crescere sia
musicalmente che tecnicamente.
Finito il momento di lavoro insieme agli altri avrete più
chiaro dove sono i vostri punti deboli su cui lavorare e da affinare per il
prossimo momento di musica in gruppo.
Altro salto di qualità lo farete quando proverete a suonare di
fronte a qualcuno. L’emozione può giocare brutti scherzi e non sempre sarete felici
dei vostri primi risultati. Ma anche le emozioni vanno capite, accettate e
bisogna imparare a controllarle. Altro lavoro da fare in palestra!
1*Mezz'ora di lezione! pensate che in certe scuole, per una questione di business e di
costi si fanno anche lezioni di mezz'ora…
In mezz'ora non si riesce nemmeno a scaldarsi figuriamoci
come può un maestro insegnare e un allievo imparare. Se poi, mentre sei lì che
fai lezione di arpa e non hai ancora conosciuto l’allievo, nell'aula a fianco
senti la lezione di violino, e nell'altra quella di batteria t’immagini come si
possa imparare? Non riesci nemmeno a sentire cosa sta suonando! E succede
sapete, succede spesso! In questi casi, se non imparate nulla non prendetevela
con voi stessi ma aprite gli occhi. Le condizioni non sono quelle giuste.
2**Gli automatismi delle dita sono gli
stessi che utilizzate nelle altre parti del corpo ci permettono di camminare, prendere
oggetti, correre a prendere il treno senza che voi dobbiate pensare
consapevolmente ad ogni singolo movimento dei muscoli. Sullo strumento musicale
sarà uguale. Se non imparate e fare vostri questi automatismi ogni volta che
suonate dovrete tenere sotto il controllo della vostra mente talmente troppe
cose che il suonare sarà uno stress più che un piacere.
Il movimento delle dita deve associarsi all'ampiezza degli intervalli, alla capacità di saltare come su delle liane tra i vari registri dove le corde diventano da sottilissime a medie e grosse. Imparare ad atterrare e a far forza su diversi tipi di tensione (ogni corda ha una tensione diversa e le corde sono tante) a tempo con ritmi diversi tra le due mani e cercare pure di fare sfumature cercando di ottenere dei piani e dei forti è tutta roba che si impara col tempo: un tempo passato a suonare. Meno suonate e meno diventerà facile suonare.
Il movimento delle dita deve associarsi all'ampiezza degli intervalli, alla capacità di saltare come su delle liane tra i vari registri dove le corde diventano da sottilissime a medie e grosse. Imparare ad atterrare e a far forza su diversi tipi di tensione (ogni corda ha una tensione diversa e le corde sono tante) a tempo con ritmi diversi tra le due mani e cercare pure di fare sfumature cercando di ottenere dei piani e dei forti è tutta roba che si impara col tempo: un tempo passato a suonare. Meno suonate e meno diventerà facile suonare.
Se poi volete leggere la musica mentre suonate aggiungiamo
un’altra abilità a quelle già descritte. Senza automatismi che vi permettano di
suonare senza guardarvi continuamente le mani, gli occhi sullo spartito non li
metterete mai.
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