Finalmente mi sono decisa a studiare
Clair de Lune di Debussy.
È uno dei brani per pianoforte di Claude Debussy più
ascoltati e piace un sacco anche a mio figlio. Poi, in effetti, suonato
all'arpa è altrettanto bello che sul pianoforte.
In casa avevo la trascrizione per arpa di Victor Coeur (1882 – 1956) e così ho
iniziato a studiare quella.
A mano a mano che studiavo ho cominciato a farmi delle
domande. Quando si studia una trascrizione sarebbe meglio confrontarla con l’originale.
In questo momento il mio studio è già troppo avanti per
poter tornare sui miei passi e scegliere di suonare l’originale, un’altra
trascrizione o farne una io, però le domande me le sono fatte lo stesso e
cercare le risposte mi ha portato ad una serie di scoperte interessanti.
In questo periodo, tra l'altro, ho avuto anche l’occasione di ascoltare
una trasmissione radiofonica su RAI TRE (che potete ascoltarvi in podcast)
condotta da Alfonso Alberti dedicata ad un brano di Debussy, La cathédrale
engloutie, e ho scoperto delle cose interessanti.
Vediamo di dare un po’ d’ordine a questo racconto.
Mentre stavo studiando e sentivo un po’ di frizzii di pedale
in alcuni passaggi ho voluto ascoltare le versioni di alcune arpiste famose più
giovani e meno giovani che si trovano su You tube: Amy Turk e Stasa Mirkovic Grujic.
Amy Turk smorza con
la sinistra pulendo il passaggio dei pedali mentre Stasa Mirkovic Grujic non lo
fa ma i pedali non si sentono.
"Poco male, mi sono
detta, devo studiare con più attenzione e la cosa si risolverà."
Ma intanto, ascoltando diverse proposte su you tube, ho notato
una grande differenza nella scelta del tempo.
Per esempio Amy Turk fa durare
il brano 6,06 minuti e Stasa 4,38!!!!!
Allora mi son
detta: “vai ad ascoltare qualche pianista esperto di Debussy” e trovo una
splendida interpretazione dal vivo di Bruno Canino. Lui la esegue in 4,30 minuti!!!!
Allora mi è venuto
in mente che nella trasmissione RAI, Alberti parla di un particolare passaggio
nello spartito della Cathédrale
engloutie che nella registrazione a rullo di Debussy è suonato
diversamente da come è scritto dal punto di vista del cambio di tempo.
Mi si accende una
lampadina: “Registrazioni di Debussy? Caspita andiamo a cercarle e vediamo se
c’è anche il chiaro di luna!!”
Si. c’è! Ma ecco
che scopro un’altra cosa interessante. Il Maestro registrò una serie di
performance con un macchinario chiamato Welte-Mignon su rotoli a Parigi prima
del 1° Novembre 1913.
Di I, KarlKunde, CC BY-SA 3.0,
httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=2263572
Il Maestro era
molto entusiasta per la qualità della riproduzione e lo confessa in una lettera
a Edwin Welte: “È impossibile
raggiungere una maggior perfezione della riproduzione di quella dell'apparato
Welte. Sono felice di scrivere in queste righe del mio stupore e ammirazione
per quello che ho sentito. Distinti saluti, Claude Debussy.”
La registrazione di
Debussy è di 3,50 minuti.
Le registrazioni dei
primi grammofoni e quelli dei vinili 78 giri hanno un risultato riguardo al
tempo un po’ dubbio: molti di questi sembra che vadano un po’ più in fretta
dell’originale. Succede la stessa cosa per questi pianoforti a rullo?
Sono andata un po’
alla ricerca di notizie sui pianoforti a rullo. La registrazione su schede pare
sia molto accurata e riproduca ogni minima variazione del tempo. Qualcuno dice che
siano fedeli anche le dinamiche, ma su questo punto non sono tutti concordi.
Rimaniamo allora solo sul tempo. L’interprete suona su un pianoforte particolare
che, non so come, incide il rullo perforato di carta.
Nella riproduzione
di ogni rullo si indica il tempo di metronomo che deve essere rispettato e sono
molto fedeli anche gli eventuali rubati che sono stati incisi con la massima
precisione dalle mani degli esecutori. Erano tanto fedeli rispetto al parametro
tempo che molta musica per danza che veniva incisa per le scuole di ballo
andava “sistemata” dopo la registrazione affinché fosse ancora più precisa di un’esecuzione
umana!
Data per scontata
quindi la fedeltà di registrazione dell’autore stesso, noto che molti pianisti e
arpisti tendono a suonare questo brano più lento, sgranando le frasi che
diventano forse molto sognanti ma assolutamente slegate tra loro. Questa è una
mia opinione, ma forse non lontana a ciò che l’autore voleva. Tra l’altro suonandola
molto lenta, sull'arpa si rischia di perdere il senso delle frasi che Debussy
traccia coi legati e si notano meno le note del basso che sono evidenziate in
alcuni passaggi da valore di metà o tratteggiate (soprattutto da battuta 51
alla ripresa del tema a 59).
Una nota centrale che scende nel basso per gradi
congiunti e si deve sentire insieme alla melodia degli acuti. Più lento esegui
il passaggio e meno riesci a far notare questa linea.
D’altro canto, la
dicitura del tempo iniziale non è Lento o
Adagio, ma Andante très expressif!
Altro particolare
interessante che ha a che fare col tempo arriva nella sezione dove Debussy
indica Calmato. Arriva dopo la sezione
di crescendo e animando che culmina con l’unico Forte del brano a battuta 41.
Mentre lo studiavo
non riuscivo proprio a cambiare tempo. Solo il piano improvviso, ma non un
cambio di tempo. Ho sentito che Debussy fa proprio così: non cambia tempo.
Ecco che mi è tornato
in mente che l’Alberti nella sua dissertazione su Rai tre dice di un punto ne La cathédrale engloutie una cosa
analoga: anche lì Debussy scrive una cosa e ne esegue un’altra. Se l’ha fatto
una volta perché non anche qui nel Clair de Lune?
Altra dimensione da
considerare è la tonalità. La tonalità dell’originale per pianoforte è in Re
bemolle maggiore con la parte centrale che modula in mi maggiore.
La trascrizione di Victor Coeur e di molte altre di altri arpisti
è in Re maggiore.
Anche per questo
aspetto, per fare un bel lavoro, avrei dovuto confrontare diverse trascrizioni,
ma per ora ho solo questa di Coeur e
siccome ho già iniziato a studiarla temo che rimarrà quella nelle mie dita.
(vedi importanza dell’imprinting nella
fase iniziale dello studio: tema per un altro post!)
Ma voi che ancora
non l’avete studiato valutatene altre.;-)
In commercio ci
sono quelle di Carlos Salzedo, Marcel Grandjany, Yolanda Kondonassis, Cristian
Passerini, etc ma non so che tonalità abbiano scelto…
Non sono sicura che
ci sia una trascrizione di Henriette Renié, perché, in tal caso sarebbe molto interessante,
visto che fu lei a fare il lavoro di trascrizione delle Danze Sacre e Profane dall'arpa cromatica a quella a pedali. Per certo so che la Renié ha trascritto tra i brani
per piano di Debussy i primi due Arabesque, En Bateau, e il Notturno in re
bemolle.
Torniamo al tema:
la tonalità originale di Clair de Lune. In Re bemolle. In una lettera di
Debussy al Dr. Pasteur Valery dice che per lui le tonalità coi bemolli sono Blu!
Se per il maestro hanno
un fascino particolare le tonalità coi bemolli e scrive questo brano coi
bemolli sarebbe bello farlo così anche sull'arpa. In effetti le vibrazioni sono
notevolmente più sognanti e ricche di armonici coi bemolli. La parte iniziale da
suonare in re bemolle anziché in re maggiore come nella trascrizione di Coeur è
fattibilissima. È un po’ più impegnativa la parte centrale dove modula in mi
maggiore, mentre nella trascrizione di Coeur diventa in fa maggiore.
Non ho avuto il
tempo di sperimentare io stessa la fattibilità, ma ho letto su HARP Column che
un’arpista la suona esattamente come nell'originale:
I play the original! My mum had the piano music so I just learned it
from that. I have never looked at the harp versions but I’m guessing the
pedalling is easier. Even though I don’t have perfect pitch it’s one of the
very few pieces that just sounds “wrong” to me when not in the original key.
Nelle varie
trascrizioni ci sono poi da confrontare la scelta delle diverse diteggiature dalle
quali si può vedere le migliori musicalmente e le più adatte alle vostre mani. Per inciso, io ho adottato quasi tutta la diteggiatura di Victor Coeur, ma non totalmente.
Per finire gli
armonici. Debussy li usa in tutte le sue composizioni dove usa l’arpa e quindi
molti arpisti iniziano la melodia Clair
de lune con i doppi armonici e nelle ultime due terzine finali. A me non
piacciono.
Preferisco suonare
le note reali perché mi sembra rendano le frasi più omogenee.
Ho sentito che
anche Isabelle Moretti e Xavier de Maistre non fanno gli armonici. Molti altri
fanno gli armonici.
Scegliete voi.
Posso dire che
questo brano trascritto per arpa perde poco della sua originale bellezza e sono
convinta che anche a Debussy non avrebbe dato fastidio sentirlo suonato all'arpa.
Molti si chiedono
come mai Debussy abbia usato l’arpa nelle su composizioni orchestrali ma ha scritto
solo tre brani da camera per arpa (Danze comprese) e niente per arpa sola. Ho letto
la tesina di Eleonora Pellegrini (che trovate sul sito dell’associazione italiana
dell’arpa) dove si leggono alcuni spunti interessanti, ma molti sarebbero
ancora da approfondire.
Una mia personale
convinzione è quella che molti pianisti compositori nel corso dell’ottocento e soprattutto
del novecento hanno scritto poco per arpa a pedali perché, forti sperimentatori
sul loro strumento, non potevano certo ottenere facilmente gli stessi risultati
su uno strumento che all'apparenza sembra così vicino al loro ed è invece assai
diverso e non solo per i pedali ma anche per il risultato sonoro e timbrico assolutamente
diverso.
Per non parlare poi
del fattore economico: quanti arpisti compravano musica in confronto ai tanti pianisti?
Molto spesso ci si
dimentica che anche nel passato come nel presente non è solo l’arte e l’ispirazione
che muove gli artisti nel loro lavoro ma anche la cosiddetta “michetta di pane”!!!
Molti apristi
compositori hanno invece preso molti spunti dall'opera di Debussy e hanno fatto
lavori ispirati dalle sue composizioni per pianoforte sapendo sperimentare sul proprio
strumento. Tre esempi tra gli altri: Tournier con Images, Salzedo coi Preludes,
Grandjany con imitazioni di Arabesque e via via di seguito.
Xavier De Maistre
p.s. Naturalmente chi ha notizie interessanti e meglio dettagliate o idee diverse sull'argomento mandi messaggi che pubblicherò qui sotto!
1 commento:
A proposito della frase "Amy Turk smorza con la sinistra pulendo il passaggio dei pedali mentre Stasa Mirkovic Grujic non lo fa ma i pedali non si sentono." vi dico che i passaggi dove si spostano il Fa il Do da diesis a bequadro e viceversa si possono fare gli omologhi Mi e si Diesis e non ci sono più problemi di frizzi e sbavature. Ho provato e funziona! ;-)
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