Ho scoperto, tramite un ascolto
radiofonico fortuito, sabato sera mentre tornavo a casa in auto
questa novità: Spira Mirabilis.
Che non è il logaritmo, ma
un'associazione musicale che ha come progetto quest'idea che riassumo
qui sotto, ma che trovate con più dettagli esposta nel loro sito.
Un gruppo di musicisti professionisti
che si incontrano per un numero di prove sufficienti a creare
un'interpretazione per così dire “democratica” della partitura
scelta, senza l'ausilio di un direttore d'orchestra.
Il 5 maggio hanno eseguito al Teatro
del Giglio di Lucca la Nona sinfonia di Beethoven. Forse una scelta un poco
esagerata, ma mi sarebbe piaciuto assistere al concerto.
“Spira
Mirabilis è un progetto intellettualmente avanzato e sofisticato,
tuttavia facilmente accessibile. Anche chi non ne è conoscitore può
apprezzare la passione per la musica cameristica e sinfonica e i
valori fondanti dell’esecuzione senza direzione: approfondimento,
ascolto, democrazia, integrazione.
Le
esecuzioni dei giovani componenti di Spira Mirabilis sono avvincenti
e coinvolgenti. La musica classica ci arriva per mano dall’entusiasmo
di ragazzi che spingono la metafora dell’orchestra al punto più
alto, non smettendo mai di osservarsi, sorridersi e interagire, tra
di loro e con il pubblico.
...creare
insieme il nostro invisibile direttore ideale. Stiamo costruendo
passo dopo passo un modo comune di leggere il testo musicale (la
scrittura musicale ha poco di oggettivo: è "suggestiva")
ed un'identità forte abbastanza da rifiutare le idee che ne
intacchino la coerenza ed elastica abbastanza da includere quelle
(tantissime!) che ne arricchiscano e colorino la sostanza. La ragione
per cui ci prendiamo il tempo di formare questo "pensiero
collettivo", è che pensiamo valga la pena ascoltare qualcosa
che sia il prodotto di molti cervelli e cuori al lavoro, invece del
pensiero di una singola persona che guida un gruppo di musicisti.
Il concerto finale di ogni progetto di
Spira Mirabilis é condivisione di un percorso di studio.
Dal sito:
- Il concerto come condivisione
Spesso diciamo al pubblico
che per noi il concerto è solo un piccolo pezzo di un puzzle ben più
grande. Non lo pensiamo come un punto di arrivo ma come l'istantanea
di un passaggio della nostra crescita e maturazione.
Condividere
quest'istantanea significa condividere la nostra visione: essere
musicisti nel modo più appassionato ed impegnato. Spira mirabilis
non nasce da un indeterminato bisogno del pubblico: Spira mirabilis
condivide con il pubblico le ragioni per cui esiste, e, facendo
questo, porta con sé il pubblico coinvolgendolo e rendendolo parte
attiva della propria esperienza.
Non sono rimasta affascinata tanto dal
fatto che ci sia o no il direttore d'orchestra, ma dalla voglia di
approfondire una partitura coinvolgendosi in maniera totale per il
semplice gusto d'imparare e migliorare.
Sono rimasta affascinata dal fatto di
portare in concerto un solo brano, cosa che macinavo io stessa da
tempo, in modo che anche il pubblico si possa concentrare sul quel
brano e non assistere ad un concerto mostra dove è importante
confrontare la lista del programma con un celo, celo
...manca!!!(che celo
sta per ce l'ho!). Chiaro che la Nona Sinfonia di Beethoven è già sufficiente a riempire un concerto, ma i musicisti della Spira Mirabilis, fanno lo stesso anche con altri brani sia sinfonici che da camera.
E che anche il
musicista o i musicisti non siano costretti ad offrire, come in un
mega supermercato o in uno show televisivo spazzatura, diversi
brani/prodotti d'epoca, carattere e tecnica diversissimi tale da non
farti dormire la notte per portare a casa una figura decente o
un'esecuzione perfetta da circo e lasciarti comunque l'amaro in bocca
per non essere alla fine soddisfatta di nulla.
Uno dei criteri che
si usa spesso per creare un programma da concerto è quello museale:
si va alla ricerca, spigolando nel repertorio, di rappresentare più
o meno degnamente le epoche passate e quelle meno lontane per creare
una vetrina che faccia risaltare lo strumento o lo strumentista. Così
facendo si rischia di fare davvero un catalogo per tutti i gusti, ma
alla fine del concerto poco rimane agli esecutori e forse anche agli
ascoltatori.
Credo che da questa idea se ne possa
trarre degli spunti.
http://www.spiramirabilis.com/
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