mercoledì 4 giugno 2014

Siciliana tra Respighi, Grandjany e Ribayaz!!!



L’interesse per le arie antiche faceva parte di una sorta di progetto che Ottorino Respighi (1879-1936) iniziò nel 1917 con la composizione della prima suite di "Antiche arie e danze" nel 1923, la seconda ed ultima nel 1931.

La Terza suite è costituita da 4 movimenti e si limita all'impiego degli strumenti ad arco.
Con Respighi il passato rivive attraverso il riferimento alla civiltà delle danze cortesi di tradizione cinquecentesca e non si tratta di un’adesione occasionale. Sono noti i suoi interessi per il canto gregoriano e il suo amore per Monteverdi. Ma il suo ritornare al passato non ha nessun intento filologico, piuttosto è un modo per trovare nuove risorse coloristiche che evidenziano il suo gusto decorativo e decadente tipico della sua generazione.

E' il terzo brano della terza suite che ci interessa, perché è quello che Marcel Grandajny, classe 1891,  ha trascritto per arpa.
E qui, è proprio il caso di dirlo: una trascrizione della trascrizione!



Il brano si intitola “Siciliana” e, come dice Respighi, è di autore anonimo di fine sec. XVI. L'indicazione del tempo è Andantino.
Respighi l'ha preso da una raccolta di Oscar Chilesotti (1848-1916) che era musicologo e liutista che, tra le altre cose, si occupava di trascrivere in notazione moderna musiche cinquecentesche dalle intavolature per liuto.
Non conoscendo la raccolta in questione, non sappiamo nulla di tale melodia e se Respighi dice "di anonimo" possiamo credere che lo era anche nella raccolta per il Chilesotti.
Dico questo, perché la melodia della Siciliana, mi suggeriscono, assomigli in maniera impressionante ad una "Tarantela" di Lucas Ruiz de Ribayaz y Foncea (1626 - ?) per arpa o chitarra spagnola.
Vi consiglio di ascoltarne una bella versione di Arianna Savall.

Non è identica, ma l'andamento armonico e di fraseggio è molto simile.
Questa danza viene denominata come "Tarantela" e si fa via via più veloce verso la fine. Naturalmente, com'era prassi dell'epoca, viene ripresa più volte con variazioni spesso estemporanee. Infatti la trovate su Youtube interpretata della stessa Savall in versioni diverse e tutte bellissime.

Veniamo ora invece a quella di Marcel Grandjany.
E' evidente che egli trascrive la parte dell'arpa prendendo come spunto la partitura di Respighi.
Il suo intento è di trasferire la connotazione respighiana di intreccio delle parti degli archi all'arpa usando artifici arpistici tipici quali suoni presso la tavola e armonici.
La sequenza delle tre variazioni è identica a quella orchestrale.

Esposizione semplice del tema. All'arpa la melodia è supportata da accordi ampi ma semplici. Alcuni armonici e suoni presso la tavola aggiungono un poco di colore.

La seconda variazione diventa più ricca di contrappunto e va verso un crescendo con un ff e la diminuzione di valori che si esprime in volatine veloci ascendenti e discendenti che si fanno via via più sonore e che passano tra le varie sezioni.
All'arpa le voci si devono sentire attraverso cambi di registro di nuovo di armonici con la fase finale un poco virtuosistica.

La terza variazione torna tranquilla e sognante e nell'orchestra la melodia si suddivide a canone tra i primi violini e le viole. Nel mezzo c'è il contrappunto dei violoncello e dei bassi.
All'arpa ci sono tre voci distinte: all'acuto quelle dei violini, nel basso le viole imitate dagli armonici e nel centro il contrappunto dei violoncelli. La Siciliana si spegne in un rallentato in pp.

Che dire? Il brano per arpa è un ottimo studio tecnico di media difficoltà. La Siciliana di Respighi è un buon falso d'autore, oppure lo si può paragonare ad un buon quadro stile preraffaelliti (perdonate lo sconfinamento in un campo che non conosco abbastanza, ma mi piaceva la citazione) e forse l'originale di Ribayaz rimane la versione con lo smalto maggiore!

Lo spartito della trascrizione Grandjany è in edizione Ricordi come la partitura di Respighi, ma non ho trovato la data della prima edizione. Mi sarebbe piaciuto confrontarla con la data dell'edizione Respighiana.

Invece sarebbe da trattare l'argomento trascrizioni per arpa a cavallo tra fine ottocento e prima metà del novecento.
Sia Grandjany, che la sua insegnante Henriette Renié, ne fecero grande uso per ampliare il ristretto repertorio che l'arpa a pedali aveva. Parente moderna e, forse "povera", di arpe a due e a tre ordini, di arpe irlandesi medioevali e rinascimentali e della tripla gallese, che nonostante avessero un proprio repertorio piuttosto ricco, scomparvero dalla storia della musica per diversi lustri, fino alla recente riscoperta e ripresa di questi ultimi 30 anni. E ancora molti non le conoscono...

Ne parlerò prossimamente, ma intanto i curiosi possono cominciare a leggersi la bella storia dell'arpa che Padre Marco ha pubblicato qualche tempo fa anche su questo blog.
Ve ne propongo tre versioni in video.
Per l'orchestra ho scelto la versione di una formazione amatoriale koreana ma di buon livello tecnico. Devo dire che la partitura respighiana trova koreani, giapponesi e americani molto entusiasti. Trovate su Youtube anche quella di Seji Ozawa, direttore giapponese molto, molto americanizzato.

"Uni String Ensemble" (USE) based in Seoul, Korea

La versione per arpa è di Rachel Knight, giovane ragazza alle prese con un esame. Ad un certo punto Rachel fa una piccolo errore di armonia (pedali!), ma tutto sommato è una discreta interpretazione e il suono è ben calibrato nelle parti.



E quella di Ribayaz, come vi dicevo, è della specialista di arpa rinascimentale Arianna Savall
 

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