mercoledì 16 febbraio 2011

L'arpa nel suo aspetto Classico e Jazz: grazie alla Camac Italia.

Luisa Prandina durante il seminario

Una bella occasione a Milano per apprendere sull'arpa Classica e Jazz. Domenica 13 febbraio ho passato una giornata davvero interessante proposta da Camac Italia. Due incontri completamente gratuiti su argomenti molto importanti per chi vuole affrontare la professione di arpista oggi.

Al Novotel la Camac ha disposto un organizzazione impeccabile. Per i due seminari era stato predisposto un salone ben attrezzato, mentre per l'esposizione di arpe c'era una sala a parte molto confortevole e riservata.
Le arpe Camac sono state presentate da Enrico Tartarotti, titolare di CAMAC ITALIA insieme a Massimo Alboreto, Responsabile punto vendita di Milano, ed Eric Piron, Direttore Commerciale di CAMAC FRANCE.




Si potevano provare e ascoltare le diverse arpe a pedali che andavano dai modelli gran concerto alle piccole arpe a tavola stretta.
Devo dire la verità che ho trovato queste ultime dei veri gioiellini, morbide e sonore quasi come le bellissime Erard di un tempo e molto comode da trasportare visto il peso non eccessivo. Per i ragazzi che iniziano sono veramente dei begli strumenti.
Delle celtiche Camac non dico nulla, perché gli intenditori sanno che sono tra le migliori sul mercato.
Molte allieve ai primi corsi si sono divertite a suonare su tutti i modelli sotto gli occhi visibilmente soddisfatti delle loro insegnanti che le accompagnavano e la sala era sempre frequentata.

I due incontri si sono svolti nel rispetto dei tempi prefissati e sono stati seguiti con molto interesse.
Sono convinta che i due argomenti scelti siano veramente attuali per chi pensa di fare dell'arpa la professione futura. Oggi come oggi un arpista e musicista che vuole vivere di musica si deve inventare giorno per giorno un proprio stile. I "posti fissi" tipici di una volta, e cioè l'insegnamento nei conservatori e il posto fisso in orchestra sono diventanti pochissimi e quasi irraggiungibili, quindi chi ha una forte determinazione a voler trovar spazio nel mondo professionale come arpista deve mettercela tutta sin dai primi anni di studio spaziando in molti campi musicali, in vari generi e discipline per poter poi inventarsi un ruolo proprio e originale.

Al mattino Luisa Prandina, ha messo a disposizione per i numerosi intervenuti (la sala conferenze era davvero gremita), la sua ormai ventennale esperienza come prima arpa stabile dell'Orchestra del Teatro alla Scala.
Con molta semplicità e umiltà ci ha raccontato come avvengono oggi le audizioni per l'orchestra e come ci si deve preparare al meglio per affrontare questo delicato esame. Ragazze agli ultimi anni di corso, alcune anche accompagnate dalla propria insegnante, hanno raccolto consigli e informazioni preziose.

Io ricordavo le mie audizioni, dove si entrava in un grande salone e avevi di fronte la commissione che ti chiedeva il tuo nome e di chi eri allieva.
"Oggi invece", ci dice Luisa Prandina, "la prima selezione avviene dietro ad un telo, e i commissari possono farsi una prima idea del candidato solo attraverso il suono e l'interpretazione". Devo dire che mi sembra molto più giusto così!

Ecco allora che ha elargito molti consigli tecnici e psicologici su come affrontare lo studio e il momento dell'esame.
Poi Luisa ha fatto ascoltare alcuni brani del repertorio richiesto e i passi d'orchestra più importanti ed ha invitato le ragazze a suonare loro stesse. Molte domande e molti dubbi hanno trovato risposte soddisfacenti.
Luisa ha poi offerto in visione il suo materiale personale d'orchestra con diteggiature e accorgimenti accumulati in anni di esperienza in teatro e devo dire che raramente si ha la possibilità di avere un "dono così prezioso".

Altro capitolo interessante è stata la presentazione di una Scuola di arpa Jazz che Marcella Carboni comincerà a tenere con cadenza fissa a Milano. Nel pomeriggio si è svolto il suo incontro.
Ebbi il piacere di ascoltare Marcella attraverso un suo cd qualche anno fa e la intervistai per Blogarpa, ma in questa occasione ci siamo finalmente conosciute di persona. E' un ragazza semplice ma frizzante con una gran voglia di comunicare e condividere ciò che è riuscita a fare con la sua arpa nel mondo del jazz quasi come una cenerentola, visto che i suoi compagni di viaggio, strumentisti diversi, si erano molto sorpresi a vedere che un'arpista ci voleva provare. (Questo avviene naturalmente in Italia, mentre all'estero la storia dell'arpa jazz ha un passato onorevole.)

Per spiegarci come intende impostare il suo corso ha cominciato col suonarci alcuni brani e scomporli, a fare esempi pratici sull'armonia, il ritmo (lo swing, come dicono i jazzisti) e sull'improvvisazione volendo a tutti i costi convincerci che in fondo non è poi così difficile.
Molti sonso stati gli interventi e le domande poste da insegnanti ed allievi.
Marcella Carboni ha un background di tutto rispetto, visto che è diplomata in arpa classica, ha fatto masters e corsi d'ogni genere e il jazz lo "mastica" da molti anni suonando con musicisti italiani ed europei di tutto rispetto. E il suo grande maestro d'arpa Jazz è Park Stikney...
Marcella ha fatto esempi sonori sulla sua bellissima arpa Blu 47 e sulla Baby elettrica, utilizzando un buon mixer e degli effetti.

Il corso verterà su molti argomenti e aspetti del jazz sull'arpa e tutto rigorosamente suonato praticamente e in gruppo.
Questo si che mi piace!!!!
Amo i gruppi e il mettersi in gioco tutti insieme, senza togliere importanza a momenti di riflessione individuale che comunque ci saranno.
Per avere una scaletta precisa del corso rivolgetevi nei prossimi giorni alla Camac Italia, che vi dirà tutto.

Un grazie ancora alla ditta Camac che è il secondo anno che propone qui a Milano una giornata dedicata all'arpa e un grazie ai numerosi intervenuti che confermano l'interesse e la passione per questo splendido strumento.
Visto il grande successo aspettiamo con fiducia quello che Camac Italia proporrà in futuro.

3 commenti:

Padre Mattia ha detto...

E' stata davvero una manifestazione di grande prestigio. Le docenti hanno saputo trasmettere il loro sapere e la loro esperienza di musiciste con una capacità comunicativa davvero rara.
Devo dire che vedere tutte quelle ragazzine che smanettavano su quelle bellissime arpe come delle consumate concertiste mi ha fatto vergognare non poco... mannaggia!
Infine il mio amico Enrico con il suo staff è stato come sempre impeccabile nell'organizzazione dell'evento.
Consiglio caldamente di non perdersi il prossimo evento!
P.M.

harpo ha detto...

Caro Padre Mattia,
perchè quelle ragazzine ti hanno fatto vergognare?
Forse avrai un po'di "invidia" visto che non ti puoi occupare solo d'arpa e non essendo più troppo "ragazzino" hai i muscoli un po' ingrippati...
Ma non ti buttare giù, che suoni molto meglio di quanto vuoi far credere.

E non demordere.... mi raccomando!!!

Harpo

Padre Mattia ha detto...

Cara Harpo,
devo dire onestamente che tra i mille e più difetti che mi ritrovo l'invidia proprio non ce l'ho.
Però una verità sacrosanta l'hai detta: non sono più troppo "ragazzino". Mannaggissima!
Grazie per l'incoraggiamento. Non demordo, al massimo MORDO! :-)

P.M.