L'opera non è uno spettacolo che amo
particolarmente, ma quando c'è la possibilità di assistere a due prime
importanti in diretta televisiva non me le faccio scappare.
La prima della Scala, il 7 dicembre, e
la prima del San Carlo il 13, le hanno date in diretta sui RAI 5.
La Giovanna D'arco di Verdi non
la conoscevo e Carmen di Bizet, naturalmente si.
Non desidero raccontarvi o parlarvi a
lungo di queste due esperienze di ascolto, ma riassumo alcuni tratti
che mi sembra le accomunino nella messa in scena moderna.
Prendete le mie riflessioni con
beneficio d'inventario, perché non sono esperta e tanto meno ho alle
spalle grandi ascolti d'opera.
Possono essere riflessioni di un
ascoltatore d'opera occasionale e potrebbero servire a chi è
del mestiere e vuole “appassionare” i futuri melomani.
Due note positive che ho notato in
entrambi gli spettacoli è l'alta qualità della direzione d'orchestra e la qualità delle orchestre.
Chailly e Meta hanno in mano lo spettacolo e sono stati degli ottimi accompagnatori.
Tutte le sezioni dell'orchestra hanno
un suono bello e calibrato; le prime parti sono dei super musicisti, sia tecnicamente che musicalmente. (E dell'orchestra me ne intendo perché sono orchestrale da trent'anni) Questo vale per entrambe le orchestre.
Anche i cori e il cast dei cantanti
sono di alto livello. I protagonisti, in generale, oltre ad esser
vocalmente ineccepibili hanno costruito con particolare cura
teatrale il personaggio.
Bravissimi a cantare in situazioni
teatrali non sempre facili da gestire.
Credo che i due registi abbiano chiesto
l'impossibile. Cantare in posizioni difficili e dovendo compiere movimenti scenici veloci come hanno fatto, non è per niente facile.
Entrambe le rappresentazioni hanno
optato per scenografie non tradizionali. La tecnica moderna la fa da
padrone.
Mega video, luci al neon, cambi di luce
estremi... e poche suppellettili.
Oserei dire che in entrambe le opere,
tra loro assai distanti musicalmente e drammaticamente, hanno voluto
sospendere la storia in epoca indefinita.
Abbiamo dovuto vedere un
terribile letto in scena per tutta la Giovanna d'Arco contornato da quinte
che sembravano le pareti di una scuola elementare ottocentesca. (ma
la Giovanna non moriva sul rogo?)
Non dico nulla sull'opera di Verdi, anche se credo che non sia davvero un capolavoro...ma questa è un'altra storia.
In Carmen di Bizet al San Carlo, invece abbiamo dovuto sorbirci una decina di guerrieri della Forza (vedi Guerre Stellari) con in mano tubi al neon (forse spade laser?) che hanno disturbato Carmencita dovunque andasse.
Certo che bisogna essere ben bravi a cantare nel personaggio dovendo sottostare a questa barbarie!!!!!
Potrei sapere dove li
vanno a prendere questi registi????
Comunque il bello della diretta per
questo genere di spettacolo è un'opportunità per avvicinare
qualche curioso a questo spettacolo che sta diventando
sempre più datato.
Paradossalmente però volerlo
svecchiare a tutti i costi non darà buoni frutti.
E' come se volessimo svecchiare la
Gioconda o la Pietà di Michelangelo.
Con la Gioconda ci ha provato
qualcuno...ma, al Louvre continuano ad andarci per vederla così come
Leonardo la fatta!
Il discorso poi di avvicinare l'opera
ai giovani “svecchiando” per così dire le opere tradizionali
secondo me non paga. L'opera è uno spettacolo datato, ma il suo
fascino è proprio quello.
Mio figlio diciassettenne, che ha avuto
occasione di assistere spettacoli teatrali offerti ai ragazzi delle
scuole dal Teatro alla Scala di Milano, mi ha detto che preferirebbe vedere le
opere tradizionali così come sono state pensate.
Se i ragazzi vogliono vedere qualcosa
di nuovo non vanno quasi più nemmeno al cinema, ma si immedesimano
nei video giochi di ultima generazione. Invece, scoprire come la
musica e la scena nei tre secoli d'oro dell'opera lirica (1600/1800) intratteneva la gente è molto ma molto più intrigante.
Piuttosto, se le storie dell'opera
“antica” piacciono ai registi , perché non chiedere a compositori contemporanei di farne una nuova versione? Lì si che potrebbero darci nuove visioni
e potrebbero sbizzarrirsi con interpretazioni dei personaggi diverse.
Immagino però che dare possibilità a
nuovi compositori di sperimentare nell'opera è troppo costoso e poco
redditizio. Riempire i teatri e sempre più difficile in ogni caso.
Teatro alla Scala compreso!!!
Per finire ho trovato dei blog che
parlano di musica e qui potete sbizzarrirvi a leggere altre critiche.
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