martedì 19 agosto 2014

Liuto e arpa a confronto!




Silvius Leopold Weiss: Fantasia in Do minore
Con questo brano possiamo mettere a confronto un liuto e un’arpa. Molti compositori hanno  ritenuto possibile trascrivere per arpa brani scritti originariamente per liuto.
 
Nato a Breslavia, Sylvius Leopold Weiss (1686-1750) discendeva da una famiglia di liutisti. Ricevette la sua istruzione nel liuto dal padre Johann Jacob Weiss. Entrò nel 1708 al servizio del Conte Carlo Filippo del Palatinato, iniziando a comporre musica per liuto. Successivamente entrò a servizio del principe polacco Alexander Sobieski, con il quale si trattenne alcuni anni in Italia entrando in contatto con Alessandro e Domenico Scarlatti ed altri compositori italiani del tempo.


 Nel 1715, alla morte del principe Sobieski, ritornò in Germania al servizio di Carlo Filippo del Palatinato. Nel 1717 risulta membro della cappella della corte di Sassonia a Dresda, di cui divenne nel tempo il musicista di spicco con il più alto stipendio. Incontrò numerose volte Johann Sebastian Bach a Dresda, dove morì il 16 ottobre 1750. Bach stesso scrisse quattro suites, due preludi e due fughe per liuto e trascrisse alcuni brani di Weiss per lautenwerk, una sorta di clavicembalo che aveva un timbro molto simile al liuto.
L’arpa a pedali (una Erard) su cui Sylvian Blassel suona questa fantasia non è certo lo strumento ideale per la musica scritta per liuto. Sicuramente sull’arpa doppia rinascimentale il brano sarebbe più adatto, ma l’arpista è talmente bravo che possiamo sicuramente gustarla anche in questa versione


Liuto: Xavier Díaz-Latorre



Arpa: Sylvain Blassel,


 
Per curiosità aggiungo l’ascolto di un brano dello stesso autore che viene suonato sul Lautenwerk così che possiate farvi un’idea dello strumento che utilizzò Bach per la sua trascrizione, anche se di questo strumento abbiamo solo delle ricostruzioni moderne. Il lautenwerk era solitamente provvisto di due registri, uno da 8' e uno da 4'. Il suono era prodotto da corde pizzicate da plettri in cuoio, azionati da una o due tastiere.
Il timbro, a causa della presenza di corde in budello, era simile a quello del liuto e della tiorba, e dunque più morbido rispetto a quello del clavicembalo. Secondo Jakob Adlung il timbro era talmente simile a quello di un liuto che, suonando insieme i registri da 8' e da 4', sarebbe stato addirittura possibile ingannare i suonatori di liuto professionisti.
Interessante è la spiegazione che trovate sotto al video che vi propongo.

Sylvius Leopold Weiss: Fantasia e Fuga in re minore


Michele Barchi, Lautenwerk






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