sabato 9 giugno 2012

Ricetta 1: una serie di esercizi tecnici per i movimenti base delle dita sulle corde




Quali sono i movimenti base?

Vediamo prima alcune cose che riguardano la fisicità dello strumento e in modo particolare delle corde.
Le corde vanno pizzicate con i polpastrelli mentre le mani sono sospese nell'aria.
La cordiera (sia essa di 27 corde che di 38 e nelle arpe a pedali fino a 47 corde) si estende di fronte all'arpista che ha le corde acute vicine e, man mano che si scende nei bassi, si allontanano dal corpo.
La tensione delle corde non è omogenea, come non è omogeneo il calibro.
Le corde acute sono più tese e più sottili; nella zona mediana si ha una tensione minore ma cresce il calibro, fino ad arrivare ai bassi di metallo che sono più grossi.


Con la tecnica del pizzico dei polpastrelli, ogni dito deve imparare a mettere in vibrazione ciascuna corda.
Come sapete si usano quattro dita per mano perché i mignoli sono troppo corti.

Le dita della mano agiscono con due movimenti distinti. Il pollice spinge la corda in un senso e le altre tre dita, vale a dire l'indice il medio e l'anulare, spingono nel verso opposto.
I muscoli delle dita devono imparare a pizzicare la corda con la giusta forza sbilanciandosi il meno possibile per essere pronti a carpire le corde successive. Le braccia dell'arpista devono sostenere le mani vicino alle corde che dovranno suonare e portarle prontamente nella posizione successiva.

La diteggiatura sull'arpa è molto importante. Quando si trova una giusta diteggiatura, ordinata ed efficace, i passaggi risulteranno più sicuri e puliti.
Con l'esperienza s'impara a trovare la diteggiatura a noi più comoda, ma all'inizio è necessario lavorare su diteggiature standard che ci permettono di fissare nei nostri muscoli una buona posizione e di sviluppare la forza e l'agilità muscolare delle nostre dita.

I movimenti di base da imparare iniziano con pochi passaggi semplici che stanno nel centro della cordiera, dove è più facile raggiungere le corde che sono di un calibro medio.
Poi, mano a mano che la posizione diventa un poco più familiare, si possono suonare gli stessi esercizi nelle diverse ottave.

E' possibile imparare questi movimenti attraverso i brani o è meglio sgrossarli con esercizi puramente tecnici?

Io credo che la via migliore sia di utilizzare entrambi.
Per sviluppare la tecnica di base esercizi prettamente tecnici sono necessari, perché il neofita si può concentrare solo sulla posizione e sul movimento. Ma è anche vero che, sia i bambini che gli adulti che suonano per divertirsi non potrebbero resistere a suonare alcuni mesi solo tecnica e, per il loro sviluppo musicale non sarebbe nemmeno opportuno. Oltre alla tecnica per imparare a suonare è indispensabile appropriarsi anche della grammatica musicale e della sua sintassi: melodia, frasi melodiche, armonia, ritmo ed elementi base dell'accompagnamento.

Per non far morire l'entusiasmo di entrambi è giusto provare sin dalle prime volte a suonare piccoli brani.
Naturalmente è necessario saperli scegliere del giusto grado di difficoltà, altrimenti è facilissimo prendere brutte posture e difetti che sarà più difficile cambiare.

Per questo avevo pubblicato in questo blog una piccola serie di esercizi che sono elementari, ma che stanno alla base della tecnica arpistica. Andando avanti si possono suonare i brani del metodo di Janet Harbison o quelli delle raccolte di Silvya Woods, come pure brani classici di difficoltà elementare.
Si procede nel tempo continuando ad alternare un po' di tecnica al repertorio.

La differenza tra l'utilizzare un metodo per autodidatti e l'avere a disposizione un insegnante "dal vivo" sta proprio nella possibilità che l'insegnante valuti di volta in volta i traguardi raggiunti e trovi nuovi brani e nuova tecnica stimolante e adatta per far progredire ciascun allievo in base alle sue necessità e alle capacità personali. 

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