Dal salone del libro di Torino per la
trasmissione di Rai tre Pane
Quotidiano, la conduttrice, Concita De Gregori, intervista
Mario Brunello, famoso violoncellista che ha scritto un libro “a
quattro mani” con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky dal
titolo INTERPRETARE Dialogo tra un musicista e un giurista.
...Forse il tema
del prossimo referendum sulla costituzione interessa anche i
musicisti?...
Lessi molti anni fa un libro scritto a
“quattro mani” dal titolo "Corpo Mente Cuore", un dialogo tra Marcello Bernardi, pediatra e
Cesare Barioli maestro di Judo. Lì il tema era l'educazione dei
ragazzi. Interessante il dialogo tra i due.
Qui invece pare si scriva di analogie
tra l'interpretazione delle leggi e l'interpretazione della musica
attraverso il testo musicale.
Mario Brunello aveva scritto un altro
libro nel 2014 intitolato Silenzio.
Non ho letto il libro, ma da come lo
presentarono, pare sia stato un manifesto al silenzio e contro la
barbara diffusione musicale dovunque e comunque.
Sante parole, vedi il mio post su
questo modesto blog....
Riporto alcune frasi dell'intervista
sul nuovo libro.
Mario Brunello ha incontrato Gustavo
Zagreblesky per parlare delle analogie tra l'interpretazione delle
leggi e quelle degli spartiti. Ne hanno parlato anche suonando
insieme una sonata di Beethoveen.
Brunello:
Gustavo oltre ad essere un Giurista è un vero pianista amatoriale
e ci tengo a dire “amatoriale” e non dilettante, in quanto ama
davvero la musica.
De Gregori:
“Si può parlare di analogie in
quanto le leggi scritte cento o duecento anni fa vanno spesso
adattate al tempo presente e alle situazioni odierne, ma forse per la
musica è un po' diverso?.. o no?
Brunello:
Credo che la strada sia un po' la stessa nella musica.
...non posso interpretare Bach
facendo finta di non aver mai ascoltato i PinkFloyd o Shoemberg...
L'interpretazione dei musicista del
passato deve avere delle regole, deve capire perché l'autore ha
scritto quei particolari segni sullo spartito, ciò che aveva nella
sua testa, ma io, musicista del presente posso sentirmi libero di
agire con la mia sensibilità per portare il messaggio nel futuro.
La musica del passato si esegue oggi
in luoghi completamente diversi da dove si faceva un tempo e
l'impatto acustico e le situazioni sono completamente diverse e ciò,
inevitabilmente va ad influire sull'interpretazione.
...in fondo la tradizione è ciò
che si è andata formando nei secoli attraverso “trasformazioni”...
Sembra una contraddizione in termini,
ma di fatto “le tradizioni” sono fatte per consolidarsi e poi
trasformarsi.
L'intervista completa la trovate sul sito della Rai.
Da meditare e poi farsene un'idea
personale...direi una propria interpretazione a proposito
dell'interpretazione...;-))
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