giovedì 12 maggio 2016

Mario Brunello e la libertà nell'interpretazione: intervista a Rai 3



Dal salone del libro di Torino per la trasmissione di Rai tre Pane Quotidiano, la conduttrice, Concita De Gregori, intervista Mario Brunello, famoso violoncellista che ha scritto un libro “a quattro mani” con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky dal titolo INTERPRETARE Dialogo tra un musicista e un giurista.

...Forse il tema del prossimo referendum sulla costituzione interessa anche i musicisti?...



Lessi molti anni fa un libro scritto a “quattro mani” dal titolo "Corpo Mente Cuore", un dialogo tra Marcello Bernardi, pediatra e Cesare Barioli maestro di Judo. Lì il tema era l'educazione dei ragazzi. Interessante il dialogo tra i due.
Qui invece pare si scriva di analogie tra l'interpretazione delle leggi e l'interpretazione della musica attraverso il testo musicale.

Mario Brunello aveva scritto un altro libro nel 2014 intitolato Silenzio.
Non ho letto il libro, ma da come lo presentarono, pare sia stato un manifesto al silenzio e contro la barbara diffusione musicale dovunque e comunque.

Sante parole, vedi il mio post su questo modesto blog....



Riporto alcune frasi dell'intervista sul nuovo libro.

Mario Brunello ha incontrato Gustavo Zagreblesky per parlare delle analogie tra l'interpretazione delle leggi e quelle degli spartiti. Ne hanno parlato anche suonando insieme una sonata di Beethoveen.

Brunello: Gustavo oltre ad essere un Giurista è un vero pianista amatoriale e ci tengo a dire “amatoriale” e non dilettante, in quanto ama davvero la musica.

De Gregori:
Si può parlare di analogie in quanto le leggi scritte cento o duecento anni fa vanno spesso adattate al tempo presente e alle situazioni odierne, ma forse per la musica è un po' diverso?.. o no?

Brunello: Credo che la strada sia un po' la stessa nella musica.
...non posso interpretare Bach facendo finta di non aver mai ascoltato i PinkFloyd o Shoemberg...
L'interpretazione dei musicista del passato deve avere delle regole, deve capire perché l'autore ha scritto quei particolari segni sullo spartito, ciò che aveva nella sua testa, ma io, musicista del presente posso sentirmi libero di agire con la mia sensibilità per portare il messaggio nel futuro.
La musica del passato si esegue oggi in luoghi completamente diversi da dove si faceva un tempo e l'impatto acustico e le situazioni sono completamente diverse e ciò, inevitabilmente va ad influire sull'interpretazione.
...in fondo la tradizione è ciò che si è andata formando nei secoli attraverso “trasformazioni”...


Sembra una contraddizione in termini, ma di fatto “le tradizioni” sono fatte per consolidarsi e poi trasformarsi.

L'intervista completa la trovate sul sito della Rai.


Da meditare e poi farsene un'idea personale...direi una propria interpretazione a proposito dell'interpretazione...;-))

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