Stamattina, ancora in pigiama, accendo
la tele mentre faccio colazione e vedo che è appena cominciata su
Rai 3 una commedia teatrale. “che strano – di solito a quest'ora
ci sono i gruppi di giornalisti che se la raccontano sui fatti
tragici della settimana, oppure danno dei bei film di trenta
quarant'anni fa”.
E' per la morte di Luca De Filippo che
trasmettono questa commedia“Gli esami non finiscono mai!”. Padre Eduardo e figlio lavorano.
Sono molto ignorante in fatto di
teatro. Poco ho visto e poco conosco, ma è un mese che frequento un
corso di teatro per adulti amatori e così sono incuriosita.
Sulla scena, vestito con un improbabile
abito grigio chiaro senza tempo, sta parlando Eduardo che interpreta
Guglielmo Speranza.
Seguo la vicenda. Il figlio Luca
interpreta Furio, la spina. E' l'amico di sempre di Guglielmo.
Non vi sto a raccontare la vicenda. La
trovate.
Invece devo ringraziare la Rai di aver
dato questo “pezzo” di commedia così che ho riflettuto su alcune
cose, anche se il ringraziamento si è per forza tramutato in un
sentimento di amarezza. Trasmettono solo il primo
atto!!!!! Ore 8 di sabato mattina e solo il primo atto!
Ecco come gli importa ai nostri
programmisti culturali la cosa!
Timbratura di cartellino, come la
maggior parte delle cose che hanno a che fare con una cultura che non
è più alla ribalta del set contemporaneo.
Che si parli di teatro, cinema, musica
e letteratura, tutto ciò che non appartiene al business commerciale
di oggi è assolutamente dimenticato.
Qualcuno in questi giorni di dramma
parigino, di dramma contro il nostro modo di vivere occidentale, va
dicendo che la cultura dovrà essere ciò che ci salverà!!!
La cultura de che???
Quella del grande fratello? Quella
delle trasmissioni pomeridiane televisive che ti fanno vedere come ti
devi truccare e vestire, di assurdi telefilm con medici che se la
tirano e si divertono perché ogni tanto riescono a ritardarti la
morte con improbabili sistemi super scientifici?
Quella dell'omologazione dei
divertimenti in locali assordanti e delle code ai centri commerciali
per accaparrasi uno stupido telefonino???????????
Sono sincera. La parte della commedia
che ho visto, per me che, ripeto sono assolutamente ignorante di
teatro, mi sembrava antica e datata. Datata nei contenuti, datata
nelle situazioni e forse anche il linguaggio molto distante da quello
contemporaneo. Eppure ascoltare l'interpretazione di questi attori mi
faceva pensare.
E vorrei citare una frase di Eduardo
che fa parte del testo di una conferenza tenuta all'università di
Roma il 4 aprile del 1981 che ho trovato nelle note del libro
“Lezioni di Teatro” di Einaudi 1986
“Diciamo di solito che per l'uomo la
nascita è il punto di partenza e la maturità il punto di arrivo. Io
l'ho sempre visto al rovescio questo concetto, e cioè la nascita
per l'uomo è il punto di arrivo su questa terra. Quello che egli
realizza nel corso della sua vita, da adulto, e l'immancabile morte,
sono il punto di partenza per quelli che vengono dopo di lui, i
giovani. Questi milioni, miliardi di punti di partenza, che milioni e
miliardi di esseri umani lasciano nel morire sono la vita che
continua. La vita che continua è la tradizione. Secondo il mio
concetto questi punti di partenza lasciati da esser umani eccelsi e
non eccelsi non debbono essere consideratati un peso morto, un
qualcosa di retrivo da disprezzare- Anche se da giovani ci sentiamo
la forza di sollevare il mondo e farlo girare a modo nostro, non vi
pare che la forza di miliardi di esperienze fatte da altri, e che poi
sono noi, perché uomini come noi, ci possano aiutare? Io sono
convinto di sì. E sono convinto che persino per confutare
un'esperienza del passato e negarla, questa esperienza bisogna averla
approfondita e persino amata. Se si usa la vita che continua, la
tradizione nel modo giusto, essa ci può dare le ali- Certo, se ci si
ferma al passato diventa un fatto negativo, ma se ce ne serviamo come
di un trampolino, salteremo molto più in alto che se partissimo da
terra- Non vi pare?”
La tradizione!!!
Le tradizioni!!!
Quali?
Prossimamente vi racconterò di
un'esperienza in un pub in Irlanda dove ancora si trovano persone per
il semplice piacere di suonare a contare insieme. Ma anche qui non
succederà per molto ancora...
Quando saremo tutti omologati e
incasellati nel commercio globale (religione contemporanea!)
forse avremo raggiunto la pace assoluta, ma il prezzo sarà quello di
avere un mondo popolato di automi, (a patto che il mondo esista
ancora)!
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