Si, basta musica. Non ne posso più.
Vado al supermercato e mi devo sorbire gli urlatori di
turno.
Vado dal dentista o in qualche ambulatorio e non posso
nemmeno leggermi un libro in santa pace che mi devo sorbire la Radio più
imbecille che c'è oppure Sky e le notizie non stop.
Sono in stazione e aspetto il treno (che già sono inc..ata che non arriva mai) e la
musichetta stronzetta e melliflua della video vendita del contratto telefonico
mi martella. (Si, mi martella da tre mesi sempre quella ogni 20 secondi!!!!)
E io non posso più pensare.
Voglio un risarcimento!!
Un risarcimento come libera cittadina, non più libera
di ascoltare la musica che mi pare o di non ascoltarla.
Questa è violenza psicologica!
E voglio un risarcimento come musicista!
Si, perché guarda caso tutta questa musica che ci
propinano in ogni momento del giorno e della notte ha fatto si che noi
musicisti veri (non veri perché bravi… no, veri solo perché in carne ed
ossa) non se li fila più nessuno.
Che servono?
Per incidere e diffondere ovunque e in ogni momento al
Grande Fratello Mondiale quelle musichtte bastano 20 persone in tutto il mondo. E non c'è più
Cina, ne Arabia, ne Italia, ne Spagna, ne India…TUTTE UGUALI E OMOLOGATE LE
MUSICHE!
Non esiste più una sfumatura. Tutte uguali.
Chi le sceglie e le diffonde ha studiato a fondo
Philip Tagg (quello degli studi di analisi sulla Popular
music) e i guru del sonoro e hanno imparato come spararti
nel cervello pillole di cretineria.
Se le mucche con Mozart possono produrre più latte
(che poi non ci serve così tanto visto che ne produciamo già fin troppo…) a noi
poveri cretini ci fanno credere di tutto. Bastano poche notine e andiamo in
tilt.
Invece provassimo a cantare e a suonare uno strumento
musicale per davvero (e non i finti marchingegni wiiferiani…) svilupperemo
tante di quelle sinapsi che poi voglio vedere come ci potranno far fessi
promettendoci sogni preconfezionati.
Ma per cantare e suonare davvero ci vuole impegno, pazienza
(tanta pazienza), tempo e fatica.
Brutte parole, oggi non vanno più di moda.
E poi per cantare e suonare insieme agli altri bisogna
imparare davvero ad ascoltare e ascoltarsi…
Invece con le cuffie potete rimanere nei vostri loculi
mentali e individuali (le cuffie servono a questo), senza fare il minio sforzo
e senza il minimo sforzo sarete nelle mani dei grandi manipolatori commerciali.
Bene: allora tenetevi tutta quella schifezza di musica
predigerita e confezionata.
Va beh, per oggi mi sono sfogata
abbastanza. Chissà se la penso solo io così?
Il vostro Gian Burrasca.
Nessun commento:
Posta un commento