Tempi di cottura.
Nella riuscita di un piatto è importante la qualità degli
ingredienti ma altrettanto importante la cura dei tempi nella preparazione e
nella cottura.
Anche nell'apprendimento della tecnica di base o nello
sviluppo di quella più avanzata, è importante la scelta degli esercizi e dei
brani, come si diceva nella ricetta precedente, ma è altrettanto fondamentale
il metodo di studio e la scelta dei tempi.
La seconda ricetta di blogarpa parla di DUE INGREDIENTI
FONDAMENTALI: PAZIENZA e LENTEZZA.
Illustrazione di Marta Farina - visita il suo sito www.martafarina.com
proverbi illustrati di Marta Farina- http://martafarina.com/
proverbi illustrati di Marta Farina- http://martafarina.com/
Cosa distingue un suonatore medio da uno bravo?
Quello medio mi fa notare che suonare è difficile….
Quello bravo mi fa sembrare tutto ciò che fa così facile!
Quello bravo ha appreso la tecnica talmente bene da
dimenticarsi che esista.
Come si fa ad acquisire una buona tecnica?
Ripetere, ripetere e ripetere: e per questo ci vuole
PAZIENZA!
Ma non basta.
Bisogna ripetere e suonare tutto quanto LENTAMENTE.
Ripetere all'infinito un passaggio, un brano, un esercizio
tecnico velocemente serve a poco.
Suonare uno strumento musicale è coordinare diverse abilità.
Quella fisica e quella mentale.
Devo allenarle entrambe per farle poi lavorare insieme.
Nella testa devo avere la musica che suono, ma le mie dita
devono saperla riprodurre.
Partiamo ancora della tecnica semplice. Chi inizia a muovere
i primi passi sulle corde, ha bisogno di tempo affinché movimenti affatto
naturali lo diventino.
Il trucco è ripeterli con attenzione e lentamente, in modo
che i muscoli ricordino a puntino il movimento. Quando camminiamo non pensiamo
più a come mettere le gambe e come appoggiamo i nostri piedi. Le dita sulle
corde possono imparare a fare altrettanto: camminare sulle corde senza più
dover pensare come.
Se lavoro con molta cura, molta pazienza e lentamente
imparerò molto meglio e molto di più, piuttosto che fare migliaia di esercizi
diversi e tutti di corsa con l'obbiettivo di saltare le tappe.
La stessa cosa farò con i brani musicali.
Se ho nella testa la musica, ma le mie dita non sono ancora
mature nel movimento di riproduzione, continuerò a sbagliare ed ad essere
insicuro.
Ripetendo più volte il brano alla velocità di esecuzione non
faccio altro che "imbrogliarmi" ancora di più e alle incertezze che
avevo ne aggiungo altre nuove.
Studiando velocemente non permetto alle mie dita di imparare
il movimento preciso. La mia mente deve avere la pazienza di permettere alle
dita di abituarsi ad ogni singolo movimento fino a ricordarselo da sole. Solo
allora saranno abili nel riprodurre la musica che voglio anche ai tempi giusti.
Quando suono lentamente un passaggio sono anche in grado di
capire perché sbaglio.
Non so ancora bene le note? Non uso la diteggiatura giusta?
Metto male qualche dito? Non eseguo il ritmo giusto?…
Dopo ogni lezione con il proprio insegnante, noi stessi
dobbiamo diventare insegnanti di noi stessi (perdonate il giro di parole…!).
Studio cercando di guidarmi da sola. Se non so fare questo e
non capisco cosa devo migliorare, spreco solo il mio tempo e non progredisco
per nulla.
Dopo la lezione, a casa faccio il riassunto di ciò che mi è
stato suggerito e cerco di metterlo in pratica, ma quando suono non è facile
riuscire a sentirmi. Per riuscire in questo un ingrediente indispensabile è la ripetizione
LENTA di tutto quanto. Così avrò il tempo
di accorgermi di ogni particolare.
I particolari che riuscirò a controllare sono di diverso
genere: musicali, tecnici e di diteggiatura.
Riguardo alla tecnica oltre a controllare il movimento delle
dita posso affinare e migliorare la preparazione dei gruppi di diteggiatura.
La preparazione anticipata di gruppi di note, come nelle
scale o nelle salite e discese a tre o quattro dita, deve davvero essere
anticipata e non sul tempo.
Questo permette di avere già pronte le dita del passaggio
successvio prima di suonare l'ultimo dito del passaggio precedente. Così
facendo la mia mano acquisterà grande stabilità e sicurezza.
Provo a fare un esempio. In effetti è più facile mostrare
sull'arpa cosa intendo, ma provo ugualmente a spiegare.
In un gruppo di quattro note che salgono (do, re, mi, fa) e
riscendono (mi, re do) prima di suonare il pollice devo aver riposizionato le
altre dita. Questo lo devo fare non sul tempo ma un poco prima. Suonando col
metronomo molto lentamente posso imparare a farlo controllando tutto per bene.
Quando poi suonerò il passaggio più veloce, la preparazione rimarrà comunque
anticipata anche se di poco e avrò una gran sicurezza del passaggio. La stessa
cosa avviene in una scala con le voltate delle dita sotto al pollice se salgo o
del pollice sopra le altre se scendo. Studiando lentamente apprendo il
movimento con grande cura e così anche nella velocità non ci saranno
incertezze.
Dopo un attento e paziente studio, appena mi accorgo che tutto
è sotto controllo posso piano, piano aumentare la velocità. La velocità va
aumentata di poco per volta. Non abbiate fretta di raggiungere la velocità di
esecuzione.
Vediamo in dettaglio le velocità da scegliere per lo studio
con il metronomo.
Molto in generale possiamo dire che nei tempi binari è bene
usare circa 60 battiti per l'unità di tempo e nei tempi ternari 80. Ovvero che
se il brano è in 4/4 o 2/4 ed è scritto in quarti e ottavi va bene un 60. Se il
brano è in 3/4 o 3/8 (o 6/8 o 9/8) è bene scegliere circa 80 al quarto nel
primo caso e all'ottavo nel secondo. Ovviamente se nel brano vi sono figure più
piccole (sedicesimi o trentaduesimi) bisogna rallentare ulteriormente il tempo.
Insomma, il tempo deve essere tanto lento da consentirvi di tenere TUTTO sotto
controllo! Neppure una nota deve scappare in modo inconsapevole...
Naturalmente per ottenere ciò ci vuole tempo. Non bastano
cinque minuti e neppure un'ora. Del resto non avete mica imparato a camminare o
ad andare in bicicletta in un giorno, no?
Il frutto di questo lavoro è assicurato, e non sono la sola
che ve lo dice! ;-)
Durante l'ultimo corso con Gràinne Hambly a febbraio
praticammo le lezioni seguendo rigorosamente il metodo ad orecchio. Gràinne
eseguiva a tempo il brano poi rallentava e lo riproponeva frase per frase,
indicandoci la diteggiatura.
Guidava le nostre infinite ripetizioni ma molto spesso
eravamo noi ad accelerare e subito dopo a sbagliare.
La sua guida ci portava a tenere un tempo lento ma
ritmicamente preciso.
Questo è importante: mantenere la scansione ritmica precisa
anche in un tempo lentissimo.
Ho trovato poi, nel blog di Deborah Henson-Conant questa
frase che riporto qua sotto.
Deborah è in tournée con la band di Steve Vai, chitarrista
rock, e arriverà anche in Italia a novembre (Padova, Milano e Roma). Ha tenuto
un diario (RockHarp Diaries) della
preparazione di questo tour e tra le cose che ho letto ecco cosa dice:
"I want you to get to experience this amazing adventure with me. Because
if you told me 30 years ago that practicing my freakin’ harp with a
metronome for hours on end would eventually take me around the world, get
me a record contract, a Grammy Nomination, lead to my own symphonic TV special,
get an instrument named after me and land me in
a rock band with one of the world’s greatest living guitarists, I would have
given you the name of a good psychiatric social worker (and trust me, I had one).
From Deborah Henson-Conant tells stories with music
Avete
capito??? ;-)
Alle volte, per i principianti che non hanno una guida
sonora precisa, riuscire ad andare a ritmo lentamente non è sempre facile. Per
chi non sa leggere bene la musica e non riesce a seguire il metronomo
inizialmente può aiutare avere una registrazione del brano in diverse velocità.
Ma della lettura musicale ne parlerò nella prossima ricetta.
Per ora ricordate: Chi va piano va sano e va lontano! e
anche: Non è mai troppo lento!!!
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