sabato 18 agosto 2012

Ricetta 2: Chi va piano va sano e va lontano!



Tempi di cottura.
Nella riuscita di un piatto è importante la qualità degli ingredienti ma altrettanto importante la cura dei tempi nella preparazione e nella cottura.

Anche nell'apprendimento della tecnica di base o nello sviluppo di quella più avanzata, è importante la scelta degli esercizi e dei brani, come si diceva nella ricetta precedente, ma è altrettanto fondamentale il metodo di studio e la scelta dei tempi.

La seconda ricetta di blogarpa parla di DUE INGREDIENTI FONDAMENTALI: PAZIENZA e LENTEZZA.

Illustrazione di Marta Farina - visita il suo sito www.martafarina.com
proverbi illustrati di Marta Farinahttp://martafarina.com/


Cosa distingue un suonatore medio da uno bravo?
Quello medio mi fa notare che suonare è difficile….
Quello bravo mi fa sembrare tutto ciò che fa così facile!

Quello bravo ha appreso la tecnica talmente bene da dimenticarsi che esista.

Come si fa ad acquisire una buona tecnica?
Ripetere, ripetere e ripetere: e per questo ci vuole PAZIENZA!

Ma non basta.
Bisogna ripetere e suonare tutto quanto LENTAMENTE.

Ripetere all'infinito un passaggio, un brano, un esercizio tecnico velocemente serve a poco.

Suonare uno strumento musicale è coordinare diverse abilità. Quella fisica e quella mentale.
Devo allenarle entrambe per farle poi lavorare insieme.

Nella testa devo avere la musica che suono, ma le mie dita devono saperla riprodurre.

Partiamo ancora della tecnica semplice. Chi inizia a muovere i primi passi sulle corde, ha bisogno di tempo affinché movimenti affatto naturali lo diventino.

Il trucco è ripeterli con attenzione e lentamente, in modo che i muscoli ricordino a puntino il movimento. Quando camminiamo non pensiamo più a come mettere le gambe e come appoggiamo i nostri piedi. Le dita sulle corde possono imparare a fare altrettanto: camminare sulle corde senza più dover pensare come.
Se lavoro con molta cura, molta pazienza e lentamente imparerò molto meglio e molto di più, piuttosto che fare migliaia di esercizi diversi e tutti di corsa con l'obbiettivo di saltare le tappe.

La stessa cosa farò con i brani musicali.
Se ho nella testa la musica, ma le mie dita non sono ancora mature nel movimento di riproduzione, continuerò a sbagliare ed ad essere insicuro.

Ripetendo più volte il brano alla velocità di esecuzione non faccio altro che "imbrogliarmi" ancora di più e alle incertezze che avevo ne aggiungo altre nuove.
Studiando velocemente non permetto alle mie dita di imparare il movimento preciso. La mia mente deve avere la pazienza di permettere alle dita di abituarsi ad ogni singolo movimento fino a ricordarselo da sole. Solo allora saranno abili nel riprodurre la musica che voglio anche ai tempi giusti.

Quando suono lentamente un passaggio sono anche in grado di capire perché sbaglio.
Non so ancora bene le note? Non uso la diteggiatura giusta? Metto male qualche dito? Non eseguo il ritmo giusto?…

Dopo ogni lezione con il proprio insegnante, noi stessi dobbiamo diventare insegnanti di noi stessi (perdonate il giro di parole…!).
Studio cercando di guidarmi da sola. Se non so fare questo e non capisco cosa devo migliorare, spreco solo il mio tempo e non progredisco per nulla.
Dopo la lezione, a casa faccio il riassunto di ciò che mi è stato suggerito e cerco di metterlo in pratica, ma quando suono non è facile riuscire a sentirmi. Per riuscire in questo un ingrediente indispensabile è la ripetizione LENTA di tutto quanto. Così avrò il tempo di accorgermi di ogni particolare.
I particolari che riuscirò a controllare sono di diverso genere: musicali, tecnici e di diteggiatura.

Riguardo alla tecnica oltre a controllare il movimento delle dita posso affinare e migliorare la preparazione dei gruppi di diteggiatura.
La preparazione anticipata di gruppi di note, come nelle scale o nelle salite e discese a tre o quattro dita, deve davvero essere anticipata e non sul tempo.
Questo permette di avere già pronte le dita del passaggio successvio prima di suonare l'ultimo dito del passaggio precedente. Così facendo la mia mano acquisterà grande stabilità e sicurezza.
Provo a fare un esempio. In effetti è più facile mostrare sull'arpa cosa intendo, ma provo ugualmente a spiegare.
In un gruppo di quattro note che salgono (do, re, mi, fa) e riscendono (mi, re do) prima di suonare il pollice devo aver riposizionato le altre dita. Questo lo devo fare non sul tempo ma un poco prima. Suonando col metronomo molto lentamente posso imparare a farlo controllando tutto per bene. Quando poi suonerò il passaggio più veloce, la preparazione rimarrà comunque anticipata anche se di poco e avrò una gran sicurezza del passaggio. La stessa cosa avviene in una scala con le voltate delle dita sotto al pollice se salgo o del pollice sopra le altre se scendo. Studiando lentamente apprendo il movimento con grande cura e così anche nella velocità non ci saranno incertezze.


Dopo un attento e paziente studio, appena mi accorgo che tutto è sotto controllo posso piano, piano aumentare la velocità. La velocità va aumentata di poco per volta. Non abbiate fretta di raggiungere la velocità di esecuzione.

Vediamo in dettaglio le velocità da scegliere per lo studio con il metronomo.

Molto in generale possiamo dire che nei tempi binari è bene usare circa 60 battiti per l'unità di tempo e nei tempi ternari 80. Ovvero che se il brano è in 4/4 o 2/4 ed è scritto in quarti e ottavi va bene un 60. Se il brano è in 3/4 o 3/8 (o 6/8 o 9/8) è bene scegliere circa 80 al quarto nel primo caso e all'ottavo nel secondo. Ovviamente se nel brano vi sono figure più piccole (sedicesimi o trentaduesimi) bisogna rallentare ulteriormente il tempo. Insomma, il tempo deve essere tanto lento da consentirvi di tenere TUTTO sotto controllo! Neppure una nota deve scappare in modo inconsapevole...
Naturalmente per ottenere ciò ci vuole tempo. Non bastano cinque minuti e neppure un'ora. Del resto non avete mica imparato a camminare o ad andare in bicicletta in un giorno, no?

Il frutto di questo lavoro è assicurato, e non sono la sola che ve lo dice!  ;-)

Durante l'ultimo corso con Gràinne Hambly a febbraio praticammo le lezioni seguendo rigorosamente il metodo ad orecchio. Gràinne eseguiva a tempo il brano poi rallentava e lo riproponeva frase per frase, indicandoci la diteggiatura.
Guidava le nostre infinite ripetizioni ma molto spesso eravamo noi ad accelerare e subito dopo a sbagliare.
La sua guida ci portava a tenere un tempo lento ma ritmicamente preciso.
Questo è importante: mantenere la scansione ritmica precisa anche in un tempo lentissimo.

Ho trovato poi, nel blog di Deborah Henson-Conant questa frase che riporto qua sotto.
Deborah è in tournée con la band di Steve Vai, chitarrista rock, e arriverà anche in Italia a novembre (Padova, Milano e Roma). Ha tenuto un diario (RockHarp Diaries) della preparazione di questo tour e tra le cose che ho letto ecco cosa dice:

"I want you to get to experience this amazing adventure with me. Because if you told me 30 years ago that practicing my freakin’ harp with a metronome for hours on end would eventually take me around the world, get me a record contract, a Grammy Nomination, lead to my own symphonic TV special, get an instrument named after me and land me in a rock band with one of the world’s greatest living guitarists, I would have given you the name of a good psychiatric social worker (and trust me, I had one).

From Deborah Henson-Conant tells stories with music

Avete capito??? ;-)

Alle volte, per i principianti che non hanno una guida sonora precisa, riuscire ad andare a ritmo lentamente non è sempre facile. Per chi non sa leggere bene la musica e non riesce a seguire il metronomo inizialmente può aiutare avere una registrazione del brano in diverse velocità.

Ma della lettura musicale ne parlerò nella prossima ricetta.

Per ora ricordate: Chi va piano va sano e va lontano! e anche: Non è mai troppo lento!!!

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