Seconda Giornata
Venerdì 12 aprile 2019
Nicoletta Feola presenta i tre relatori facendo un piccolo riassunto della giornata precedente.
Comincia Daniel Kellerhals, Presidente della Federazione Europea delle Orchestre amatoriali. ( EOfed )
Kellerhals è svizzero e di professione fa l’economista. Da
giovane ha studiato corno con un importante cornista, come ci aveva già
raccontato lo scorso venerdì, e poi si è dato da fare per creare questa
confederazione che oggi vanta in Europa un gran numero di Orchestre sinfoniche
amatoriali.
Prima di illustrare la struttura delle associazioni mondiali
di orchestra amatoriali, cita alcuni detti sulla musica di filosofi e musicisti
rinomati, perché sostiene che la motivazione è il fulcro per capire il mondo
della musica amatoriale. La domanda che lui sostiene fondamentale è: Perché la
gente fa musica?
La specialità della federazione EOfed è la musica classica
sinfonica.
Questa ha a livello territoriale i vari consigli nazionali
di musica a cui poi aderiscono anche le strutture di musica amatoriale delle
varie nazioni. La prima orchestra amatoriale in Europa si costituì in Olanda
nel 2009 che creò il primo festival delle orchestre. Da allora sono cresciute
di numero le orchestre e hanno riunito sotto lo stesso stemma sia le orchestre
giovanili che quelle di adulti. Fanno parte dell’associazione europee 28
nazioni con un numero di 65.00 musicisti soci escludendo i cori, le
associazioni di musica leggera, pop folk e Rock. Un bacino di utenza enorme che ha delle enormi potenzialità e quindi
anche una grande forza. Una tra le nazioni con il maggior numero di orchestre
amatoriali associate è la Germania.
Il valore di queste associazioni è di dare spazio nel tempo
libero a scambi culturali e sociali di alto livello. Questo crea movimento
economico per le scuole di musica, nell'educazione musicale, nel commercio di
strumenti musicali e nell'editoria musicale oltre ad elevare il senso estetico
e culturale dei partecipanti e incrementare il numero degli spettatori che si
affacciano al mondo della musica classica.
Fanalino di coda delle nazioni Europee è l’Italia il cui numero di
orchestre amatoriali è esiguo. A Milano e nell'Area metropolitana ci sono 7/8
orchestre registrate su una popolazione di circa 8 milioni di persone, la
stessa popolazione della Svizzera, dove invece ci sono 200 associazioni
musicali no profit.
Le sfide che queste orchestre Europee devono attuare sono di
quattro generi
1) reclutare nuova
gente
2) rinnovo generazionale. È evidente negli ultimi anni che
l’età media dei partecipanti cresce ed è importante che ci siano sempre nuovi
musicisti giovani per garantire la continuità nel tempo
3) Far arrivare più pubblico alle manifestazioni musicali
dell’associazione
5) Attivare fonti di finanziamenti per sostenere l’attività
delle associazioni. Oggi queste fonti provengono dalle quote degli associati,
da soldi pubblici (soprattutto in America e in alcuni stati Europei) e da
sponsor.
Nelle orchestre amatoriali, qualora partecipino musicisti
professionisti per momenti di studio o per collaborazioni vengono pagati come
professionisti. Si organizzano dei raduni annuali e dei workshop di studio a
pagamento, con quote di partecipazione dei soci. Le orchestre si preparano a
fare anche programmi impegnativi come suonare brani impegnativi tipo il bolero
di Ravel o altre sinfonie.
A questo punto vorrei subito riportare il terzo intervento
di Tommaso Napoli che verteva sulla
situazione italiana di AIMA (Aimamusic) per metter a confronto le due realtà.
Parlerò dopo dell’intervento dei due Creatori e organizzatori di Piano City (PianoCity) che ci hanno raccontato di
questa realtà che quest’anno compie 8 anni.
Tommaso Napoli comincia col dare alcuni dati numerici
significativi.
L’Italia, con 60 milioni di abitanti, vanta 77 conservatori
di, musica, 40 orchestre professionali, 30 orchestre amatoriali (bande ??) e
7/8 orchestre sinfoniche amatoriali.
L’AIMA a Milano è composta da due realtà che sono Contr’arco e i Cambristi.
Queste realtà organizzano gemellaggi con la Francia e la
Svizzera proponendo concerti. Si fa molta fatica a trovare finanziamenti oltre
alla quota associativa che è di 15,00 euro a persona annui. I soci tutt'oggi sono circa
300. Non ci sono finanziamenti pubblici
ma l’AIMA ha ottenuto un finanziamento dall'associazione delle Orchestre
americane.
Da quest’anno hanno avuto la possibilità di usufruire di una sede
per le prove mentre gli altri anni pagavano per affittare la sola prova quando
avevano bisogno. I Cambristi offrono
gruppi da camera per serata musicali nelle case in occasione di feste o raduni
familiari senza farsi pagare naturalmente.
Molti sono i musicisti amatoriali che ritornano a suonare da
adulti dopo aver fatto seguito corsi musicali da ragazzi anche in conservatorio;
altri sono insegnanti di musica (scuole musicali o scuole medie) e tornano a
suonare per il proprio piacere. Oppure ci sono persone che hanno iniziato a
suonare da adulti, ma per questi è già più difficile inserirsi in un’orchestra
sinfonica seppur amatoriale. L’ultima esperienza organizzata è in
collaborazione del trombettista Falzone con il quale si può sperimentare di
suonar improvvisando seguendo la sua direzione e la sua grande esperienza nel
campo. La prima sera di tale esperienza a visto iscriversi un gruppo di 70
elementi.
Come ha detto a questo punto Nicoletta Feola, sarebbe
interessante riprendere ciò che si è detto nella prima giornata col Maestro
Lattes che ha fatto anch’egli il punto della situazione mettendo a confronto i
conservatori, le scuole civiche e gli operatori professionisti della musica. La
Professoressa Feola fa notare come le problematiche che Kellerhals ha suddiviso
in quattro punti sono poi le stesse che si pongono i professionisti nel campo
delle orchestre sinfoniche e da camera
per quanto riguarda il reclutamento del pubblico e dei finanziamenti.
Il terzo soggetto che ha relazionato è stato PIANO CITY nella voce dei suoi due
organizzatori nonché creatori, Manuela Rossignoli e Lorenzo Carni.
Quest’anno è l’ottavo anno della manifestazione. L’idea che
ha dato il via alla kermesse dedicata al pianoforte è partita volendo copiare
la kermesse che si teneva a Berlino da diversi anni alla quale aveva
partecipato Ludovico Einaudi. In quel frangente erano le case private che si
aprivano ai concerti pianistici.
Fu proposta al settore spettacolo e cultura del comune di
Milano e venne accolta molto positivamente. Erano gli anni di una certa ripresa
culturale di Milano. L’obbiettivo focale era portare il pianoforte dove
normalmente non era possibile ascoltarlo, cioè dappertutto anziché nelle
tradizionali sale da concerto per attirare nuovo pubblico e nuovi appassionati.
Oltre alle case offerte dai privati gli organizzatori abbiamo pensato a cortili,
spazi in galleria, giardini pubblici, in alcune vie cittadine.
A me ricorda molto la prima festa della musica quasi
trenta anni fa a cui partecipai anch'io e che oggi si ripropone nel solstizio
d’estate a livello nazionale.
L’altro obbiettivo è stato quello di offrire concerti di
alto livello. Per ottenere ciò si sono vagliate le candidature dei pianisti
attraverso il vaglio di una commissione.
Ogni partecipante, professionista o amatore deve proporre un
programma di 45 minuti corredato da video che la commissione visiona. I
concerti proposti in Milano sono 450 quindi i pianisti sono 450. Le domande che
vengono vagliate ogni anno crescono di numero e arrivano ad essere il doppio di
quelli che vi parteciperanno e il lavoro della commissione è davvero grande.
Si sono aggiunti a Milano molte cittadine dell’Hinterland
che partecipano organizzando per alcuni aspetti in proprio la manifestazione.
Si sono sviluppate della collaborazione col Conservatorio e con la Scuola Civica.
Il cachet previsto è lo stesso per tutti (tranne qualche
personalità artistica particolare) che alcuni decidono di devolvere per creare
delle borse di studio che offriamo a 4 ,5 studenti più meritevoli dell’anno.
Gli sponsor principali. Oltre al comune che fa da sponsor
tecnico offendo i luoghi pubblici sono i produttori di pianoforte che mettono a
disposizione i loro strumenti e li trasportano nei luoghi di concerto. Ci sono
sponsor quali Banche, giornali, ditte e istituzioni (https://www.pianocitymilano.it/sponsor)
Per reclutare i musicisti e creare l’evento si è subito
creata una rete sul web. Ogni anno si crea un tema a cui ispirarsi che stimola
nuove idee per fare in modo che l’evento mantenga la sua freschezza iniziale,
anche se gli organizzatori ammettono che non è facile mantenerla. Il pubblico
cresce di anno in anno.
E sono cresciuti anche gli amatori che si avvicinano a
questo strumento.
La fortuna della formula dell’evento lo si deve proprio la
possibilità di ascoltare il pianoforte in contesti e luoghi che non si era mai
immaginato prima potesse esserci.
Gli stessi pianisti che hanno partecipato, soprattutto nei
primi anni dell’evento, si sono stupiti ed emozionati dalle esperienze
gratificanti che hanno provato nel contatto con il pubblico in questi contesti
inusuali.
Ma quanti sono gli
amatori e quanti i professionisti che suonano e come si possono distinguere tra
loro?
All'inizio erano in
percentuale 40% professionisti e 60% amatori oggi si sono invertiti i numeri.
Nei primi anni i professionisti rimanevo un po’ sorpresi di
dover suonare il pianoforte in ambienti non consueti e non vedevano di buon
occhio queste situazioni. Dopo l’esperienza rimanevo sorpresi essi stessi di
come il luogo e la vicinanza di un pubblico inconsueto e affascinato restituiva
loro l’entusiasmo. La differenza tra amatori e professionisti alle volte è
davvero poco marcata. Ci sono stati casi in cui gli amatori forti di questa
esperienza ha dato loro una chance per entrare nel professionismo.
Una domanda agli organizzatori di Piano City è stata: come
avete potuto creare così tanto movimento di pubblico e musicisti?
“Far Rete” inteso come utilizzare la rete ci ha dato un
mezzo molto efficace per reclutare i musicisti e per fare pubblicità.
Dopo questi due riassunti delle due giornate di studio nei
quali ho cercato di riportare tutte le idee e le esperienze dei relatori
sarebbe interessante che scaturissero delle proposte concrete per migliore sia
il mondo della musica amatoriale che quello dei professionisti.
Nell'ambito della musica classica in Italia ci sono ancora degli
scollamenti enormi. Le due realtà non si parlano ne lavorano insieme a sufficienza
e ciò non fa crescere ne l’una ne l’altra.
Nel discorso andrebbero aggiunti i dati delle associazioni
di cori e bande.
Tra il pubblico di queste due giornate c’era una
rappresentante di un coro milanese ma non ho visto nessun rappresentante delle
bande. Entrambi avevano partecipato alla prima edizione del seminario.
La partecipazione di pubblico alle due giornate non è stata corposa,
ma forse la scelta del giorno, venerdì, e dell’ora (pomeriggio dalle 15 alle
19) non ha influito positivamente sulla partecipazione.
Un grazie alle associazioni che hanno partecipato e ai relatori.
Nicoletta e Angela Feola che hanno presentato le due giornate di studio
Per maggiori info sulle giornate e per ascoltare i relatori aimamusic.it
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