domenica 12 febbraio 2012

Un magnifico laboratorio con Gràinne Hambly




Lunedì mattina ho accompagnato Gràinne Hambly all'aeroporto per il suo ritorno in Irlanda dopo tre giorni intensi di corso sull'arpa e la musica tradizionale. Ho pensato di scrivere qualche pensiero sul corso appena concluso.

Il piccolo gruppo ha lavorato con lei scoprendo la tecnica di base e i trucchi per l'apprendimento ad orecchio di brani tradizionali.
Gràinne ha offerto una grande professionalità sposata ad una dolcezza e una pazienza proverbiali che ci ha permesso di cominciare a capire lo spirito del suonare l'arpa in Irlanda. 


Il metodo di lezione che ci ha proposto è quello sviluppato da Janet Harbison, sua insegnante.
E' chiaro che i work-shop di tre giorni sono, gioco forza, un momento di scambio in cui l'insegnante cerca di trasmettere il più possibile e gli allievi cercano di imparare il più possibile. E' anche normale che entrambi, allievi e insegnante, attraversino momenti di frustrazione dovuti al fatto che le cose si imparano comunque esercitandosi nel tempo e i frutti di tali lezioni si avranno più tardi.
Ma con un'insegnante così ricca di esperienza, nonostante la sua giovane età, possiamo sicuramente sperare di crescere.

Gràinne ha scelto diversi brani che ci permettessero di avere una panoramica delle diverse danze e degli stili d'esecuzione.
Li abbiamo imparati con la tecnica ad orecchio, sfidando la difficoltà di non utilizzare lo spartito che ci è stato dato solo alla fine come promemoria.
Gràinne ci illustrava i brani storicamente e tecnicamente, poi li suonava per intero un paio di volte completi del suo arrangiamento.
Rallentando ci faceva risentire la melodia procedendo per frasi.
Riascoltando e vedendo la diteggiatura noi potevamo ripeterla più volte e cominciare a fissarla nella mente e nelle dita.
Proseguiva illustrandoci praticamente i trucchi per rendere le melodie più varie utilizzando, anche in maniera elementare, variazioni e abbellimenti tipici della tradizione.
Una volta suonata la melodia si è passati alla costruzione dell'accompagnamento. Anche qui Gràinne è maestra a creare, con pochi ma calibrati bassi e accordi, un arrangiamento efficace e armonioso. Con esempi pratici ci ha indicato il modo migliore di mettere in risalto la melodia, suggerendoci anche trucchi per lo studio personale.

Molte cose si sono chiarite e oggi i corsisti hanno gli strumenti per poter impostare un personale arrangiamento. Sembra incredibile, ma già con poche note questa tecnica di studio permette di divertirsi. Nulla è suonato per pura tecnica avulsa dalla musica. Questo è il grande pregio del repertorio tradizionale utilizzato per imparare e affinare l'apprendimento di questo difficile strumento.

Tra una ripetizione e l'altra abbiamo potuto fare mille domande sulla tecnica, sul repertorio, sulle diverse scuole di pensiero degli arpisti irlandesi più quotati e, tra le risposte esaurienti di Gràinne, non sono mancati aneddoti e testimonianze sulle scuole e sugli eventi stagionali in Irlanda dedicati allo strumento.

Gràinne Hambly durante il concerto per gli allievi 
Si ringrazia la Salvi Harps per aver messo a disposizione l'arpa Donegal


Sabato sera, durante il concerto per gli allievi, abbiamo apprezzato la sicurezza e la leggerezza del suo tocco e la sua capacità nell'arrangiare le melodie tradizionali che non sono mai banali.
Lo scorrere del ritmo è perfetto.
Ecco che, noi allievi, oggi abbiamo un modello da imitare e Gràinne ci ha dato pure gli strumenti e i metodi per provare a raggiungere la sua maestria, proprio come facevano gli antichi Bardi con i loro allievi.
Nei futuri laboratori che organizzeremo potremo approfondire molti altri aspetti della musica tradizionale e della tecnica arpistica.

3 commenti:

Padre Mattia ha detto...

Effettivamente devo dire che è stata un'esperienza fantastica sia dal punto di vista musicale che da quello umano.
Gràinne è un'Artista con la A maiuscola, ma è anche una persona di una semplicità e di una affabilità disarmanti.
Il gruppo, anche se molto eterogeneo, era affiatatissimo.
Credo che gli ingredienti essenziali ci fossero tutti. Certamente è valsa la pena sfidare la neve e le temperature polari. Esperienza da ripetere.

harpo ha detto...

Bene,
allora, appena finito di studiare tutto ciò che ci ha insegnato la facciamo tornare.
E, visto che le cose che ci ha insegnato sono tante, non aspetteremo troppo.
Sei d'accordo?

Padre Mattia ha detto...

Certamente!
Spero però che la prossima volta non sarò (come al solito) l'unico ometto e (ancora come al solito) il più "anziano".
Appello: attempati ometti arpisti in erba (m'è scappato un ossimoro) fatevi vivi! :-)