Report di Lorenzo Sentimenti
Trovandomi in
Bretagne nel mese di Luglio, unendo vacanze e ricerca di contatti per il mio
lavoro, ho soggiornato qualche giorno col mio camper “vintage” nella città di
Dinan.
Non avevo fatto
caso alle date, ma ero lì esattamente nei giorni del Festival dell’Arpa
Celtica, che quest’anno festeggia la sua 30° edizione. Dinan è una bella
cittdina di circa 11.500 abitanti (in Bretagne la densità degli abitanti è
molto diversa rispetto all’Italia, palazzine e condomini qui non esistono, per
cui se 11.500 abitanti da noi corrispondono a poco più di un paese, qui abbiamo una vera e propria città con
ospedale, pompieri e tutto il resto).
E’ una città
medievale, con un centro storico molto caratterizzato e un porto fluviale sulla
Rance: dista circa 40 chilometri dall’Oceano della Côte d’Emeraud.
Il festival
quest’anno si è svolto dal 10 al 14 Luglio, prevedendo una serie di iniziative
diverse: oltre a una quantità di concerti, in orari e luoghi diversi, era
previsto un atelier di arpa celtica per bambini, un atelier di liuteria, che
consentiva ai partecipanti di costruire un’arpa in sei giorni (o almeno di
provarci), un atelier di danze tradizionali bretoni e, ovviamente, uno stage di
arpa celtica diviso per livelli di competenza.
la ghironda
Naturalmente,
come spesso accade in questi casi, il clima che si respirava in città era
totalmente “arpico” - pure se unito a una quantità di mostre ed esposizioni
artistiche che caratterizzano il territorio – quindi ci si poteva imbattere in
arpisti non ufficiali che suonavano a ogni angolo di strada.
Suonatrice di strada
I concerti erano
previsti alle 14,30 presso una scuola media (ospitata in un bellissimo edificio
caratteristico in sasso), alle 17,30 a Le Cordeliers, uno spazio pubblico molto
bello collocato in un chiostro, che ospitava anche molte esposizioni di quadri,
e si concludevano con il “Gran Concerto” serale, al Teatro dei Giacobini, sede
principale della manifestazione.
L'ingresso del Teatro dei Giacobini
Il gran concerto
serale prevedeva l’esibizione di diversi artisti che si alternavano in
palcoscenico.
Devo dire che,
essendo i concerti a pagamento, non li ho visti tutti: dovevo razionalizzare le
mie risorse per permettermi questo mese di permanenza.
I nomi presenti
erano tanti, legati alla scena internazionale dell’arpa celtica: la maggior
parte di essi mi era sconosciuta, ma il livello tecnico e artistico molto alto,
perlomeno per quello che ne capisco io. L’arpa era declinata in diverse
proposte, che andavano dai brani tradizionali, irlandesi, scozzesi e bretoni,
alle sperimentazioni elettriche di Lena Woods, passando per le contaminazioni
etniche del nostro Vincenzo Zitello che ha ben rappresentato il nostro paese.
Devo dire che
oltre a lui erano presenti altri arpisti italiani che conosco poco (dovrò
approfondire): Enrico Euron ed Enzo Vacca, che ha dedicato il suo lavoro a rielaborare
con l’arpa il repertorio tradizionale della sua regione: il Piemonte. Entrambi
hanno suonato in coppia rispettivamente con Anne-Gaelle Cuif e Françoise
LeVisage.
Nutro dubbi
sulla nazionalità di Andréa Seki.
Quello che mi ha
fatto sentire come un bambino nel paese dei balocchi era il salone allestito
presso il foyer del teatro, dove diversi produttori presentavano i loro
strumenti: occhi che luccicano…
Resoconto
tecnico: la nostrana Salvi non presenta niente di nuovo: puntava molto sulla
promozione dei suoi modelli d’ingesso “Titan” e “Mia” proposti in nuovi colori
e in due versioni di corde, nylon e budello: ho scoperto che il budello produce
un suono molto più caldo e in qualche modo pieno (anche se le mie “antiche”
esperienze di tennista mi fanno pensare che tenere accordata un’arpa con il
budello aggiunga difficoltà alla già non semplice impresa).
Grandi novità in
casa Camac: un nuovo modello, “Isolde”, molto bello, caratterizzato da
modiglione con linea “spezzata”, che si rifà agli antichi disegni bretoni.
Ricordo di aver visto una vecchia foto di Alan Stivell bambino, che suonava la
sua prima arpa costruita da suo padre, e che aveva appunto quella
caratteristica forma di modiglione. Isolde è inoltre fornita di due tipi di
cordiera: con tensione da arpa classica, quindi più tesa, e con tensione da
celtica.
Gran bel suono,
anche sui bassi, e prezzo, direi, interessante per una celtica professionale:
2500 euro.
Camac presentava
inoltre una versione del modello “Telenn” in legno d’acacia che la rende
leggerissima, con sonorità molto calde e tensione delle corde bassissima. In
pratica tutta un’altra arpa.
Poi molti
produttori artigianali, con arpe di liuteria: fra di essi è impossibile non
citare il bellissimo lavoro di Franck Sievert che conoscevo solo da internet.
Di
inconfondibili origini vichinghe, probabilmente con un po’ di sangue di elfo
della foresta nera, è una persona molto cordiale che parla un ottimo francese
(per fortuna).
Guardando e
toccando i suoi prodotti non si può fare a meno di notare la differenza
rispetto alla produzione industriale: la cura dei particolari, anche minimi è
evidentemente maggiore.
Ma sembra anche
la stagionatura e lo spessore dei legni utilizzati.
E in effetti
devo dire che il suono che scaturisce dalle sue “Silmaril” è veramente molto
bello per calore, timbro, profondità dei bassi e brillantezza “morbida” delle
note alte.
Ho potuto
strimpellare un’indegna “Brian Boru’s March” (unico brano che un po’ mi
ricordavo dai miei esordi di arpista) e direi che anche la cordiera è molto
comoda…
Sievert monta
come standard meccaniche Camac, ma a richiesta, con un sovrapprezzo, può
montare meccaniche di suo brevetto. Mi ha inoltre detto che sta mettendo a
punto un nuovo sistema di semitoni, molto efficace e preciso, che sarà pronto
per il prossimo anno.
I prezzi si
allineano a quelli delle altre arpe: una “Silmaril”, che è il suo top di gamma
costa attorno ai 3500 euro, e viene costruita su ordinazione in 6-8 mesi. Il
committente può scegliere tutta una serie di varianti, a partire dal tipo di
legno.
Lorenzo che suona l'arpa Silmaril
E’ molto
interessante anche il fatto che con un sovrapprezzo di 195,00 euro inserisca
nell’arpa un sistema di amplificazione della stessa, che può risultare molto
utile nei concerti all’aperto o assieme ad altri strumenti.
Una cosa molto
bella è che nel salone era presentata anche la “Kora” uno strumento africano,
da vedere simile un po’ a un sitar e un po’ a un liuto, che emette un suono
dolcissimo, forse un po’ malinconico, a metà fra l’arpa e la chitarra acustica.
Abbiamo sentito una bellissima presentazione musicale di questo strumento nella
meravigliosa chiesa gotica della città dedicata a Saint Malo.
Se avete intenzione di passare una
vacanza in Francia attorno alla metà di Luglio, una tappa a Dinan e al suo
Festival dell’Arpa Celtica è d’obbligo.
1 commento:
Ciao Lorenzo...
in effetti Andrea Seki è italiano ma vive in Bretagna da anni ed è stato l'arpista che ha riscosso piu successo a Dinan...il suo nuovo album Son Atlantel é stato logiato ampiamente dalla critica e ha avuto un grosso riscontro di pubblico sia in Bretagna che in Italia. Puoi vedere sul suo sito il suo percorso
(http://www.elfic-circle.com/index.php?lang=ita&pag=biografia)
Tra l'altro organizzerà uno stage d'arpa celtica ad Assisi...qui trovi il link facebook cosi magari se puoi diffondere la voce (https://www.facebook.com/events/606998482654170/)
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