Bella domanda!
Tutte le volte che si scorda!
Ma va???
E quando si scorda?....
SEMPRE!!!!!
Zabaleta diceva (l'avevo già scritto da qualche parte, ma repetita iuvant) :
"Gli arpisti passano metà del loro tempo ad accordare e l'altra metà a suonare stonati!"
A parte gli scherzi, ricevo spesso domande e richieste di consigli sull'accordatura.
Per esempio se le "pakistane" sono più difficili da accordare delle altre arpe.
Beh, direi di sì, visto che sono arpe solo in apparenza, direi quasi dei soprammobili.
La struttura, il legni usati, l'approssimazione dei piroli, dei capotasti e dei fori nel modiglione, la qualità delle corde fanno in modo che sia quasi in miracolo riuscire ad accordarle. E non è certo questione di assestamento. Qualcuno mi conferma che anche dopo 4 anni l'arpa non sta accordata per nulla…
Addirittura se tengono un po' l'accordatura rischiano di saltare: salta la tavola armonica, il modiglione di spezza in più punti e, penso che basti.
L'arpa, a onore del vero, è uno strumento che richiede un grande pazienza per accordarlo e l'accordatura di base (cioè a diapason) si mantiene perfetta per poco.
Ecco che ogni giorno ha bisogno di una ritoccatina.
Prendiamo in considerazione la prima accordatura. L'arpa nuova che esce dalla ditta dovrebbe essere già stata accordata e avere avuto un periodo di assestamento di 15/20 giorni. Questo perché per poter montare le leve in posizione perfetta, centrando cioè il semitono, la corda deve poter tenere l'accordatura. Se poi la ditta ha fretta e sui modelli base non fa questo rodaggio…peggio per il cliente.
Poi c'è da calcolare il tempo che passa da quando esce dalla fabbrica e sta in esposizione prima dell'acquisto. Se il rivenditore è specializzato si preoccuperà di tenere in tensione a diapason le sue arpe e questo per due ovvi motivi.
Il primo per mantenere lo strumento efficiente; il secondo per permettere al cliente di provare lo strumento prima di comprarlo.
Se vedete una bell'arpa in esposizione e volete sentire il suo suono, questa ve lo potrà "mostrare" solo se è già accordata e mantiene l'accordatura. Non basta accordarla un'ora prima della vostra prova. Non terrà affatto e voi non sentirete il suo vero suono. E in più non potete verificare se ci sono dei difetti nel montaggio delle leve.
Poi è vero che il suono si "farà" di più suonandola. Anzi, ci sarà un tempo di assestamento (in cui la tavola armonica prendere una lieve curvatura fisiologica) e il suono acquisterà il suo vero carattere. Più dolce, più squillante, più scuro, etc. etc…
Di solito le arpe a levette vengono accordate a corde vuote in mi bemolle, e questo per poter avere a disposizione le tonalità centrali della gamma.
Spostando le tre leve del Si, Mi, e La avrete la tonailtà di do maggiore e azionando le restanti avrete le tonalità con i diesis. Non potrete suonare in quelle con più di tre bemolli e con più di tre diesis, che normalmente non si usano su questo tipo di arpe.
Se necessario dovrete scordare o tendere le corde che vi servono.
Ora, una volta che avrete acquistato la vostra arpa bella accordata, non pensiate che questa rimanga tale e voi potrete occuparvi solo di suonare.
L'accordatura del vostro strumento è e rimarrà parte integrante del tempo del vostro suonare. Le corde, di qualunque materiale siano, si scordano sia per l'azione del suonare che per il tipo di temperatura e umidità dell'ambiente.
Quindi con i primi rudimenti si deve subito imparare ad accordare.
Per i bambini piccoli che iniziano è fondamentale l'aiuto degli adulti. Suonare su un'arpa le cui corde non riportano le note giuste della scala vuol dire creare confusione e disincentivare lo studio ancora prima di iniziare.
Ma anche per gli adulti che non hanno esperienza l'operazione richiede tempo e pazienza. Soprattutto all'inizio. Poi, con l'andar del tempo si diventa più veloci e pratici.
Consiglio a tutti di dotarsi di accordatore elettronico e iniziare con quello per avere una guida più sicura.
La prima accordatura va fatta partendo dalle corde più basse (quelle vicino alla colonna). Questo permette alla tavola armonica di adattarsi meglio.
In seguito accordate prima la zona centrale, poi quella dei bassi e infine quella degli acuti.
Le prime volte accordate seguendo la scala che avete scelto poi imparate anche a sentire le ottave e le quinte. Vanno un po' aggiustate ad orecchio, ma è una pratica che si impara poco per volta.
Grande pazienza e perizia vi permetteranno di imparare ad accordare bene il vostro strumento.
E per sdrammatizzare eccovi un'idea.
E per sdrammatizzare eccovi un'idea.
Per fare che la nostra arpa non si scordi mai, il mio collega percussionista mi ha suggerito questo:
Prendi un bel bigliettino e attaccalo al modiglione e poi scrivici:
"Il primo Amore non si scorda mai!!!"
…un po' ingenuo, ma si può provare…
Vorrei ringraziare Rosangela che con questo articolo risponde a molti miei dubbi in proposito. Ricordo a tutti anche un articolo di un po' di tempo fa: "Accordare l'arpa: con o senza accordatore?" che era altrettanto esauriente sull'argomento. Io sono uno di quelli che dopo un po' di Arpa pakistana ha desistito. Ora sono in attesa di poter comprare un arpa "vera" e ricominciare ad accordare :-)) Certo che il collega percussionista l'ha pensata giusta: alla fine basta volere davvero bene alla nostra arpa... ma forse è per quello che poi l'accordiamo con tanta cura... il cerchio si chiude.
RispondiEliminaBuona musica a tutti
Lorenzo