Le orchestre mono-strumentali sono gruppi musicali assai strani, assomigliano a branchi di animali che si uniscono in una grande famiglia e si danno una mano per sopravvivere meglio....
Lavoro in orchestra e amo suonare in orchestra. Essere immersa in un gruppo di persone che con i loro strumenti producono tanti suoni diversi tutti insieme è una cosa bellissima.
Anche la musica da camera mi ha sempre appassionato e per anni ho suonato in gruppi assai diversi e interessanti.
In questi anni in cui mi sono dedicata allo studio dell'arpa celtica ho scoperto un nuovo modo di far musica, diverso da quello accademico e "classico" a cui ero abituata. La musica tradizionale irlandese ha costruzioni musicali assai semplici, ma la particolarità di lasciare ad ogni interprete, sia esso professionale o amatoriale, la possibilità di creare una sua piccola o grande interpretazione.
Inoltre le lezioni di gruppo che appartengono al metodo d'insegnamento tradizionale irlandese, danno la possibilità di far diventare un momento di apprendimento anche un momento di aggregazione sociale.Questo è un aspetto particolare che si può ritrovare nella compagini mono-strumentali. La banda e i cori amatoriali offrono la possibilità di far musica insieme, che è la cosa più bella per chi ha come hobby il far musica.
Nella musica leggera oggi sta avvenendo la stessa cosa. Gruppi di persone, anche non più giovani, che si ritrovano a suonare nei fine settimana, riproponendo le cover dei loro complessi preferiti o jazzando le loro canzoni.
Le Orchestre d'arpe stanno crescendo in Italia. Molte sono create nell'abito dei conservatori, dove le classi di arpa numerose danno questa possibilità. Questa è una grossa opportunità per gli studenti, perché amplificano la possibilità di fare esperienza di musica d'assieme.
Le insegnanti che si mettono a disposizione per creare e condurre questi ensemble devono avere molto pazienza e grande capacità perché amalgamare un gruppo d'arpe non è cosa facile.
Chi, come me, provò a suonare in duo d'arpe sa bene che è già molto difficile trovare un intesa in due, figuriamoci con gruppi di arpe che vanno dai 6 elementi fino a …50.
Si ho detto 50! Perché l'Orchestra Italiana D'arpe si fregia di avere 50 elementi che provengono da tutt'Italia.
A parte questi grandi eventi, che non possono che essere sporadici per ovvi motivi organizzativi e di costi (e pure per motivi musicali…) trovo simpatico che ci si ritrovi ciclicamente a suonare in orchestre d'arpe ben costruite e affiatate.
Immaginare che giovani leve e arpisti ormai adulti si ritrovino a far musica insieme può diventare una bella abitudine che scongiura a molti di appendere lo strumento a chiodo (e che chiodo per appendere le pesantissime arpe a pedali) e pensare con malinconia, se la vita ha fatto intraprendere altre strade, di non aver più occasioni di suonare.
Lo star insieme facendo musica è una delle cose più belle della vita.
In un prossimo post farò un piccolo tour in Italia e all'estero per raccogliere notizie sulle orchestre d'arpe blasonate e quelle giovani, giovani appena nate per farvi conoscere una bella realtà e, magari per farvi scoprire, che avete a pochi passi da casa una realtà a cui aggregarvi.
Non sono un arpista, ho frequentato il Conservatorio (solo 3 anni, quelli della Media) quando il mio strumento (la fisarmonica) ancora era considerata un po' troppo folk per quella scuola. Da lì la mia vita ha dovuto cambiare direzione e ripiegare sul "lavoro" manuale, lasciando perdere l'arte che avevo, ma che ancora ho dentro. Ho sempre continuato a suonare sia pure in un ambito molto popolare, ma con buone soddisfazioni. Ora "ben" adulto mi sto appassionando alla ricerca e approfondimento di musica popolare, ma classica, dove l'arpa era molto presente. Le chiedo, se può,
RispondiElimina1)l'estensione dello strumento;
2)secondo l'accordatura, che ho letto in dob, la scrittura di un brano viene riprodotto dallo strumento tale e quale come il pianoforte? O c'è bisogno di un trasporto particolare?
La ringrazio dell'aiuto che mi vorrà dare perchè vorrei poter scrivere qualcosa di "riproducibile". Grazie ancora.
Vincenzo
Gentile Vincenzo,
RispondiEliminaLe rispondo in maniera stringata, perché alcuni concetti sulla composizione per arpa sarebbero da sviscerare con più calma.
Ho però un dubbio sul tipo di musica che desidera comporre (La musica popolare, ma classica, dove l'arpa era molto presente) e a quale tipo di arpa si riferisca.
Tenga presente che le arpe possono avere 21 corde fino a 47 dell'arpa classica a pedali.
Le arpe celtiche hanno diverse estensioni:
21, 27, 34 36, 38 corde.
Può farsi un'idea delle estensioni precise curiosando nei siti dei costruttori, i quali, di solito, mettono l'estensione precisa di ogni modello.
Nel blog troverà un articolo del marzo scorso che titola "Costruttori d'arpe nel mondo".
Queste arpe sono dotate di levette (ecco perché sono chiamate anche arpe a levette) inserite sul modiglione, appena sotto al capotasto e che servono per innalzare ciascuna corda di un semitono operando lo spostamento con la mano sinistra. (Leggi: "Datemi un leva" in questo blog)
L'intonazione di base di queste arpe è variabile, ma per la maggior parte si preferisce accordare in Mi bemolle per poter avere a disposizione le tonalità centrali della gamma generale.
Le arpe a pedali hanno estensioni da 40 a 47 corde. I pedali operano il doppio innalzamento (di due mezzi toni) di ciascuna corda (sette pedali, uno per nota) essendo accordate a corde vuote in do bemolle, permettendo così di suonare in tutte le tonalità. Le alterazioni di passaggio si eseguono mentre si suona operando gli spostamenti, appunto con i piedi. Ogni pedale cambia l'intonazione della stessa nota in tutte le ottave. Nulla a che vedere con i pedali del pianoforte, che invece servono solo alle variazioni d'intensità del suono.
Lo spartito dell'arpa è identico a quello del pianoforte (chiave di violino e chiave di basso), ma la tecnica dei due strumenti non è affatto identica. Molti passaggi facili sul pianoforte possono essere assai difficili sull'arpa e viceversa.
Consiglio a tutti i compositori, siano essi in erba o professionisti, di far testare le loro composizioni ad un arpista esperto, perché solo così si potrà essere quasi sicuramente certi che la composizione sia suonabile e valorizzi le peculiarità dello strumento.
Buon lavoro!