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venerdì 9 novembre 2018

La palestra delle note!



Suonare è quasi come fare ginnastica, ma come i muscoli del corpo anche quelli delle dita che volteggiano sulle corde vanno allenate bene e poco per volta!
L’atto del suonare uno strumento musicale mette in azione moltissime abilità e per capire come fare ad “allenarsi” è necessario comprendere ciascuna abilità come deve essere allenata.

La caricatura di Antonio qua sopra, mio collega musicista, lo fa vedere bene! PALESTRA! (Bravissimo il caricaturista Davide Bona!!!!)  

Alle volte le parole studio ed esercizio fanno paura, ma se noi le sostituiamo con allenamento e palestra magari ci risultano più simpatiche.
Capire come allenarsi è importante per faticare il giusto e avere dei risultati, sia per gli amatori che per i futuri professionisti.

Tanto per farvi un po’ di risate, alla mia “tenera età” mi sono iscritta in palestra da un mese e il mio trainer che mi ha vista con l’occhio clinico ed ha ascoltato le mie esigenze e le mie aspettative da questa attività mi ha fatto una scheda per iniziare.
Visto che non ho mai fatto ginnastica in vita mia ha ritenuto opportuno andarci piano con i pesi e la tempistica e ha lasciato a me la decisione di quanto frequentare. Facendolo come hobby (o semplicemente perché ne ho bisogno per non “incriccarmi” del tutto) cerco di andarci il più possibile compatibilmente con gli impegni di lavoro e di vita che ho.
Se sto più di tre giorni senza andarci lo sento sulla mia pelle e i miei muscoletti ricominciano quasi da capo ogni volta.
Succede la stessa cosa con l’attività del suonare.



La scheda iniziale equivale alla conoscenza tra insegnante e allievo (e viceversa) e stabilire esigenze e aspettative è fondamentale. Se si parla di ragazzi sarà un conto se si parla di adulti un altro.
Facciamo finta che l’adulto, come me in palestra, voglia iniziare da zero a suonare uno strumento. Di sicuro i muscoletti delle dita non li ha mai usati per pizzicare le corde e deve apprendere la postura migliore allo strumento per non farsi venire un mal di schiena, di collo e di spalle dopo pochi minuti che suona. L’occhio del trainer è quindi fondamentale. Sarebbe bellissimo avere delle belle “palestre musicali” con trainer a disposizione sempre, così che uno che si mette ad allenarsi all'arpa quando può e quando vuole se fa delle sciocchezze è subito ripreso e aggiustato. Invece la lezione dura un’ora*1 e poi per tutto il tempo che uno dedica ad allenarsi a casa nessuno lo controlla e siccome non ha esperienza non si accorge nemmeno se le dita vanno giuste o sbagliate.

Vediamo quali sono gli step principali dell’apprendimento.

Primo step: la postura del corpo allo strumento

Secondo step: imparare con esercizi di base a muovere le dita sulle corde

Terzo Step: allenare l’orecchio e il senso del ritmo

Quarto step: divertimento! Ovvero suonare musica vera

Per i primi due step per raggiungere un livello di base ci vogliono un po’ di mesi di lavoro con un maestro che vi guardi una volta alla settimana per evitare che prendiate brutte pieghe. Ah, dimenticavo: c’è da aggiungere il vostro lavoro a casa che è la parte più importante
Per mettere nelle dita facili automatismi**2 è necessario suonare almeno un poco tutti i giorni. Se dilatate i tempi delle lezioni e suonate una volta ogni 3 o 4 o 5 o 6 o7 o 8 giorni dilatate anche i tempi di un soddisfacente risultato. 
Attenzione che le dita, oltre che ad imparare a mettere in vibrazione le corde una per una, devono imparare a coordinarsi tra loro e le due mani lavorano in modo diverso: melodia, accompagnamento, moti contrari, accordi etc. etc… In pratica fanno delle vere e proprie coreografie inizialmente nella tecnica dove i moduli sono molto simili e ripetitivi, e poi, nella musica vera dove si devono muovere in maniera simmetrica, o asimmetrica, saltare da un punto all’altro dell’arpa, andare veloci, andare lenti. Sono come le gambe di una ballerina quindi non si può pretendere di fare tutto e bene in pochissimo tempo e magari pensando che basti la lezione.

Il terzo step si allena con esercizi ritmici che si possono fare prima di suonare seguendo musiche e brani con il battito delle mani e dei piedi. Una sorta di allenamento ritmico che può indicarvi il vostro stesso insegnante.  La lettura ritmica è ottima un po’ meno il solfeggio vecchia maniera.
Il quarto step è altrettanto importante: il vostro maestro si deve impegnare a farvi divertire almeno un po’ con la musica anche se voi state sull'arpa come un bambino che si regge appena in pedi.
E qui è davvero importante la passione e la maestria del maestro! (bello il gioco di parole).  Riuscire a trovare piccoli brani “pseudo” musicali per non farvi annoiare all'inizio non è facile. Se sono troppo basici non piacciono, se sono troppo di difficili “incasinano”! Magari voi stessi vorreste suonare un motivetto che vi piace tanto e quello che sembra così semplice cantato o suonato dal vostro complesso preferito, sull'arpa è veramente impegnativo.

Naturalmente non tutti abbiamo le stesse capacità e non tutti apprendiamo allo stesso modo.  I tempi di apprendimento non sono per tutti uguali. Alcune hanno la musica dentro e riescono in un attimo a capire come fare. Hanno una buonissima coordinazione e una intuizione fisica sulle corde già predisposta. Altre invece costruiscono tutto questo passo dopo passo e magari ci mettono più tempo.
E qui, a differenza della palestra, dove io, schiappa, vedo intorno a me giovani e aitanti atleti e cerco di copiare i movimenti come meglio posso e i trainer mi aiutano, chi suona da solo e non vede nessuno e fa poche lezioni, rischia di impantanarsi ancora prima di avere un minimo di soddisfazione.

D’altra parte, gruppi di orchestre d’arpe che si incontrano a fare musica e accolgono principianti senza avergli dato un minio di base rischiano sul lato opposto: nei primi tempi creano grandi aspettative e un poco di divertimento ma a poco a poco arriva per questi l’ansia da prestazione (mettendosi a confronto con gente più pratica che ti dà dei punti) che, senza avere le minime basi tecniche e musicali, induce i malcapitati ad arrangiarsi mettendo le mani male inventandosi stratagemmi che a lungo andare renderanno il suonare più difficile creando stress inutili.  La perdita di entusiasmo è quasi assicurata.
Il meglio sarebbe iniziare con un buon insegnante per qualche mese e poi trovare un gruppo capitanato da un vero esperto che ti inserisca nel contesto tenendo presente le capacità che hai raggiunto e dandoti una parte adeguata alle tue possibilità.
Allora sì che ti diverti!

Tornando allo studio che fa parte della musica è necessario, oltre all'allenamento tecnico sulle corde, ascoltare molte volte il brano suonato da un esperto e magari farsi fare una registrazione ad una velocità più lenta. Seguire sullo spartito lo stesso brano per imparare a decodificare la scrittura musicale che non è così difficile se ben guidato sin dall'inizio. Seguire ritmicamente con il battito delle mani o dei piedi la scansione del tempo e entrare nei particolari ritmici dei disegni musicali di cui è composto.

Suddividere il brano in piccolissime sezioni e cominciare a suonare le varie sezioni più volte fino ad avere una sensazione di maggior sicurezza. Importantissimo è seguire le diteggiature che vi ha consigliato il vostro maestro, perché molti errori derivano dal mettere le dita a caso. 
Collegare le varie sezioni in segmenti più lunghi e piano piano arrivare a suonare tutto il brano da capo a fondo. Tutto questo lavoro va fatto LENTAMENTE e poco per volta aumentare la velocità seguendo un poco il metronomo. Appena siete più sicuri sarà molto utile suonarlo insieme ad altri o col vostro maestro e, poco per volta, le vostre abilità cresceranno.
Quando suonerete il brano per la prima volta con gli altri non sarà facilissimo, perché dovrete abituarvi ad ascoltare ciò che fate e in contemporanea ciò che fanno gli altri ad un tempo che magari non è lo stesso a cui voi siete abituai. Più lento o più veloce. Cercare in questo caso di adeguarvi vi fa crescere sia musicalmente che tecnicamente.

Finito il momento di lavoro insieme agli altri avrete più chiaro dove sono i vostri punti deboli su cui lavorare e da affinare per il prossimo momento di musica in gruppo.

Altro salto di qualità lo farete quando proverete a suonare di fronte a qualcuno. L’emozione può giocare brutti scherzi e non sempre sarete felici dei vostri primi risultati. Ma anche le emozioni vanno capite, accettate e bisogna imparare a controllarle. Altro lavoro da fare in palestra!





1*Mezz'ora di lezione! pensate che in certe scuole, per una questione di business e di costi si fanno anche lezioni di mezz'ora…
In mezz'ora non si riesce nemmeno a scaldarsi figuriamoci come può un maestro insegnare e un allievo imparare. Se poi, mentre sei lì che fai lezione di arpa e non hai ancora conosciuto l’allievo, nell'aula a fianco senti la lezione di violino, e nell'altra quella di batteria t’immagini come si possa imparare? Non riesci nemmeno a sentire cosa sta suonando! E succede sapete, succede spesso! In questi casi, se non imparate nulla non prendetevela con voi stessi ma aprite gli occhi. Le condizioni non sono quelle giuste.

2**Gli automatismi delle dita sono gli stessi che utilizzate nelle altre parti del corpo ci permettono di camminare, prendere oggetti, correre a prendere il treno senza che voi dobbiate pensare consapevolmente ad ogni singolo movimento dei muscoli. Sullo strumento musicale sarà uguale. Se non imparate e fare vostri questi automatismi ogni volta che suonate dovrete tenere sotto il controllo della vostra mente talmente troppe cose che il suonare sarà uno stress più che un piacere. 
Il movimento delle dita deve associarsi all'ampiezza degli intervalli, alla capacità di saltare come su delle liane tra i vari registri dove le corde diventano da sottilissime a medie e grosse. Imparare ad atterrare e a far forza su diversi tipi di tensione (ogni corda ha una tensione diversa e le corde sono tante) a tempo con ritmi diversi tra le due mani e cercare pure di fare sfumature cercando di ottenere dei piani e dei forti è tutta roba che si impara col tempo: un tempo passato a suonare. Meno suonate e meno diventerà facile suonare.
Se poi volete leggere la musica mentre suonate aggiungiamo un’altra abilità a quelle già descritte. Senza automatismi che vi permettano di suonare senza guardarvi continuamente le mani, gli occhi sullo spartito non li metterete mai.





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