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venerdì 21 settembre 2018

Isabelle Moretti a Milano a settembre - Grazie CAMAC





Isabelle Moretti?  Chi è?
Una Dea all'arpa!
Si, mi era piaciuta a Parigi quando suonò all'esposizione internazionale dell’arpa un anno o due dopo aver vinto il primo premio al Concorso internazionale d’arpa di Israele.
Magra, capelli scuri non troppo lunghi, vestiva sobria ma con un’eleganza innata.

Beh, che dire? Avrei voluto assomigliarle almeno un po’.
Suonava dei brani difficilissimi con una sicurezza, una leggiadria pazzeschi e una musicalità incredibile!!!
Eravamo in una sala da concerto a Parigi. Non ricordo il nome, ma ero a pochi passi da lei e non ho staccato né occhi né orecchie per tutto il tempo.
Davvero mi ha impressionato. Tanto impressionato che, essendo io più vecchia di lei di due anni, poco motivata e con una scarsissima autostima, ho pensato che mai avrei potuto nemmeno eguagliarla.

Non ero invidiosa ma consapevole che avevo ascoltato una dea superiore dell’arpa. Un po’ come quando avevo ascoltato dal vivo Michel Petrucciani, o ascoltato Bernstein con l’orchestra giovanile di Tanglewood che dirigeva la Sagra della Primavera. Sai che ci sono geni della musica! PUNTO!

Oggi, cinquantaseienne io, alla ricerca del tempo perduto e con una fame di comprendere come si fanno bene le cose a cui tieni, l’ho rincontrata. Isabelle ha donato un giorno del suo prezioso tempo per un Master a Milano ad un mucchietto di giovani allievi: tredici, sedici, diciotto, vent'anni e poco più.




Mi sono rivista in alcuni di loro e ho rivisto alcuni miei difetti, ma ho anche visto diverse motivazioni, altre preparazioni e altri caratteri. Una giovane generazione molto preparata.

Isabelle li ha accolti, ascoltati, incoraggiati, e consigliati.

Alcuni di loro con qualche difetto: le spalle un poco alte, qualche problema a prendere le note giuste con la facilità che vorrebbero, alla ricerca di un suono più bello...
In una giornata di lavoro, Isabelle ha fatto il riassunto di molte cose che ho imparato in questi ultimi 11 anni. Anni preziosi per il mio suonar l’arpa e anche se ormai non sono più in lizza per il posto di “prima donna”, sono in tempo a dare qualche preziosa goccia di entusiasmo e di precisione a chi ha voglia di suonare per diletto o per passione.
Non è mancanza di umiltà la mia di oggi, ma consapevolezza che ognuno hai i suoi tempi e le sue fortune.

“La postura all'arpa è tra le cose più importanti per ben iniziare” dice Isabelle.
Il nostro corpo lo dobbiamo sentire e noi dobbiamo respirare con la musica che andiamo a fare. Molto utili sono le tecniche e gli esercizi come lo yoga. 
L’obbiettivo che ci spinge a studiare ci fornirà le risposte per trovare la strada giusta.”

Come si trova la strada giusta? Bisogna vedere se hai “i piedi giusti” per camminare o per correre. Alcune doti le devi avere, come si dice "innate", alla faccia della teoria, americana per elezione, che recita che tutti possiamo fare tutto basta volerlo. Una certa predisposizione ci vuole.

Si, si,  ci sono le eccezioni: la ballerina che non ha braccia e sembra non averne bisogno, Bebe Vio che tira di scherma senza braccia e senza gambe, un americano che si è voluto dedicare al Sumo ed è diventato un campione…

Ma per la maggior parte di noi comuni mortali ci sono capacità li pronte da affinare e altre che proprio non abbiamo.

Per esempio: non pretendete da me che impari le lingue o mi metta a far di conto! È inutile; fatica sprecata.

Bene.

Allora, considerando che hai doti musicali, una mano agile e pronta a tendere una corda, ecco che viene il bello. Tutto questo non basta. Se queste doti non le affini nel modo giusto e con molta determinazione studi e ti dai da fare, non arrivi da nessuna parte.

“Lo studio della musica lo si impara subito, da bambini. Quando cominci a suonare un branettino, chiediti chi l’ha scritto e perché.
Guarda come ‘è fatto: armonia, forma, temperamento, tempo, difficoltà tecniche.
Poi lo devi mettere nelle dita e il tuo cervello le deve seguire e il tuo orecchio deve ascoltare per capire se quello che fai è davvero quello che vuoi far sentire.
Vuoi o non vuoi farlo sentire a qualcuno? Hai vergogna, hai timore, ti tremano le dita? allora allenati anche per questo. Non basta studiare e fare tutto giusto tra le mura di casa tua se vuoi fare il musicista.”

“Quando ti ascoltano un numero superiore a tre persone, il nostro cervello emotivo si attiva in maniera completamente diversa e non tutti siamo in grado di gestire questa adrenalina senza allenamento.
Alleniamo la nostra emotività con tecnica giuste. Senza questo allenamento potremo avere degli ottimi momenti di PANICO!”

PROVATO sulla mia pelle! Vi garantisco che sono stati tanti e che da pochissimo sono riuscita a controllarli in anticipo e ha non farmi sopraffare.

“Il panico, poi,” come dice Isabelle, “scaturisce da fattori diversi: inadeguata preparazione, mancanza di concentrazione e si, alla fine anche incapacità di assorbire l’emozione e convogliarla. E aggiungiamo: mancanza di certezza dei nostri obiettivi.
Tutte cose queste che si imparano con i giusti allenatori. 
Isabelle dice anche che non si fa tutto questo lavoro solo per la gloria e per la “michetta di pane”, ma soprattutto se si ha amore per la musica e del suonare. Allora si che si comunica qualcosa di bello.
E lei lo fa di sicuro.

Quanto si studia?

Isabelle ad un certo punto dice: “Voi ragazzi avete poco tempo per studiare (chi fa il liceo, chi l’università e la scuola occupa molto tempo) e non potete certo studiare 5 ore al giorno e così dovete imparare a studiare senza perdere tempo.”
Avete capito bene! si dovrebbe studiare almeno 5 ore al giorno!

Come fare per non perdere tempo? Preparando lo studio prima di sedersi all'arpa e leggendo bene la lo spartito come fa il direttore d’orchestra prima delle prove.

“Le vostre dita saranno l’orchestra e alle volte il vostro cantante. Sapere com'è fatto il brano e che cosa volete trasmettere. Capire il suo sviluppo generale ed entrare nei particolari tecnici per immaginarlo all'arpa. Diteggiarlo e poi cominciare a studiarlo. LENTAMENTE!!! Senza errori con le giuste diteggiature. Meno pulito lo studiate all'inizio e più facile sarà sbagliare quando lo suonerete in pubblico. Appena lo avete ben letto cercate subito di far musica.
Quando un pezzo è maturo non importerà più l’errorino passeggero (in fondo rimaniamo sempre esser umani!)  ma conterà molto di più il vostro discorso musicale anche se vi dovesse far prendere dei rischi."



Isabelle a Milano lo scorso 16 settembre con Ebony Canopéè della CAMAC

E questo è solo l’inizio di cosa potrebbe dirci Isabelle se andassimo regolarmente a lezione da lei tutti i giorni. (MAGARI!)
Isabelle, così some l’ho vista al master ha un carattere dolce ma deciso, ma, almeno in quella situazione, ha dato a tutti positività e spunti per migliorare. Magari se ti ascolta tutti i giorni e tu non studi e non progredisci, magari si arrabbia anche lei…Chi lo sa?

Altri consigli tecnici sono venuti fuori quando trovava alcune dita deboli che non rispondevano come dovevano alla loro funzione nella frase.
Isabelle dice di allenare ciascun dito con cura: la settimana del pollice, il mese del 4° dito, i quindici giorni del 3°! E via così!

"Ascolta il suono che produci: ti piace? E' quello che vorresti sentire? Se non è quello giusto cercalo, e non accontentarti quando studi.
Studia brevi passaggi con molta cura e fra una sessione e l’altra (max. 40 minuti di seguito), fai una pausa. Ne hai bisogno per il corpo e per la mente. Vale per ogni tipo di studio e per l’arpa che implica una postura comunque  faticosa lo devi fare per non avere problemi fisici che possono diventare anche molto pesanti.
I tuoi piedi non sono taglia 45/50? Metti un bel tacco che ti aiuta a raggiungere i pedali senza perder il contatto col pavimento che è molto importante.  Bisogna distribuire il peso dello strumento dalla spalla destra, alla schiena e alle gambe e le ginocchia ti aiutano a sostenere la cassa armonica. L’equilibrio di questi punti ti permette di suonare in scioltezza e di sentire meno la fatica."

Il ritmo e il tempo non si prendono alla leggera!

“Sei nel mezzo di centinaia di note che volteggiano su e giù? Attenzione a sapere sempre dov'è il battere di tutte quelle volatine se no rischi di prendere la discesa e rovinare alla fine senza che nessun del tuo pubblico abbia capito nulla. E se vuoi suonare un passaggio veloce fai attenzione a non esagerare: poca chiarezza rende meno di una maggior nitidezza con qualche tacca in meno di metronomo.”



Forse ho dimenticato qualcosina delle moltissime cose che ci ha detto, ma credo che se anche molte di queste cose le avrete già sentite dire dai vostri insegnanti, vale la pena ripassarle visto che lo dice anche ISABELLE MORETTI  e ce le ha suggerite con un amore e una delicatezza incredibile. 
Vestita come una fatina, alta e magra, elegantissima ho ritrovato quella semplice ragazza di Parigi che mi aveva affascinato allora, moltiplicata per mille!

Grazie Isabelle della bellissima giornata di studio, Grazie a CAMAC France e CAMAC Italia che l’hanno organizzata!
E un grazie sentito a Marianne Gubri che ci ha tradotto in italiano parola per parola, emozione per emozione tutto quanto!!!!






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