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mercoledì 12 aprile 2017

Il Finto Pariggino...arpa canto e mandolino!



Titolo del CD: MOZART  il Finto Pariggino - Stradivarius

Marinella Pennicchi soprano
Mara Galassi arpa
Mauro Squillante mandolino



I tre solisti hanno presentato il cd a Milano nella sala di lettura della biblioteca del Conservatorio oggi pomeriggio, 11 aprile 2017.
Ho saputo per caso di questo appuntamento tre ore prima e pensavo di non riuscire ad esserci, invece ce l’ho fatta e sono contenta di averli ascoltati dal vivo.


Il titolo del Cd è alquanto strano, ma piano piano si è scoperto il perché.
Come ci ha raccontato presentando il concerto Pinuccia Carrer (docente di storia delle musica al conservatorio di Milano) la musica che si faceva nei salotti da metà del 1700 in poi era musica per “amatori” ma sempre musica di qualità. La musica del CD fa parte di questa letteratura.
I due strumenti, l’arpa e il mandolino, cosa avevano in comune?
L’una era suonata da Maria Antonietta la regina francese e l’altro dalla sorella Maria Carolina andata in sposa a Ferdinando I di Borbone. O forse quest’ultima non lo suonava davvero, come ci ha detto Mauro, ma si fece ritrarre con esso per tenersi buoni i suoi sudditi napoletani a cui non era particolarmente simpatica.  

Fatto sta che l’arpa era di casa a Parigi, il trattato per mandolino del Maestro Leone de Naples fu stampato a Parigi dove l’autore visse e fece fortuna e gli editori di musica parigini prevedevano che i loro spartiti con arie conosciute anche del repertorio operistico potessero essere suonati dagli strumenti che gli aristocratici amatori avevano nei loro salotti e quindi il trio, Mara, Mauro e Marinella, hanno pensato bene di unirsi per incidere questo repertorio.
Veramente un impasto azzeccato.



Mara ci ha detto che hanno preso in considerazione davvero tanta musica dell’epoca per scegliere il repertorio da incidere. Gli adattamenti degli spartiti, dove sono stati fatti, sono fatti a regola d’arte sullo stile galante dell’epoca. 
I due maestri sono davvero dei maestri!


L’arpa di Mara su cui ha suonato e inciso il programma è una copia dell’arpa a crochet derivante da alcuni modelli di arpe a crochet di Holtzman, Cousineau e Naderman.  
Come ci faceva notare Mara, ogni arpa che costruivano era sempre migliorata e non c’era un’arpa uguale ad un'altra. I liutai esperti che oggi riproducono quelle arpe cercano di trovare un buon compromesso tra due o tre modelli utilizzando gli accorgimenti meccanici e di costruzione migliori di ognuna.  Beat Wolf di Sahffausen è il liutaio che ha costituito quest’arpa nel 1997 che ha un suono splendido.



Mauro Squillante ha suonato il suo piccolo mandolino (ops… non avendo nessuna conoscenza in merito non posso dirvi altro, fino a che non mi informerò un po’ meglio…) con una penna di uccello come plettro, così come si faceva all'epoca e i due strumenti insieme sono riuscita a creare delle sonorità molto curiose e per me inaspettate.

Gli accompagnamenti alla splendida voce di Marinella efficacissimi. Le sonorità di entrambi avevano la possibilità di creare impasti dolci ed eleganti ma anche graffianti e drammatici.
In concerto ci hanno offerto un’aria di Giovanni Paisiello, un’aria di Krumpholtz e una di Cardon accompagnate solo dall'arpa e un’aria di Mozart accompagnata dal solo mandolino.
Invece di Leone di Napoli abbiamo ascoltato un allegretto per i due strumenti.
Nel CD ci sono altri interessanti brani strumentali e pezzi per canto che vale senz'altro la pena di ascoltare.




E alla fine però chi sarebbe il finto Pariggino?...


Pinuccia Carrer, nella prefazione del Cd, ci dice che hanno preso in prestito il titolo di un’opera di Domenico Cimarosa (c’è un’aria del maestro nella registrazione) “La finta Pariggina” del 1773 e in questo caso è il mandolino che fa il finto Pariggino portato a Parigi dai mandolinisti napoletani.

E sono finti Pariggini molti dei musicisti che arrivarono da tutta Europa a Parigi portati lì dall'accoglienza cosmopolita della capitale francese settecentesca e alcuni costretti poi a scappare  quando le teste di re e regine furono tagliate per la Révolution.





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