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martedì 17 febbraio 2015

Per il concerto Effetto Mozart - Note di sala

Per il concerto Effetto Mozart
Pianista Lucio Bonardi

Wolgang Amadeus Mozart (1756-1791)

note da
Alfred Einstein – Mozart – Ricordi edizione 1951-ristampa 1990

Mozart come sappiamo fu un grande pianista, uno dei più grandi virtuosi di pianoforte della sua epoca, benché non nel senso dato dal termine virtuoso, dalla generazione seguente.

Egli visse abbastanza a lungo per conoscere e disprezzare questo nuovo tipo di virtuoso nella persona di Clementi. Il suo giudizio su Clementi, col quale dovette competere fino alla fine del 1781 o al principio del 1782 alla presenza dell'Imperatore Joseph, fu assai duro espresso nella lettera del 16 gennaio 1782:
“...è un ottimo clavicembalista, ma niente di più. Possiede un grande agilità nella mano destra. Eccelle particolarmente nelle terze. Oltre a ciò non ha un soldo di buon gusto o di sentimento: è un semplice mechanicus...”

I principi dello stile pianistico mozartiano erano assai diversi da quelli dell'inizio del 19° secolo, eppure compose per lo stesso strumento usato da Beethoven, Weber e da Chopin – non per il clavicembalo, non per il clavicordo, ma per il nostro pianoforte, benché questo strumento non avesse in quei tempi la potenza di un Erard o di uno Steinway.


Fortepiano by Johann Andreas Stein (Augsburg, 1775) - Berlin, Musikinstrumentenmuseum


In casa Mozarte esistevano due pianoforti costruiti dall'artigiano di Resemburg Franz Joseph Spaeth, ma quando Mozart venne a conoscere gli strumenti di Johannn Andrea Stien di Augsburg (che doveva diventare suocero e maestro di Jhoann Andreas Stricher che lavorò per Beethoven) questi divennero i suoi preferiti.

Egli stesso spiegò dettagliatamente le sue ragioni per tale preferenza in una lettere del 17 ottobre 1777:
“...questa volta comincerò subito coi pianoforti di Stein. Prima di provare qualche esemplare di questa marca di pianoforti, i pianoforti Spaeth erano i miei prediletti, ma ora preferisco quelli di Stein poiché smorzano assai meglio degli strumenti di Regensburg. Quando percuoto il tasto posso tenervi il dito o levarlo a mio piacimento, ma il suono cessa istantaneamente. La voce dello strumento è sempre omogenea, comunque io suoni. E bensì vero che Stein non vende un pianoforte di questo genere meno di trecento fiorini, ma sarebbe impossibile ricompensare adeguatamente tutte le cure e il lavoro che egli mette in ogni suo strumento. Questi pianoforti hanno sugli altri lo splendido vantaggio di possedere uno scappamento. Soltanto un fabbricante su cento si preoccupa di ciò.
Ma senza scappamento è impossibile continui a vibrare dopo aver percosso il tasto. Allorché si toccano i tasti i martelletti ritornano alla loro posizione normale subito dopo aver colpito le corde, anche se la nota viene tenuta...”

Fu quindi per uno strumento di questo genere che Mozart scrisse le sue Sonate, Variazione e Concerti.
Si potrà apprezzare il contributo di Mozart allo sviluppo del pianoforte, soltanto ricordando che, nonostante questo strumento venisse suonato da alcuni virtuosi, esso era usato sopratutto da dilettanti. E questo ebbe un'influenza considerevole sulla musica per pianoforte. Una composizione per pianoforte o per complesso di strumenti comprendente il pianoforte, era considerata di minore importanza che non un Quartetto o Quintetto per archi, composto per l'esecuzione di musicisti professionisti o di un genere superiore di dilettanti. Un'opera per Quartetto o Quintetto d'archi aveva quattro tempi, mentre una Sonata per pianoforte ne aveva al massimo tre. Un Quartetto d'archi veniva composto per i conoscitori; una Sonata per pianoforte, una Sonata per piano e violino o trio e quartetto per piano venivano composti per i dilettanti dei due sessi.
Ma dopo il 1750 lo strumento lo strumento a tastiera cominciò a predominare e il violino divenne così insignificante, ad libitum, che nella maggior parte dei casi poteva venire completamente eliminato senza danneggiare la composizione. Prima del 1750 le Sonate erano per violino e pianoforte con Basso continuo, dopo questa data si ebbero Sonate per pianoforte con accompagnamento di violino.

Mozarte e Beethoven furono entrambi grandi pianisti e grandi creatori di musica pianistiche, ma nelle prime opere di Mozart il pianoforte non ha ancora quell'importanza che raggiungerà poi in quelle di Beethoven.
Mozart, nei suoi primi anni, non aveva bisogno di scrivere Sonate o Variazioni per pianoforte: egli le improvvisava. Alcune Sonate e Variazioni trascritte alcuni anni dopo e rimaste alla sorella sono andate perdute.

Cominciò a scrivere le Sonate all'età di diciannove anni e ne scrisse 6 tra l'estate del 1774 e il principio del 1775. Queste sei sonate costituirono il suo repertorio per un periodo straordinariamente lungo. Egli le eseguì tutte frequentemente nel corso del grande viaggio a Mannheim e a Parigi nel 1777-78.

Tra queste vi è la prima sonata in programma oggi.
Nella 5° Sonata si sente l'influenza di Johann Christian Bach, suo amato maestro, ma nel finale Presto vi è un'ispirazione che anticipa ed è addirittura inesistente nell'opera pianistica più tarda di Haydn.

Sonata in Sol maggiore KV 283/189h
Salisburgo 1774 Allegro-Andante-Presto


Dopo il 1778 ne compose 7 nuove.

Le due successive sonate eseguite da Lucio sono tra queste. Sono dette Parigine perché composte a Parigi.
La Sonata in Do maggiore si rifà a temi di una sonata precedente (la minore K310), ma sembra più leggera. E' un vero capolavoro. Va considerata fra le composizioni più piacevoli che Mozart abbia mai scritto. Le ombre dell'Andante cantabile fanno posto ad un cielo sereno; particolarmente deliziosa la maniera con cui, con una canzoncina, inizia la parte Finale.

Anche la sonata K 333 sembra una versione più perfetta della sonata k 281 e anche qui ci sono influenze di Johann Christian Bach che era a Parigi in quel periodo.
Dopo questa sonata Mozart non scrisse più nessuna Sonata per pianoforte per sei anni.
In questo periodo scrisse molti Concerti per pianoforte e Orchestra , Sonate per violino e un quintetto per cembalo e fiati. Se capitavano richieste di bis Mozart improvvisava variazioni o forme più libere.



Sonata in Do maggiore KV 330/300h
Parigi 1778
Allegro moderato
Andante cantabile
Allegretto

Sonata in Sib maggiore KV 333/315
Parigi 1778
Allegro-Andante cantabile-Allegretto grazioso




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