E' tempo che volevo buttar giù due righe circa l'argomento, ma non è facile spiegare alcuni concetti fondamentali che riguardano l'apprendimento di uno strumento musicale a chi non l'ha mai fatto senza scoraggiare troppo le persone che ci vogliono provare.
D'altra parte non è nemmeno giusto non essere chiari e
onesti e prospettare davvero quali siano i passi obbligati senza i quali non si
avrà né successo né piacere nel suonare.
Successo e piacere! Ecco due paroline magiche. Successo
inteso come riuscita nell'obbiettivo prefissato; piacere del suonare visto che
lo si fa come hobby.
Dell'obbiettivo ho già espresso un pensiero articolato nel
post "Uno strumento per tutti e una musica per tutti"
In quell'articolo riflettevo su come un insegnante può
aiutare un amatore e quale musica scegliere per lui.
I concetti che esprimo qui potranno sembrare in
contraddizione rispetto a quel post, ma vi assicuro che non lo sono.
Qui vorrei invece sfatare un mito: "suono perché mi
rilassa!…"
Oggi molte persone che hanno tempo libero lo vogliono
impiegare per fare attività rilassanti e anti stress. Attività diverse da
quelle lavorative e dagli impegni familiari che possano metterci di buon umore
e darci soddisfazioni.
Allora andare a far sport, una seduta di massaggi
defaticanti, prendere un caffè con le amiche o fare una partita a calcetto con
i colleghi possono essere attività ideali.
Suonare uno strumento musicale rientra fra queste attività?
Si e no!
Vediamo perché.
Non tutti partono dalle stesse basi. Chi da ragazzo ha suonato
uno strumento musicale e ha imparato la musica ad un certo livello ha solo da
rispolverare vecchie conoscenze ed è sicuramente avvantaggiato.
Riprendere tra le mani il vecchio strumento che ci è stato
insegnato da ragazzo può essere piacevole. Se il lavoro fatto da giovane era
buono, con la maturità si riesce a riprenderlo e sicuramente si capisce meglio
come proseguire, considerando il fatto che, ammesso lo sia stato all’epoca, ora
non è di sicuro un'imposizione.
Per chi invece è completamente a digiuno può risultare un
sfida entusiasmante ma non sempre facile.
La musica è nelle nostre vite in modo prepotente anche se
non si è mai suonato né cantato e non ci si è mai preoccupati di leggere uno
spartito. Anzi, oggi più che mai siamo inondati di musica anche quando non lo
vogliamo.
Il ricco background musicale di ciascuno può costituire una risorsa ma può essere anche un ostacolo.
Ma veniamo al dunque ché ho tergiversato troppo!
Suonare l'arpa da adulti non è uno scherzo né un attività
alla portata di tutti.
Alcune colleghe e colleghi mi tireranno degli accidenti (Diesis o Bemolli??) leggendo la frase qua sopra, e
può darsi che io stessa mi tiri la zappa sui piedi (due detti popolari in una frase sola…??), ma non
essere onesti non so se porta alla lunga benefici sia al maestro che
all'allievo e in generale all'arpa stessa.
Pazienza e costanza!
Queste sono le qualità di base senza le quali non avrete
nessuna possibilità di successo e vi pentirete sicuramente di esservi imbarcati
in questa avventura.
Poi, avendo quelle, bisognerà vedere se avete qualità
musicali di base come l'orecchio e il senso del ritmo. Queste qualità le
abbiamo quasi tutti, ma non tutti.
Per verificare se avete le due qualità musicali di base si
può semplicemente canticchiare una canzone conosciuta e batterne il tempo con
le mani davanti ad un vostro amico musicista (che capisca davvero di musica!).
Il responso di questo esperimento può essere attendibile.
Per ultimo è necessario vedere se fisicamente non avete
problemi nell'articolazione delle mani e potete stare seduti all'arpa per
un'ora di fila senza farvi venire il mal di schiena.
Ora cerchiamo di capire bene perché ci vuole pazienza e
costanza.
Apprendere la posizione delle dita sulle corde e sviluppare
il movimento giusto è il primo stadio che si affronta.
E' come imparare a camminare. Il bimbo appena ha il giusto
sviluppo dei muscoli comincia a fare esperimenti. Osserva gli adulti e prova
lui stesso. Cade e si rialza in continuazione e ci riprova in ogni momento fino
a che, anche con un equilibrio precario fai i fatidici primi passi per
raggiunge la mani del genitore.
Nel giro di un anno, un anno e mezzo (più o meno) è in grado
di stare in piedi senza appoggiarsi, e perfino di correre.
Di certo non volteggerà come un ballerino di danza classica
né volerà con i pattini ai piedi.
Questo potrà cominciare a farlo a partire dai quattro anni
in su.
Allora avete contato gli anni? Un anno per stare in piedi;
quattro anni per sgambettare e fare qualche acrobazia!
Con l'arpa è uguale!... quasi uguale…!
Come fare giochi di prestigio con le dita. Chiedete al Mago
Silvan quante ore al giorno vi si dedica e vi spaventerete.
Di certo chi vuol solo imparare qualche gioco semplice potrà
mettere in conto di utilizzare qualche ora del suo tempo libero per esercitarsi
e sarà premiato. Per suonare brani semplici l'arpista in erba non dovrà fare 20
ore di studio al giorno ma un'oretta si!
Questo è quello che vuol dire pazienza e costanza. Muovere
le dita sulle corde è un'attività che si impara con l'intelletto ma soprattutto
con l'esercizio.
Guardare l'insegnante, provare e riprovare sotto i suoi
occhi vigili e, quando il movimento è compreso, lavorare da soli per renderlo
automatico.
Quanto tempo ci vuole per fare do, re, mi, fa con le nostre quattro dita a ritmo? Probabilmente
mesi, se tutti i giorni lo faccio almeno per un'oretta.
Avete costanza, pazienza e il tempo per farlo?
Se sì allora potete cominciare l'avventura; se no lasciate
perdere.
"Ma, - mi direte voi - questo non è né divertente né
rilassante!"
VERO!
Qui casca l'asino! Se volete raggiungere un grado di abilità
che vi permetta di divertirvi e suonare qualcosa di piacevole che sia alla
vostra portata possono passare mesi o anni. (Lo scarto di tempo può dipendere
da tante varianti una delle quali, fondamentale, è quanto tempo avete voglia di
dedicare a studiare).
Inoltre la pratica è un'attività che si fa in assoluta
solitudine, a parte le lezioni con l'insegnante ed eventuali lezioni di gruppo,
ma che non possono sostituire il tempo di studio da soli.
Per alleviare un po' la fatica della solitudine e avete la
fortuna di abitare vicino ad un amico o un'amica che suona giù da qualche anno
chiedetegli se vorrà ogni tanto studiare con voi.
Siete disposti a passare ore del vostro tempo libero in
solitudine a ripetere quattro note per decine di volte?
Se sì, Bene! L'arpa fa per voi.
Se no, vi consiglio di farvi una collezione di cd dei
migliori arpisti e ascoltarveli quando ne avete voglia: a casa, in auto, in
treno, dal dentista, sul divano, sull'altalena in montagna, o sul pedalò al
mare…
Sicuramente vi divertirete e vi rilasserete moltissimo.
Detto questo, per chi, nonostante le premesse, vuole davvero
provarci, proseguo con alcuni consigli pratici.
Una volta trovato l'insegnante e acquistato o affittato
l'arpa mette in conto che nei primi mesi è fondamentale il tempo che passate
con il maestro. Osservatolo bene, fatelo suonare, suonate con lui e non abbiate
fretta di produrvi subito nelle vostre musiche preferite. Se nelle lezioni il
vostro maestro spolvera velocemente l'argomento e vi dà i compiti a casa senza
farvi ripetere moltissime volte il passaggio, soprattutto nelle prime lezioni,
siate un po' scettici nei suoi confronti.
Suonare è un lavoro più di pratica che di grammatica!!!!
Dopo alcuni mesi, pian piano immagazzinerete dei movimenti e
dei passaggi tecnici sui quali andrete ad innestarne di nuovi. Se ben appresi
comincerete a divertirvi.
Altro consiglio: lo studio, o meglio la pratica, deve essere giornaliera.
Se non potete suonare la vostra arpa tutti i giorni non
imparerete nulla.
Non ci sono né pillole magiche né scorciatoie.
Se avevate valutato di avere tempo libero solo una volta
ogni 15 giorni, davvero non vi consiglio nemmeno di iniziare. Sarebbe solo
frustrante.
Se avete del tempo e non lo dedicate all'esercizio,
ricordatevi che quello che avete imparato sparisce più in fretta di quanto vi abbia preso tempo per impararlo.
Chiedetevi allora perché vi state impigrendo.
Per noia? Può essere. E' li che deve entrare in azione la
vostra pazienza e costanza.
Se non siete disposti a insistere, allora non è l'hobby che
fa per voi.
Se invece resistete, vi assicuro che avrete dei risultati.
Altra cosa buona è verificare che il maestro sia abile a
capire le vostre qualità e i vostri difetti e riesca a fornirvi un percorso
adatto.
Per l'insegnante il lavoro con gli amatori adulti è assai
più difficile e impegnativo che non insegnare ai ragazzi in una accademia.
Lì ci sono percorsi standard rodati che funzionano quasi per
tutti; si hanno scadenze ed esami che valutano i risultati; i ragazzi sono
messi a confronto tra di loro e si ha un percorso molto chiaro.
Un adulto invece vuole sapere sin dall'inizio come tutto
funzionerà. Vuol capire da subito perché fa questo o quello con spiegazioni
infinite, quando invece è solo con la pratica che capirà certe cose.
Paradossalmente per insegnare agli amatori adulti ci
vorrebbe davvero una grande capacità ed esperienza, più che ad insegnare ai
ragazzi.
Inoltre gli adulti hanno un gusto musicale già ben
formato e hanno le loro preferenze. Se queste si accordano con lo strumento
scelto, ottimo, ma se sull'arpa celtica si volesse suonare il barocco o l’heavy
metal o Chopin… Grossi guai.
Ma questo aspetto è uno tra i primi che avreste dovuto
verificare prima di decidere di suonare l'arpa celtica.
E per finire cito due frasi di Enrico Euron (organista, compositore e arpista celtico), che ha
scritto un metodo per arpa celtica interessante.
Nel primo volume dice:
…"nello studio di uno strumento non esistono
miracoli. Non si impara a suonare per ispirazione celeste.."
…l'unica strada è applicarsi e coseguentemente faticare.
A piccole dosi, piacevolemente: in questo l'arpa aiuta molto perché anche gli
esercizi diventano belli, magari suonati in compagnia di amici, però si tratta
di centinaia di ore di esercizio all'anno. Questo per gli amatori, per i
professionisti sono migliaia e migliaia".
Sante parole, che molto spesso anche la sottoscritta
dimentica!
Lascio a voi le personali riflessioni e se avete dei dubbi
(o delle certezze!) da comunicarmi attendo i vostri commenti.
Ho iniziato a studiare l'arpa celtica a 57 anni e mezzo, quasi due anni fa. Non ero proprio digiuna di elementi musicali ma quasi (cantavo da ragazza in un coro professionale). Posso confermare che è dura, mi capita, a volte, di non potermi esercitare per alcuni giorni, tanto mi mette in crisi lo strumento proprio per il fatto che lo amo molto e quel che succede, nel tempo, è che mi mette sempre più davanti a me stessa e, a volte - anche questo, oltre alla tecnica in sè - è davvero difficile ma anche incredibilmente prezioso. E' una scuola di vita e, nonostante le difficoltà, proseguo. Grazie
RispondiEliminaCiao Laura, io ho iniziato a settembre 2017 e ho la tua stessa eta'. Devo dire che mi sembra quasi incredibile saper suonare dei pezzi certo facili, ma non la versione da ptincipianti. Mi piacerebbe scambiarci qualche opinione vista la strada uguale e inusuale intrapresa. Questa la mail che leggo piu' regolarmente: f.larocca@mclink.it
RispondiEliminaUn saluto e comunque buona arpa.
Francesca