Come farsi sedurre dalla musica classica, innamorarsene alle
follia e diventarne dipendenti per sempre.
Matteo Rampin - Leonora Armellini.
Salani Editore
Questa settimana l'ho dedicata alla lettura di questo libriccino
divulgativo.
L'ho quasi finito: sono a metà del capitolo sul romanticismo
in attesa di vedere cosa scriveranno sul novecento.
Devo dire che l'ho trovato piacevole e lo consiglio a chi è
un poco a digiuno di storia della musica e di termini musicali e ha il
desiderio di conoscere qualcosa senza dover per forza leggersi dei trattati.
La scrittura è piacevole, un linguaggio molto adatto ai
ragazzi, ma leggibile anche da ragazzi un poco più cresciuti.
Il libro è di 200 pagine scritte a caratteri medi, quindi,
davvero vuol essere molto leggero. Vi è un abbozzo di idee e ritratti dei maggiori musicisti e della
loro musica.
All'interno dei racconti delle vite avventurose e strane dei musicisti, gli autori citano alcune delle loro opere migliori cercando di usare
parole descrittive che possano incuriosire il lettore in modo da indurlo a
passare all'ascolto.
Altro obbiettivo che gli autori perseguono è quello di
chiarire alcuni concetti della materia prettamente musicale spiegando alcuni
termini specifici e cercando di far capire al lettore che tutto sommato questi
termini e la materia in sè non nasconde nulla di magico o di impossibile da
capire.
Basta solo aver la voglia di approfondire e, le leggi della matematica, dell'estetica, del tempo e dell'armonia, si apriranno alle menti
senza bisogno per questo essere dei geni o degli scienziati.
Ah, se il linguaggio musicale fosse davvero insegnato come
materi di base nelle scuole, tanto di guadagnato per tutti!
Ma è tempo perso farlo capire agli italiani. Loro hanno
avuto i più grandi musicisti e una storia musicale che tutto il mondo ci
invidia, ma l'hanno saputa disprezzare e nascondere alle nuove generazioni.
…miiih, che frase apocalittica che mi è venuta!...
Fate finta di nulla…
Passate oltre.
Torniamo al libro.
Gesualdo da Venosa, Vivaldi e Bach!
Mozart, Beethoven. Da Ponte, Salieri e Cherubini.
Paganini e i romantici.
Direi che c'è modo di iniziare un viaggio interessante.
L'unica cosa che mi lascia perplessa è l'argomento
principale sul quale poggia la narrazione di Bach.
Vorrei che si arrivasse a riconsiderare il concetto che Bach
è il padre della moderna accordatura degli strumenti e delle voci.
Anche in conservatorio ci era stato detto così.
Posto che non sono una studiosa di acustica e poco ho
approfondito la materia; posto che io e la matematica siamo due entità molto
distanti. Ho passato un po' di tempo ad ascoltare alcuni miei amici che se ne
intendono di più. In particolare Padre Marco mi ha fatto leggere e mi ha
spiegato della questione del sistema equabile e delle molte difficoltà a
trovare una buona accordatura per strumenti a tastiera e per l'arpa. Pare
proprio che a Bach non piacesse proprio il sistema temperato e che il suo clavicembalo ben temperato sia invece proprio un trattato per far capire quanto
rendere tutte le tonalità temperate e ugualmente intercambiabili sia una cosa
sbagliata e che fece perdere le sfumature armoniche e melodiche di ciascuna
tonalità.
Ripeto: non riesco a cogliere fino in fondo l'argomento per
limiti miei personali, ma perché Bach avrebbe dovuto scrivere un preludio e una
fuga per ogni tonalità se le stesse, una volta scelta l'accordatura temperata,
non avevano più nessun carattere specifico e quindi diventavano identiche e
intercambiabili? Bastava comporre un'unica musica da suonare in tutte le
tonalità!
Comunque, se qualcuno volesse approfondire l'argomento sul
sito L'arpa di Davide, troverà
nella sezione Pagine del
Blog
una serie di articoli e studi interessanti. (http://larpadidavide.blogspot.it/)
Or bene, se questo non è argomento facile per i musicisti
provetti, figuriamoci poi per chi si appresta ad entrare in punta di piedi nel
mondo affascinante della musica leggendosi un libro divulgativo come questo.
Allora io mi domando: "perché insistere sull'argomento così tanto?"
Unico appunto al libro!
Consiglio della sottoscritta: leggetevi pure Mozart era
un figo, …ma non siate sicuri che il
capitolo su Bach sia molto attendibile dal punto di vista dell'argomento
accordatura.
Per il resto godetevelo.
E' divertente.
Ebbene, ho finito il libro!
RispondiEliminaAggiungo un paio di cosette.
Dopo avervi messo qualche dubbio sul discorso che gli autori fanno sul sistema equabile e Bach, ho trovato molto forte la frase per cui Wagner risulta, sempre a detta degli autori, antisemita.
Posto che io non sono un'esperta della vita di Wagner non avrei messo quella frase.
Mi risulta che persino Daniel Baremboim, direttore d'orchestra ebreo argentino, che ha lasciato da poco la direzione artistica del teatro alla Scala, abbia passato molta parte della sua vita professionale a rivalutare l'autore togliendogli significati anti ebraici addossati dai gerarchi nazisti a loro uso e consumo. In un libro assolutamente leggero e divulgativo, certe questioni o sono certe (ops, perdonate il gioco di parole) oppure non hanno particolare senso visto il taglio del libro.
Invece trovo il capitolo finale che titola Rapsodia Finale un bel riassunto di idee e punti di vista del perchè la musica sia uno strumento universale che fa crescere come persone.
Un altro aspetto del far musica, preso sotto un altro taglio (comico-ironico) tipico della Banda Osiris, lo si può leggere nel loro libro uscito da poco "Le dolenti note".
Forse meno divulgativo del libro di Matteo Rampin e di Leonora Armellini, ma veramente spassoso!
Ne riporterò alcuni passaggi in un prossimo post!