Pagine

venerdì 15 novembre 2013

Dearbhail Finnegan


Dearbhail Finnegan ha festeggiato nel 2012 ben 25 anni di professione.
Ha suonato in molte parti del mondo (Europa, Usa e Italia) e viene spesso invitata sia per concerti che per workshop.
L'anno prossimo parteciperà col suo Ensemble d'arpe al congresso Mondiale dell'arpa che si terrà a Sydney, in Australia.
Dal 2000, anno nel quale si è sposta con Robin Slater flautista, ha formato con lui un duo di successo.
Nel 2009 ha aperto una scuola di musica nel Meath, "The Meath Harp Academy", con lo scopo di creare letteratura e buoni musicisti che sappiano suonare in varie situazioni.
Il suo insegnamento combina momenti di lezioni individuali a momenti di pratica di gruppo per coinvolgere gli studenti nell'acquisizione della tecnica e delle abilità musicali necessarie per diventare maestri del loro strumento.

domenica 10 novembre 2013

Le braccia d'acciaio dell'arpista!!!!





Mildred Dilling



Si parla con dovizia di particolari sull'appoggio dei polpastrello sulle corde e sul movimento delle dita che si chiudono per mettere in moto la vibrazione della corda, ma ci si dimentica o si sottovaluta di prendere in considerazione le braccia e le spalle dell'arpista.

Invece è di fondamentale importanza riconoscere loro un ruolo importante perché esse sostengono le mani che si muovono appese nell'aria per andare a trovare le corde giuste.

Andare ad acchiappare le corde stese verticalmente nell'aria e poste a diverse distanze dal corpo dell'arpista non è impresa da poco.
Le dita dovrebbero arrivare di fronte alla corde che via via pizzicano e la mobilità del braccio le dovrebbe portare comodamente a destinazione.
Ma qualche volta si fa il gesto contrario: prima si pensa al dito e poi si trascina il braccio a destinazione con il risultato che per poter avere una certa sicurezza si usano dita e polpastrelli  per aggrapparci alle corde.
Il risultato è avere la mano e le dita sempre in tensione e i tendini della mano e del polso sotto costante sforzo.

Suggerisco di provare invece a pensare alle braccia come se fossero delle leve che fanno scorrere la mano lungo la linea ideale della porzione di cordiera dove si suona così che si possano mantenere le dita rilassate pronte a scattare sulla corda e farla vibrare con la forza appena necessaria per farlo.

La stanchezza del suonare (dopo qualche mezz'ora di lavoro) dovrebbe sentirsi più a livello di avambraccio superiore che nel polso. Se il polso o la mano sono rigide si creano tensioni che, oltre ad impedire una fluidità nel suonare, portano a tendiniti fastidiose.

Per iniziare con il piede giusto, anzi il braccio e la mano giuste, è utile suonare i primi esercizi o i primi brani facili facendo attenzione a questo meccanismo.
Nel libro di Sylvia Woods, "Teach Yourself to play the folk harp" nella prima lezione è uno dei principi base da imparare. Si apprende la  posizione della mano e delle dita; si impara a chiudere le dita bene nel palmo; si impara a mettere  le dita gruppi a gruppi di due, tre o quattro insieme e in anticipo sulle corde. Non ci sono riposizionamenti collegati. Tra un gruppo e l'altro è importante aver cura di mettere il gruppo successivo spostandosi di fronte alle corde. Per iniziare, Sylvia dice di non preoccuparsi di riuscire ad andare a tempo perfetto, ma di suonare lentamente in maniera molto accurata. Tra un gruppo di note e l'altro prendersi inizialmente un po' di tempo per organizzare lo spostamento e il riposizionamento. 
A mano a mano che si prende confidenza con lo strumento i movimenti diventeranno fluidi e si riuscirà ad andare perfettamente a tempo.