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giovedì 30 agosto 2012

Ricetta 3: come amalgamare bene gli ingredienti.



Non è mai troppo lento….ma anche questo non del tutto vero.

Si inizia il lavoro con il metronomo dopo che abbiamo inquadrato il brano nei suoi aspetti fondamentali.
Facciamo un passo indietro e riprendiamo in esame i passaggi principali nello studio di un brano.

1)  Ascolto del brano, se possibile.

2)  Inquadramento del brano: carattere del brano (air, tempo di danza, marcia), tempo del brano (es, 4/4,   3/4 , 6/8 etc.) tonalità, lunghezza.

3) Lettura e studio della melodia; suddivisione in frasi; riconoscimento dei disegni melodici che vanno definiti con la giusta diteggiatura.

4) Accompagnamento; riconoscimento dell'armonia; lettura o scelta degli accordi (o contrappunto) della mano sinistra; lettura e studio della mano sinistra.

5) Lettura delle due mani insieme lavorando prima per frasi singole e poi unendo le frasi.

6) Individuazione e ripetizione dei singoli passaggi difficili (problemi di diteggiatura, difficili per salti o passaggi di scale, per incastri impegnativi tra destra e sinistra, etc).


Superati i punti sopra indicati si comincia ad eseguire il brano da capo a fondo lentamente, molto lentamente, focalizzando l'attenzione sui movimenti e spostamento che dita/mani/braccia devono effettuare senza dare troppa importanza alla precisione delle note, usando bene la vista anticipando con lo sguardo le corde su cui le dita devono posarsi successivamente mentre ancora si sta suonando il gruppo di note precedente.


In questa fase è possibile che ci si debba fermare ancora per capire meglio i passaggi più difficili. Magari è difficile sovrapporre la melodia con un accompagnamento perché questo ha dei salti di ottava; oppure su un accompagnamento impegnativo è la destra che cambia di ottava e dobbiamo tenere sotto controllo più cose. Può succedere che legando battuta per battuta o una frase con l'altra l'incastro fra le frasi comporti un ulteriore lavoro. Solo suonando lentamente potrò imparare tutto ciò che devo fare in anticipo e fissarlo nella mente e nel corpo. Questo è un lavoro che ci porterà via alcuni giorni. Non dovete pretendere che il passaggio difficile si fissi nella mente e nelle dite in una sessione di studio. Per far diventare automatico un movimento sono necessari parecchi giorni che non sono per tutti gli stessi. Ciò dipende da tanti fattori: l'età, l'elasticità mentale e fisica, la preparazione musicale, la capacità di concentrazione, lo stato di salute e la freschezza fisica e mentale che abbiamo nel momento dello studio. I ragazzi che sono motivati e che si possono dedicare allo studio senza altri pensieri riusciranno in meno tempo ad apprendere piuttosto che adulti che si dedicano allo stesso studio dopo una pesante giornata di lavoro o solo nei fine settimana di riposo. Viceversa ragazzi poco motivati impareranno molto poco rispetto ad adulti molto motivati. Naturalmente non sarà uguale l'elasticità muscolare di un bambino o di un ragazzo rispetto ad un adulto, ma la volontà fa spesso miracoli!

Possiamo aggiungere come ingrediente anche questo: La VOLONTA'

Aggiungiamo ora un altro "ingrediente" che ci aiuta nello studio: SUONARE LEGGERI

E' facile strappare e premere troppo sulle corde quando si è insicuri. Questo però non aiuta perché è segno che utilizziamo più forza di quella che ci serve e siamo in tensione più del dovuto. Addirittura potrebbe essere utile mimare il passaggio che stiamo studiando senza suonarlo. Per esempio, per imparare le girate delle scale è sufficiente suonare l'ultima nota prima della girata dopo aver appoggiato bene il dito successivo e non serve suonare quest'ultimo. Oppure un arpeggio in terze ascendente e discendente collegato (do mi sol mi do) posso studiarlo suonando le prime due note e prima di suonare il pollice rimetto ben stabilì le altre dita sulla discesa senza suonarle.

In fondo è come imbastire un abito (punti 5, 6) dopo che ne abbiamo tagliato i vari pezzi (Punti 1, 2, 3 , 4). La prova dell'abito imbastito è il nostro lavoro a metronomo e quando va tutto bene e sono arrivata al tempo giusto, ho rifinito le cuciture e l'ho stirato per benino, posso consegnarlo per la sfilata! (Concerto!).
Ecco che siamo arrivati al punto 7

7) Lavoro con il metronomo

Ne ho già parlato nella Ricetta 2, ma ora vorrei approfondire meglio l'argomento
Dopo la fase 6 passiamo ad affinare il tutto con l'aiuto del metronomo. Con l'aiuto di questo aggeggio infernale sarò costretto a compiere con precisione i movimenti di dita/mani/braccia in un tempo preciso. Questo è il primo obbiettivo dell'uso del metronomo.

            A) Precisione dei movimenti

Ecco allora che è importante la scelta del tempo giusto di partenza per lo studio. Se avete un insegnante vi aiuterà nella scelta del tempo iniziale e nel gestire la fase d'incremento la velocità successivamente. Se siete studenti "fai da te" dovrete arrangiarvi da soli su come lavorare utilizzando efficacemente il metronomo. Guardate bene il vostro brano e focalizzate i passaggi che hanno i ritmi più piccoli/veloci (ottavi, sedicesimi, trentaduesimi); poi osservate e provate i passaggi che vi risultano più impegnativi. Provate a suonarli col metronomo impostando una velocità X di partenza. La velocità che andate scegliendo vi deve permettere di suonarli senza ansia, con tranquillità e pulizia. Se non vi riesce dovete rallentare ancora il tempo.

Tenete presente che in un brano che ha suddivisione binaria, cioè la suddivisione in duine (di ottavi per esempio: 2/4, 3/4, 4/4, 6/4) potete posizionare il metronomo a 60 al quarto. Se è troppo veloce per la vostra "tranquillità", scendete. Per i tempi con suddivisione in terzine (3/8, 6/8, 9/8, 12/8) è meglio che il tac del metronomo indichi l'ottavo, quindi potrebbe essere 80 all'ottavo. Questo perché mettere tre note in un tac di metronomo inizialmente è più difficile e meno preciso rispetto al sentire la scansione per ogni ottavo. Attenzione però perché una scansione metronomica troppo lenta rischia di far perdere il senso ritmico, viceversa troppo veloce non servirà ad affrancarvi dalle incertezze.

            B) Obbiettivo successivo: affinare la precisione ritmica

Una volta che avete raggiunto una certa sicurezza nei movimenti, concentratevi sull'esecuzione precisa del ritmo del vostro brano. Per il suono e le sfumature attendete ancora. Quando sarete più sicuri e precisi con le note potrete dedicarvi anche a questo aspetto. Affrontate sempre un problema per volta; risolvetelo e poi affrontatene un altro: troppa carne al fuoco brucia! Piuttosto siate accurati negli accenti dei tempi forti o dei gruppi di note (duine o terzine) che danno precisione al carattere ritmico del brano.







Il lavoro col metronomo vi prenderà un po' di giorni.
"Quanti?"- direte voi!
Difficile quantificare in generale.
L'incremento del metronomo va calibrato nell'arco del periodo di studio.
Facciamo un esempio pratico. Ho letto e sistemato un brano che ha suddivisione binaria e ritmi di metà, quarti e ottavi. La melodia non è troppo difficile (ho trovato una buona diteggiatura, e non ha grossi salti). L'accompagnamento è ripetitivo e regolare - per esempio accordi in posizione fondamentale (do mi sol, sol si re, re fa la).
Scelgo la velocità di partenza a 60 il quarto. Suono il brano un paio di volte cercando di non fermarmi dall'inizio alla fine. Se va tutto liscio sono a buon punto. Se sbaglio solo in determinati punti e sempre quelli vuol dire che ho ancora delle incertezze tecniche (o musicali o di diteggiatura o di movimento) da sistemare in quei punti. Rifaccio i passaggi lentissimamente e riparto con il metronomo. Se invece sbaglio in punti sempre diversi e suonando una frase o una parte o tutto il brano sento le dita instabili, insicure e le corde scappano, sto suonando troppo velocemente. Sposto l'aggeggio infernale di qualche tacca indietro e riparto. Se va meglio, ripeto il brano alcune volte. Il giorno dopo riparto da lì e se va tutto bene provo ad incrementare la velocità. La cosa migliore è avere a disposizione un metronomo digitale che mi permette d'incrementare la velocità un punto per volta.




 Per esempio da 60, 61, 62, 63 etc. etc. Altrimenti dovrò adattarmi alle tacche superiori a disposizione. Il terzo giorno ripartirò dalla velocità che avevo messo il primo giorno e dopo un paio di esecuzioni buone riparto con l'incremento.
Non esagerate ad incrementare troppo in fretta. Tenete presente che per fissare nelle dita e nella mente un brano musicale fino a farlo diventare nostro richiede un certo periodo di tempo e non è possibile "esercitandosi di più" abbreviare i tempi di apprendimento. Dovete dare tempo al tempo. (Ingrediente "PAZIENZA"). Fate finta di fare i contadini: una volta piantato un seme dovete aspettare la giusta stagione. Anzi, insistere per ore e ore su un brano pensando che alla fine della giornata sarete pronti per l'esecuzione vi farà giungere a sera alienati e comunque insoddisfatti dei risultati. Se lavorate con calma e pazienza vi sorprenderete di come, nel giro di qualche mese, saprete suonare bene i vostri primi e semplici brani.
Non tutti i brani richiedono lo stesso tempo di studio. Dipende dal grado di difficoltà generale in rapporto al nostro livello personale di esperienza e di capacità personale. Può essere che la difficoltà di uno sia per un altro una "passeggiata" e viceversa.

A questo punto mi direte che questo lavoro è noioso da morire, vero?

Come darvi torto. E' NOIOSISSIMO! Ma è l'unico modo per ottenere risultati eccellenti. Come renderlo meno noioso? Alternate lo studio con momenti di pausa, facendovi un bel caffè, mandando una mail al vostro amico del cuore (non troppo lunga però…), o date un'occhiata agli alberi fuori dalla vostra finestra (certo per chi vede il mare meglio ancora…mentre chi abita in una città caotica può sempre osservare il via vai delle auto al semaforo…).
Se il brano è lungo non ripetetelo troppe volte, altrimenti non vi passerà mai il tempo. Nelle prime fasi di studio in un'ora e mezza di lavoro avrete suonato al massimo due pezzi. Con l'incremento del tempo i "tempi" si accorceranno (bel giro di parole!). Cambiate ordine dei brani, sia per non annoiarvi che per non fissarvi sulla solita sequenza. Le dita impareranno ad affrontare la tecnica diversa in ordine sparso. Quando poi avrete raggiunto una discreta sicurezza e un tempo di crociera più elevato potrete continuare lo studio a giorni alterni e intervallandoli con brani nuovi o che sono ancora in fase di mezzo studio.
Resistete e abbiate pazienza ché i risultati arrivano! Vi posso assicurare che studiare subito a velocità di esecuzione non accorcerà i tempi di apprendimento, ma, dopo giorni di "gare di velocità" avrete la brutta sorpresa di suonare il vostro brano con continue incertezze ed errori e non sarete arrivati da nessuna parte. E magari avrete preso anche brutte abitudini (brutte posture, irrigidimenti, diteggiature imprecise) in seguito assai più difficili da correggere.


(ATTENZIONE: ad ogni errore dovuto alla velocità vi verranno tolti dei punti preziosi!!!)


Man mano che la velocità aumenta farete tutto in meno tempo e avrete la soddisfazione di ottenere una grande sicurezza e una armonia nel suonare che vi ripagherà del grande sforzo, incoraggiandovi a proseguire nello studio lento perché avrete realizzato che è una fatica che dà risultati certi. I brani ben studiati vi rimarranno in repertorio per sempre. Basterà un piccolo ripasso e li avrete a vostra disposizione nel vostro portfolio.

Un'ultima cosa. Non avete mai usato il metronomo e non riuscite proprio a inserirvi nel suo ritmo infernale? Capita anche questo, e anche questo si impara. Allora mi faccio un appunto e ve lo spiego appena possibile. Oggi posso solo anticiparvi che, se non avete mai usato il metronomo in vita vostra, vi conviene provare con dei semplicissimi esercizi di tecnica di base a mani alternate o suonando con il secondo dito una breve passaggio di note a gradi congiunti. (vedi per Esercizio 12 posizioni-di-base-suonare-con-il-2° dito a ritmo  da eseguire con lo spartito e il metronomo)

Per ora è tutto!



Un ringraziamento particolare a Padre Marco per la collaborazione nella fase di creazione,  elaborazione e stesura dell'articolo.

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