Il mio amico Gian Burrasca mi manda questo scritto, e, visto che è carnevale ve lo passo.
Una volta si aspettava il Carnevale per potersi sfogare nel divertimento, nei giochi, nei travestimenti. Un breve periodo nel quale davvero si poteva ridere a far finta che i guai della vita non esistessero. I "padroni" si travestivano da servi e i "servi" da padroni. Sotto le maschere non sapevi chi c'era e potevi immaginarti di tutto, e per qualche giorno sognare di tutto. Poi tornavi tranquillo alla vita di sempre con l'animo in pace.
Oggi che tutti portano le maschere sempre e che il divertimento è un obbligo tutto l'anno, tutti i mesi, tutte le settimane, tutti i giorni, tutte le ore, a che serve più la sfilata di maschere in piazza?
Peccato!