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mercoledì 14 dicembre 2011

Incanti D'arpe e il loro Cd My Dancing Harp



Intervistai Sara Simari tra le prime persone quando iniziai a tenere questo blog arpistico e oggi con lei faccio un chiacchierata sulla produzione del Cd My Dancing Harp che vede protagonisti i componenti dell'ensemble Incanti D'Arpe. Sara ci racconta la genesi e gli scopi di questa esperienza con gli allievi del Conservatorio "F. Torrefranca" di Vibo Valentia. 





Come hai deciso di preparare l'incisione del Cd con il gruppo d'arpe?

Il progetto discografico non era pianificato, è nato spontaneamente, un po' alla volta.
L'idea ci è stata suggerita dagli stessi spettatori che dopo i concerti ci chiedevano se avessimo qualcosa di registrato. E insisti oggi, insisti domani... ci siamo convinti che forse valeva la pena di provare e abbiamo fatto un bel tuffo in questa avventura. 

Racconta il progetto.

Tutto è nato da un progetto didattico, questo si pianificato!
L’idea iniziale era quella di dare continuità ad esperienze sporadiche, prevalentemente estive, soddisfacendo così anche l’esigenza di far partecipare gli allievi, giovani e giovanissimi, ad esperienze significative come è appunto la musica di insieme.
Incanti d’Arpe (così si chiama l’ensemble) è un gruppo che a vario titolo fa capo ad un’istituzione musicale come il Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia ed è importante sottolinearne l’eterogeneità per età e competenze, l’allieva più giovane ha quasi nove anni e la più grande, neo diplomata, ha ventitré anni.
Esigenze e abilità diverse quindi, che non rendono facile un percorso comune! Ma, per fortuna, con la musica si può, dice un famoso pedagogista.

Alla musica “fatta insieme” è ormai riconosciuta l’importanza curricolare per un completamento della formazione musicale e questa buona pratica è tanto più efficace, secondo me, se pensata come una sorta di laboratorio.
Un Laboratorio con annesso tutto un sistema di relazioni, umane e artistiche che permette di fare, ascoltare, capire non senza consentire di sviluppare anche la musicalità individuale e di promuovere l'integrazione.
Del resto, la pratica musicale d'insieme pone il giovanissimo, quanto l’adulto, in relazione consapevole e fattiva con altri soggetti.


A questo proposito: come è avvenuta la scelta del repertorio e degli arrangiamenti

Dal 2008 il nucleo originario dell’Ensemble ha iniziato un primo ciclo di incontri e quasi da subito ho sentito l’esigenza di dover rendere partecipi anche gli allievi più giovani e per farlo ho adeguato una parte del repertorio.

La scelta del repertorio è caduta sulla danza per motivi “obbligati”, almeno inizialmente. La danza ha per sua natura elementi facilmente assimilabili come la struttura lineare e circolare, la melodia orecchiabile e reiterata, l’armonizzazione caratteristica ma accessibile e semplice e, non ultima, l’incisività e regolarità ritmica che offre uno spunto straordinario dal punto di vista didattico.
Man mano che il repertorio cresceva mi sono resa conto che diversi brani offrivano anche importanti spunti per trattare della storia e diffusione dell’arpa:
per i ragazzi è stata una bella sorpresa  scoprire quanto il proprio strumento sia amato e conosciuto e per i più grandi è stata una piacevole verifica pratica di quanto appreso sui libri!

Alcuni brani sono stati eseguiti con adattamenti originali per piccolo ensemble mentre i restanti sono stati da me arrangiati tenendo conto, naturalmente, dei diversi livelli tecnico-espressivi dei componenti ma sempre pensando di salvaguardare un effetto “orchestrale” e un inserimento delle linee che rispettasse al massimo il discorso e lo spirito musicale originario.
Non sono mancati piccoli “divertissiment” nell’uso di effetti come l’arpa preparata e vari timbri percussivi. In alcuni pezzi ho voluto anche la presenza di altri strumenti come il flauto, le percussioni etniche, il violino e il violoncello per arricchire ulteriormente la gamma timbrica e rendere più incisivo l’elemento ritmico di alcune danze. Nella Tarantella di Armento, repertorio viggianese, una sorta di bordone è stato affidato ad uno strumento raro e straordinario  come la lira calabrese, arcaico strumento ad arco.

Come si evince dal retro copertina, i 20 brani sono sostanzialmente tratti dal repertorio popolare con una prevalenza di repertorio nordico cosi detto celtico, sudamericano, tirolese, viggianese - come repertorio di tradizione arpistica. Non manca un’incursione “storica” nelle danze rinascimentali come anche una importante presenza di classica con la Jota di Granados, la Danza Slava n° 7 di Dvorak e la sfida (perché di questo si è trattato!) del coro delle Zingarelle dalla Traviata di G. Verdi.

 Incanti D'arpe durante un concerto estivo a Cava De Tirreni


Conclusioni

Mi piace pensare a questa esperienza come un’occasione per rivalutare l’interprete musicista che sperimenta repertori di tradizione colta ed extra colta e ri-crea anche attraverso gli arrangiamenti.
Del resto, se l’obiettivo centrale della formazione musicale deve essere l’inserimento del giovane in un ambiente professionale, bisogna pur tener conto che questo “mondo” è molto più sfaccettato e complesso che nel passato e che oggi tendono a scomparire i confini tra musica “accademica” e gli altri linguaggi.
E’ bello fare musica con i propri studenti e offrire loro l’occasione di fare musica insieme condividendo la passione, gli obiettivi, l’esperienza in una completezza che solo l’esperienza estetica è in grado di fornire.

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