Ci sono tanti tanti spunti in questa mail che ho ricevuto che la risposta la voglio dare per così dire "in diretta"!
Ciao Rosangela,
ho visto il post sulla mano sinistra e relative discussioni, che sono davvero molto interessanti.
Io ho una richiesta da farti, che magari può essere lo spunto per un nuovo post quando avrai tempo: tutti i metodi che ho visto quando parlano della mano sinistra si limitano a dire "mettila come la destra, che tanto è uguale".
Questo non è esattamente vero per chi guarda la cordiera suonando, perchè ovviamente le due mani sono poste una di fronte all'altra e sono quindi speculari: tu che suoni non vedi la destra come la sinistra e di conseguenza non riesci a controllare bene la situazione: suonando, vedi il dorso della mano sinistra ma non vedi bene la posizione delle dita, se sono bene arcuate, se tendi a 'schiacciarle' sulle corde etc.
Con il pianoforte la sinistra dà sempre problemi nell'impostazione…, ma per lo meno la vedi esattamente come la destra, cioè dall'alto e per risolvere i problemi di postura basta sistemare un piccolo specchio sul piano, a fianco della tastiera, per avere sotto controllo la situazione.
Con l'arpa ho provato a riprendermi mentre suono con la videocamera del PC e a mettere a confronto la posizione della mia mano sinistra con i video che vedo in rete, ma ovviamente in questi non c'è una attenzione particolare per la sinistra e quindi si fatica a capire come stanno esattamente le cose….
La mia richiesta è quindi questa: puoi postare un video (o qualche foto) in cui esegui un brano o anche dei semplici esercizi SOLO con la MANO SINISTRA, magari da diverse angolazioni?
….
NON CI SIAMO!!!!
Faccio una premessa.
Quando aprii Blogarpa tre anni fa le speranze che le nuove tecnologie potessero aiutare l'apprendimento di uno strumento a distanza erano molte. Io stessa credevo che si potesse insegnare a distanza attraverso una web camera…
Oggi la penso diversamente.
Il blog ha dato alcuni interessanti risultati, ma sono rimasti alcuni principi inossidabili tra i quali quello che nessuna tecnologia odierna e futura potrà mai sostituire il rapporto diretto tra allievo e insegnante (e per esteso anche i rapporti tra esseri umani in senso generale! Ma questa è un'altra storia).
Il web può dare una mano ad avvicinare chi ha una curiosità con le fonti adatte; può avvicinare un neofita ad uno strumento insolito e ancora poco conosciuto come l'arpa; può permettere di aprire orizzonti di studio e di musica mai prima d'ora immaginato…
MA
Imparare dal nulla a suonare uno strumento sbirciando attraverso l'obbiettivo di una macchina fotografica o di un video non accorcia le difficoltà. Anzi, sono quasi sicura che le amplifica.
Gli adulti poi sono gli allievi peggiori in questo senso, perché pensano troppo e imitano poco.
Sono sicura che i musicisti di tutte le epoche, esclusi solo quelli di quest'ultimo secolo (parlo del '900 terminato e della prima decade del 2000), passavano il loro tempo ad osservare il proprio maestro suonare e ad imitare senza porsi troppo domande di natura anatomica.
Quando molti musicisti hanno cominciato a scrivere tomi e tomi di manuali didattici si sono convinti che la musica e il suonare la si debba imparare bene e solo in modo accademico.
Migliaia di ragionamenti scritti; radiografie dettagliate di ogni singolo movimento per evitare che si prendano posture errate…
Avete mai sentito dal vivo cosa riusciva a suonare e che emozioni trasmetteva quel "diavolo" di Michel Petrucciani con quel suo corpo improbabile?
Non sapete che vi siete persi!
Allora alleggeriamo il tutto!
Un po' di sana impostazione e un po' di tecnica sono sicuramente indispensabili.
Farsi venire il mal di testa per sapere di quanti millimetri si dovrebbe spostare il dito sulla corda non fa parte del fare musica.
Credo che l'arpa sia in assoluto uno tra gli strumenti più difficili.
Le dita dell'arpista devono sfidare la forza di gravità pizzicando le corde poste in verticale mentre le mani e le braccia stanno sospese e perennemente in movimento.
Avete presente un funambolo posto in cima ad una fune a trenta metri da terra senza nessuna rete di protezione? Ecco! UGUALE!
Poi ci sono i funamboli dotati, che sono nati per quello… ma gli altri?… Ore e ore d'allenamento. (certo, se uno soffre di vertigini deve farci un pensierino se è il caso di insistere...).
Credete che per imparare ad andare sulla fune facciano ore e ore di ragionamenti e leggano tomi e tomi di manuali?
Non credo proprio. Stanno tutto il giorno ad osservare il maestro e ad imitarlo andando su è giù per l'aria. Magari all'inizio la fune è a 50 cm da terra.
Poi si sale piano piano.
Mamma come sono prolissa…..Ora basta!
Le due mani sull'arpa stanno una da una parte e una dall'altra della cordiera.
L'arpa appoggia al nostro corpo in modo asimmetrico: appoggiata alla spalla destra la vostra mano destra è più vicina alle corde e la sinistra è più lontana.
La destra inevitabilmente appoggia o sfiora la tavola armonica (e non è detto che sia sempre un vantaggio…).
La sinistra, invece, volteggia nell'aria, perché se il polso si appoggia sulla tavola armonica vuol dire che state suonate le corde troppo in basso vicino alla tavola armonica dove il suono è più nasale e meno bello. La mano sinistra può e deve suonare per tutta la cordiera, pizzicando corde molto grosse dei bassi e corde finissime degli acuti.
La mano sinistra poi, per chi non è mancino è sempre un po' lenta ad apprendere.
Detto questo non credo che valga la pena rendergli la vita ancora più difficile. Anzi, cerchiamo di semplificare.
Troviamo le analogie tra le due mani e poi, una volta che la sinistra è svezzata troverà da sola la sua dimensione.
Analogie!
Le diteggiature sono numerate allo stesso modo.
I pollici sono leggermente più alti delle altre dita.
Le dita pizzicano le corde con una parte del polpastrello e si chiudono verso i palmi della mano.
State sempre con le mani e le braccia di fronte al gruppo di corde che dovete suonare in modo che le vostre dita non facciano fatica a raggiungerle.
Mi suggerisce Padre Mattia: "Mi pare che l’input giusto sia quello della Woods: la posizione è uguale, soltanto il palmo della sinistra guarda appena un po’ di più verso il basso (altrimenti le dita non hanno spazio per muoversi)."
E poi suonando e imitando il vostro insegnante, in modo da non prendere delle posizioni davvero impossibili, vedrete che "Le mani si adattano in base a cosa suonano e su quali corde suonano".
Invece di preoccuparvi di guardarvi troppo le mani abituatevi ad ascoltare con le orecchie il risultato e a "sentire" la sensazione che il movimento stesso vi trasmette.
Non dimentichiamoci che la maggior parte degli arpisti irlandesi del 1600 e del 1700 erano ciechi! Ma con le orecchie ci sentivano benissimo.
Se vi sentite troppo in bilico e le mani sono insicure le cause sono:
1) Dovete ancora suonare quel passaggio perché non è ancora diventato familiare e lo diventerà con il tempo. Quanto tempo?...Questa è una domanda da un milione di dollari. Dipende da quanto è stata buona la natura con voi; da quanto studiate, da come studiate; dalla buona qualità della vostra guida (se vi piace come suona è già qualcosa)…
2) Dovete suonare lentamente, più lentamente. E non si dice mai troppo lentamente… Ho detto a pochissimi allievi di suonare più veloce… ma a tutti di rallentare ed essere più precisi con il ritmo…
3) Non pestate sulle corde, perché più tirate e meno siete stabili. Le dita rimbalzeranno sulle corde e voi non saprete più dove aggrapparvi (e il suono non sarà una meraviglia). Quando avrete raggiunto un buon grado di controllo sui movimenti potete dedicarvi a trovare il suono più bello e le sfumature che più vi aggradano.
Bisogna soprattutto avere pazienza: per raggiungere la perfetta consapevolezza dei propri movimenti e della posizione bisogna suonare parecchio. Continuando ad insistere sotto la guida attenta di un buon insegnante "dal vivo" col tempo si acquista la propria posizione e la propria manualità.
Nessuna mano è uguale all'altra, nessun corpo è uguale all'altro, nessuna testa è "piena" allo stesso modo.
Ragionate di meno e suonate di più!!!
E per oggi penso che basti!
Buon lavoro!
p.s. Forse, visto lo sviluppo della robotica, per insegnare ad un robot a suonare l'arpa, lì si che ci sarà bisogno di calibrare tutto al millesimo….Poveri ingegneri!
Splendido post, Rosangela, perchè risponde a molte domande che forse io stesso ti avevo inviato all'inizio. E soprattutto dà una risposta corretta: suonate!
RispondiEliminaIo ho trovato utilissimo correggere, più che le mani, il modo di stare seduti. Quando ho imparato a non accasciarmi sullo strumento, e a regolare la sedia alla giusta altezza, le mani si sono quasi aggiustate da sole. Anche la stanchezza per me è stato un ottimo campanello d'allarme: pretendere di suonare un intero brano con il pollice tiratissimo come suggerito dal Grossi era una tortura, per me e per gli ascoltatori.
Per il momento le cose vanno bene. Molto probabilmente non potrei presentarmi a concorsi internazionali, ma sono abbastanza soddisfatto... sempre in attesa di riuscire meglio in certi riposizionamenti.
Grazie ancora!
Mi permetto di intervenire, da neofita, quindi molto ignorante sull'argomento, però arpista "in potenza"... Stiamo parlando comunque di "fare musica", in qualche modo, no? Quindi non si tratta di una gara sull'estetica delle posizioni... Penso che se l'impostazione iniziale è corretta, poi ognuno, inavvertitamente la fa "sua" in base alle proprie caratteristiche fisiche. Ho suonato un po' di basso elettrico e mi veniva naturale, con la mano sinistra, usare medio e anulare uniti, come un solo dito sullo stesso tasto... e cercavo di correggermi... Poi un bassista molto bravo mi ha detto che quella era l'impostazione classica per suonare il contrabbasso... E io ho pensato: caspita!... Guardando il video di AnnaLee Foster, nel mese di maggio, mi pare di notare un'impostazione molto personale... l'Arpa bassa sulla spalla e la mano sinistra a tratti quasi distesa... però suona benissimo!
RispondiEliminaPer cui Rosangela è sempre grande: occorre usare meno cervello e più cuore... pensare meno e suonare di più...
Buona arpa a tutti
Lorenzo
Bellissimo post e un grazie ho una
RispondiEliminaDomandina:
Suonando su di una bradica (almeno per il momento) tendo a non tenere in linea il braccio con la mano ma a piegarlo troppo verso il basso e ruotare il polso, questo poerchè non riesco (penso) a vedere bene le corde (come citi bene tu sopra).
Come si può porre rimendio? poichè non mi è facile raddrizzare il braccio, le dita mi prenderebbero una posizione strana e non controllo più il tocco sulle corde.
Esiste un qualche esercizio un po' melodico che non sia il solito scioglidita della Maria Grossi?