lunedì 15 ottobre 2018

Clair de Lune di Debussy all'arpa



Finalmente mi sono decisa a studiare Clair de Lune di Debussy.

È uno dei brani per pianoforte di Claude Debussy più ascoltati e piace un sacco anche a mio figlio. Poi, in effetti, suonato all'arpa è altrettanto bello che sul pianoforte.
In casa avevo la trascrizione per arpa di Victor Coeur (1882 – 1956) e così ho iniziato a studiare quella.

A mano a mano che studiavo ho cominciato a farmi delle domande. Quando si studia una trascrizione sarebbe meglio confrontarla con l’originale.
In questo momento il mio studio è già troppo avanti per poter tornare sui miei passi e scegliere di suonare l’originale, un’altra trascrizione o farne una io, però le domande me le sono fatte lo stesso e cercare le risposte mi ha portato ad una serie di scoperte interessanti.


In questo periodo, tra l'altro,  ho avuto anche l’occasione di ascoltare una trasmissione radiofonica su RAI TRE (che potete ascoltarvi in podcast) condotta da Alfonso Alberti dedicata ad un brano di Debussy, La cathédrale engloutie, e ho scoperto delle cose interessanti.


Vediamo di dare un po’ d’ordine a questo racconto.

Mentre stavo studiando e sentivo un po’ di frizzii di pedale in alcuni passaggi ho voluto ascoltare le versioni di alcune arpiste famose più giovani e meno giovani che si trovano su You tube: Amy Turk e Stasa Mirkovic Grujic.

Amy Turk smorza con la sinistra pulendo il passaggio dei pedali mentre Stasa Mirkovic Grujic non lo fa ma i pedali non si sentono.

"Poco male, mi sono detta, devo studiare con più attenzione e la cosa si risolverà."

Ma intanto, ascoltando diverse proposte su you tube,  ho notato una grande differenza nella scelta del tempo.

Per esempio Amy Turk fa durare il brano 6,06 minuti e Stasa 4,38!!!!!

Allora mi son detta: “vai ad ascoltare qualche pianista esperto di Debussy” e trovo una splendida interpretazione dal vivo di Bruno Canino. Lui la esegue in 4,30 minuti!!!!


Allora mi è venuto in mente che nella trasmissione RAI, Alberti parla di un particolare passaggio nello spartito della Cathédrale engloutie che nella registrazione a rullo di Debussy è suonato diversamente da come è scritto dal punto di vista del cambio di tempo.
Mi si accende una lampadina: “Registrazioni di Debussy? Caspita andiamo a cercarle e vediamo se c’è anche il chiaro di luna!!”
Si. c’è! Ma ecco che scopro un’altra cosa interessante. Il Maestro registrò una serie di performance con un macchinario chiamato Welte-Mignon su rotoli a Parigi prima del 1° Novembre 1913.


Di I, KarlKunde, CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=2263572












Il Maestro era molto entusiasta per la qualità della riproduzione e lo confessa in una lettera a Edwin Welte: “È impossibile raggiungere una maggior perfezione della riproduzione di quella dell'apparato Welte. Sono felice di scrivere in queste righe del mio stupore e ammirazione per quello che ho sentito. Distinti saluti, Claude Debussy.”

La registrazione di Debussy è di 3,50 minuti.




Le registrazioni dei primi grammofoni e quelli dei vinili 78 giri hanno un risultato riguardo al tempo un po’ dubbio: molti di questi sembra che vadano un po’ più in fretta dell’originale. Succede la stessa cosa per questi pianoforti a rullo?


Sono andata un po’ alla ricerca di notizie sui pianoforti a rullo. La registrazione su schede pare sia molto accurata e riproduca ogni minima variazione del tempo. Qualcuno dice che siano fedeli anche le dinamiche, ma su questo punto non sono tutti concordi. Rimaniamo allora solo sul tempo. L’interprete suona su un pianoforte particolare che, non so come, incide il rullo perforato di carta.
Nella riproduzione di ogni rullo si indica il tempo di metronomo che deve essere rispettato e sono molto fedeli anche gli eventuali rubati che sono stati incisi con la massima precisione dalle mani degli esecutori. Erano tanto fedeli rispetto al parametro tempo che molta musica per danza che veniva incisa per le scuole di ballo andava “sistemata” dopo la registrazione affinché fosse ancora più precisa di un’esecuzione umana!


Data per scontata quindi la fedeltà di registrazione dell’autore stesso, noto che molti pianisti e arpisti tendono a suonare questo brano più lento, sgranando le frasi che diventano forse molto sognanti ma assolutamente slegate tra loro. Questa è una mia opinione, ma forse non lontana a ciò che l’autore voleva. Tra l’altro suonandola molto lenta, sull'arpa si rischia di perdere il senso delle frasi che Debussy traccia coi legati e si notano meno le note del basso che sono evidenziate in alcuni passaggi da valore di metà o tratteggiate (soprattutto da battuta 51 alla ripresa del tema a 59). 
Una nota centrale che scende nel basso per gradi congiunti e si deve sentire insieme alla melodia degli acuti. Più lento esegui il passaggio e meno riesci a far notare questa linea.
D’altro canto, la dicitura del tempo iniziale non è Lento o Adagio, ma Andante très expressif!


Altro particolare interessante che ha a che fare col tempo arriva nella sezione dove Debussy indica Calmato. Arriva dopo la sezione di crescendo e animando che culmina con l’unico Forte del brano a battuta 41.
Mentre lo studiavo non riuscivo proprio a cambiare tempo. Solo il piano improvviso, ma non un cambio di tempo. Ho sentito che Debussy fa proprio così: non cambia tempo.

Ecco che mi è tornato in mente che l’Alberti nella sua dissertazione su Rai tre dice di un punto ne La cathédrale engloutie una cosa analoga: anche lì Debussy scrive una cosa e ne esegue un’altra. Se l’ha fatto una volta perché non anche qui nel Clair de Lune?

Altra dimensione da considerare è la tonalità. La tonalità dell’originale per pianoforte è in Re bemolle maggiore con la parte centrale che modula in mi maggiore.
La trascrizione di Victor Coeur e di molte altre di altri arpisti è in Re maggiore.
Anche per questo aspetto, per fare un bel lavoro, avrei dovuto confrontare diverse trascrizioni, ma per ora ho solo questa di Coeur e siccome ho già iniziato a studiarla temo che rimarrà quella nelle mie dita. (vedi importanza dell’imprinting nella fase iniziale dello studio: tema per un altro post!)

Ma voi che ancora non l’avete studiato valutatene altre.;-)

In commercio ci sono quelle di Carlos Salzedo, Marcel Grandjany, Yolanda Kondonassis, Cristian Passerini, etc ma non so che tonalità abbiano scelto…
Non sono sicura che ci sia una trascrizione di Henriette Renié, perché, in tal caso sarebbe molto interessante, visto che fu lei a fare il lavoro di trascrizione delle Danze Sacre e Profane dall'arpa cromatica a quella a pedali. Per certo so che la Renié ha trascritto tra i brani per piano di Debussy i primi due Arabesque, En Bateau, e il Notturno in re bemolle.


Torniamo al tema: la tonalità originale di Clair de Lune. In Re bemolle. In una lettera di Debussy al Dr. Pasteur Valery dice che per lui le tonalità coi bemolli sono Blu!

Se per il maestro hanno un fascino particolare le tonalità coi bemolli e scrive questo brano coi bemolli sarebbe bello farlo così anche sull'arpa. In effetti le vibrazioni sono notevolmente più sognanti e ricche di armonici coi bemolli. La parte iniziale da suonare in re bemolle anziché in re maggiore come nella trascrizione di Coeur è fattibilissima. È un po’ più impegnativa la parte centrale dove modula in mi maggiore, mentre nella trascrizione di Coeur diventa in fa maggiore.


Non ho avuto il tempo di sperimentare io stessa la fattibilità, ma ho letto su HARP Column che un’arpista la suona esattamente come nell'originale:

emma-graham ON DECEMBER 22, 2016 AT 4:15 PM#199045 Originale per piano
I play the original! My mum had the piano music so I just learned it from that. I have never looked at the harp versions but I’m guessing the pedalling is easier. Even though I don’t have perfect pitch it’s one of the very few pieces that just sounds “wrong” to me when not in the original key.
Nelle varie trascrizioni ci sono poi da confrontare la scelta delle diverse diteggiature dalle quali si può vedere le migliori musicalmente e le più adatte alle vostre mani. Per inciso, io ho adottato quasi tutta la diteggiatura di Victor Coeur, ma non totalmente.


Per finire gli armonici. Debussy li usa in tutte le sue composizioni dove usa l’arpa e quindi molti arpisti iniziano la melodia Clair de lune con i doppi armonici e nelle ultime due terzine finali. A me non piacciono.
Preferisco suonare le note reali perché mi sembra rendano le frasi più omogenee.
Ho sentito che anche Isabelle Moretti e Xavier de Maistre non fanno gli armonici. Molti altri fanno gli armonici.
Scegliete voi.

Posso dire che questo brano trascritto per arpa perde poco della sua originale bellezza e sono convinta che anche a Debussy non avrebbe dato fastidio sentirlo suonato all'arpa.

Molti si chiedono come mai Debussy abbia usato l’arpa nelle su composizioni orchestrali ma ha scritto solo tre brani da camera per arpa (Danze comprese) e niente per arpa sola. Ho letto la tesina di Eleonora Pellegrini (che trovate sul sito dell’associazione italiana dell’arpa) dove si leggono alcuni spunti interessanti, ma molti sarebbero ancora da approfondire.

Una mia personale convinzione è quella che molti pianisti compositori nel corso dell’ottocento e soprattutto del novecento hanno scritto poco per arpa a pedali perché, forti sperimentatori sul loro strumento, non potevano certo ottenere facilmente gli stessi risultati su uno strumento che all'apparenza sembra così vicino al loro ed è invece assai diverso e non solo per i pedali ma anche per il risultato sonoro e timbrico assolutamente diverso.
Per non parlare poi del fattore economico: quanti arpisti compravano musica in confronto ai tanti pianisti?
Molto spesso ci si dimentica che anche nel passato come nel presente non è solo l’arte e l’ispirazione che muove gli artisti nel loro lavoro ma anche la cosiddetta “michetta di pane”!!!

Molti apristi compositori hanno invece preso molti spunti dall'opera di Debussy e hanno fatto lavori ispirati dalle sue composizioni per pianoforte sapendo sperimentare sul proprio strumento. Tre esempi tra gli altri: Tournier con Images, Salzedo coi Preludes, Grandjany con imitazioni di Arabesque e via via di seguito.


Xavier De Maistre





p.s. Naturalmente chi ha notizie interessanti e meglio dettagliate o idee diverse sull'argomento mandi messaggi che pubblicherò qui sotto!


1 commento:

harpo ha detto...

A proposito della frase "Amy Turk smorza con la sinistra pulendo il passaggio dei pedali mentre Stasa Mirkovic Grujic non lo fa ma i pedali non si sentono." vi dico che i passaggi dove si spostano il Fa il Do da diesis a bequadro e viceversa si possono fare gli omologhi Mi e si Diesis e non ci sono più problemi di frizzi e sbavature. Ho provato e funziona! ;-)