lunedì 11 maggio 2015

Fantastica inversione di tendenza: poco ma buono!



Ho scoperto, tramite un ascolto radiofonico fortuito, sabato sera mentre tornavo a casa in auto questa novità: Spira Mirabilis.

Che non è il logaritmo, ma un'associazione musicale che ha come progetto quest'idea che riassumo qui sotto, ma che trovate con più dettagli esposta nel loro sito.

Un gruppo di musicisti professionisti che si incontrano per un numero di prove sufficienti a creare un'interpretazione per così dire “democratica” della partitura scelta, senza l'ausilio di un direttore d'orchestra.

Il 5 maggio hanno eseguito al Teatro del Giglio di Lucca la Nona sinfonia di Beethoven. Forse una scelta un poco esagerata, ma mi sarebbe piaciuto assistere al concerto.


Spira Mirabilis è un progetto intellettualmente avanzato e sofisticato, tuttavia facilmente accessibile. Anche chi non ne è conoscitore può apprezzare la passione per la musica cameristica e sinfonica e i valori fondanti dell’esecuzione senza direzione: approfondimento, ascolto, democrazia, integrazione.

Le esecuzioni dei giovani componenti di Spira Mirabilis sono avvincenti e coinvolgenti. La musica classica ci arriva per mano dall’entusiasmo di ragazzi che spingono la metafora dell’orchestra al punto più alto, non smettendo mai di osservarsi, sorridersi e interagire, tra di loro e con il pubblico.

...creare insieme il nostro invisibile direttore ideale. Stiamo costruendo passo dopo passo un modo comune di leggere il testo musicale (la scrittura musicale ha poco di oggettivo: è "suggestiva") ed un'identità forte abbastanza da rifiutare le idee che ne intacchino la coerenza ed elastica abbastanza da includere quelle (tantissime!) che ne arricchiscano e colorino la sostanza. La ragione per cui ci prendiamo il tempo di formare questo "pensiero collettivo", è che pensiamo valga la pena ascoltare qualcosa che sia il prodotto di molti cervelli e cuori al lavoro, invece del pensiero di una singola persona che guida un gruppo di musicisti.

Il concerto finale di ogni progetto di Spira Mirabilis é condivisione di un percorso di studio.



Dal sito:
Il concerto come condivisione
Spesso diciamo al pubblico che per noi il concerto è solo un piccolo pezzo di un puzzle ben più grande. Non lo pensiamo come un punto di arrivo ma come l'istantanea di un passaggio della nostra crescita e maturazione.
Condividere quest'istantanea significa condividere la nostra visione: essere musicisti nel modo più appassionato ed impegnato. Spira mirabilis non nasce da un indeterminato bisogno del pubblico: Spira mirabilis condivide con il pubblico le ragioni per cui esiste, e, facendo questo, porta con sé il pubblico coinvolgendolo e rendendolo parte attiva della propria esperienza.


Non sono rimasta affascinata tanto dal fatto che ci sia o no il direttore d'orchestra, ma dalla voglia di approfondire una partitura coinvolgendosi in maniera totale per il semplice gusto d'imparare e migliorare.
Sono rimasta affascinata dal fatto di portare in concerto un solo brano, cosa che macinavo io stessa da tempo, in modo che anche il pubblico si possa concentrare sul quel brano e non assistere ad un concerto mostra dove è importante confrontare la lista del programma con un celo, celo ...manca!!!(che celo sta per ce l'ho!). Chiaro che la Nona Sinfonia di Beethoven è già sufficiente a riempire un concerto, ma i musicisti della Spira Mirabilis, fanno lo stesso anche con altri brani sia sinfonici che da camera.

E che anche il musicista o i musicisti non siano costretti ad offrire, come in un mega supermercato o in uno show televisivo spazzatura, diversi brani/prodotti d'epoca, carattere e tecnica diversissimi tale da non farti dormire la notte per portare a casa una figura decente o un'esecuzione perfetta da circo e lasciarti comunque l'amaro in bocca per non essere alla fine soddisfatta di nulla.

Uno dei criteri che si usa spesso per creare un programma da concerto è quello museale: si va alla ricerca, spigolando nel repertorio, di rappresentare più o meno degnamente le epoche passate e quelle meno lontane per creare una vetrina che faccia risaltare lo strumento o lo strumentista. Così facendo si rischia di fare davvero un catalogo per tutti i gusti, ma alla fine del concerto poco rimane agli esecutori e forse anche agli ascoltatori.

Credo che da questa idea se ne possa trarre degli spunti.


http://www.spiramirabilis.com/


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