sabato 19 marzo 2011

Quando agli arpisti piaceva "la sinistra"


 














David play the harp: Jan de Bray (b. ca. 1627, Haarlem, d. 1697, Haarlem)

Attenzione!!! Non è un articolo di politica. Anche perché non me ne sono mai occupata pubblicamente e non desidero iniziare ora.
Il punto è un altro: perché gli arpisti celtici antichi suonavano con l'arpa appoggiata alla spalla sinistra?
Molti dipinti medioevali e di epoche più tarde raffigurano gli arpisti che suonano l'arpa appoggiandola sulla spalla sinistra e suonano le note gravi con la mano destra e quelle acute con la mano sinistra.
Il famoso O'Carolan vissuto alla fine del 1600 suonava in questa posa; ed Denis Hempson, il più vecchio arpista che partecipò al festival di Belfast nel 1792, utilizzava ancora quella posizione.




Il motivo potrebbe essere semplice. Nelle antiche arpe medioevali che conosciamo attraverso le miniature dei Salteri o da dipinti e bassorilievi dell'epoca, lo spazio tra la tavola armonica e la mensola nel registro acuto era assai ridotto essendo la mensola molto spessa. Quindi le corde acute risultavano più accessibili se suonate sul lato esterno (lato dove le corde sono tese). La mano sinistra le poteva raggiungere più agevolmente con l'arpa appoggiata alla spalla sinistra, in modo che la mano fosse già vicina alla cordiera senza dover attraversare il petto per raggiungerle. Le tre più antiche arpe storiche che ci sono pervenute ben conservate (Brian Boru, The Queen Mary e The Lamont) anche se sono già più recenti (datate tra il XIV e il XV secolo) conservano ancora molto dell'aspetto medioevale. Osservando quelle tre arpe ci si rende conto del poco spazio a disposizione per la mano nelle registro acuto.
Dai dipinti dell'epoca però l'arpista non veniva sempre raffigurato con l'arpa sulla spalla sinsitra e pur ammettendo la libera interpretazione dei pittori, può darsi che i musicisti scegliessero la loro postura liberamente.
Con l'evoluzione della tecnica costruttiva le arpe aumentarono le loro dimensioni e venne mano mano assottigliato lo spessore della mensola così che le corde acute divennero accessibili anche sul lato destro dello strumento. A questo punto è possibile immaginare che gli arpisti abbiano preferito invertire le due mani per avvicinarsi a ciò che succedeva nella tecnica delle tastiere (organi, spinette, virginali e clavicembali), e cioè suonare con la mano destra le note acute e con la mano sinistra i bassi. Tanto più che si prese l'abitudine di suonare all'arpa il repertorio scritto per clavicembalo. Nonostante ciò ancora nei dipinti tra il '600 e il '700 l'arpista continuava ad essere raffigurato in tutte e due i modi.

 
Francisco de ZURBARÁN The Adoration of the Shepherds 1638
Sicuramente l'arpa a pedali, ormai molto grande e con il registro acuto sufficientemente ampio, non fu mai suonata appoggiata alla spalla sinistra. L'influsso della tecnica clavicembalistica e poco più tardi l'evoluzione del pianoforte ebbe una notevole influenza sia sulla didattica che sul repertorio arpistico.
Oggi si trovano arpisti celtici che vogliono riproporre l'antico modo di suonare. Se usano copie delle prima arpe medioevali, il motivo è assolutamente pratico. Non conosco invece quali siano le motivazioni (musicali o pratiche) che spingono gli arpisti a suonare nel vecchio modo su arpe celtiche moderne dove la cordiera è assolutamente accessibile in tutta la sua estensione. Forse è la nostalgia del passato che si immagina sempre migliore del presente!


Inviato da Harpo il Gio, 01/03/2008

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