domenica 16 gennaio 2011

Ann Fierens e le sue arpe a movimento semplice



Inviato da Harpo il Mar, 10/21/2008

Ann Fierens

Conosco Ann Fierens in occasione di un suo concerto dedicato alle arpe antiche ed inserito nella settimana del master estivo che si è tenuto in agosto da Anna Loro e Elisabeth Fontane-Binoche a Chiari in provincia di Brescia. Nativa di San-Nicola (Belgio), Ann è una ragazza spigliata e simpatica. Conduce il concerto raccontando tra un brano e l'altro notizie storiche e aneddoti e traducendo simultaneamente dall'italiano al francese il racconto per coinvolgere anche le ragazze francesi presenti al corso. Suona su una bellissima arpa Erard a movimento semplice alcuni brani del repertorio arpistico settecentesco con abilità e leggerezza. Dopo il concerto ci conosciamo brevemente e ci diamo appuntamento via e-mail per questa intervista.


Anche con lei, come con le precedenti interviste apparse su blogarpa, voglio iniziare con la fatidica domanda: perché mai hai studiato l'arpa? Come hai conosciuto questo strumento?

Volendo darmi un’educazione completa, mia madre mi spinse ad andare alla scuola di musica a 6 anni. Siccome non avevo mai sentito uno strumento musicale dal vivo, non seppi che scegliere e decisi di suonare lo strumento che entrando nella scuola mi sarebbe piaciuto di più: fu il pianoforte. All’inizio non andò bene per niente, ma pian piano ci presi gusto ed a 14 anni suonavo un brano di Debussy. Per comprendere meglio questo brano la mia insegnante mi suggerì di ascoltare altra musica di Debussy. Così scoprì “Les danses sacrée et profanes” per arpa ed orchestra ad archi. Riversai la musica su una vecchia cassetta e l’ascoltai fino a rompere quel nastro; mi piacque troppo il suono dell’arpa.

Com'è stato il tuo corso di studi musicali: a che età hai iniziato e dove hai studiato?
A 6 anni ho iniziato lo studio del pianoforte in una scuola di musica del paese dove abitavo. Dopo essermi innamorata del suono dell’arpa, ho cercato una scuola dove si potesse imparare a suonare l’arpa. Dovetti andare un po’ più lontano e continuai entrambi i corsi fino a 18 anni. Poi ho lasciato perdere il pianoforte e dopo la scuola secondaria ho scelto di proseguire lo studio dell’arpa nel Conservatorio di Gent (Belgio) con Arielle Valibouse. – In Belgio il conservatorio è un’istituzione simile all’università che dura 5 anni - Siccome il Belgio è un paese piccolino cercavo un ambiente più competitivo che trovai all’Istituto delle Arte di Utrecht (Paesi Bassi) dove studiai nella classe di Erika Waardenburg. Ci rimasi 6 anni e presi il diploma d’arpa, il diploma d’insegnamento e il diploma di specializzazione come solista.

Quali sono le esperienze musicali che ricordi con maggior trasporto e che ti hanno arricchito maggiormente?

Sono tante le esperienze che mi hanno guidato e mi hanno aiutato a trovare la mia strada personale con l'arpa... Ne racconto alcune..

Avevo ormai deciso di fare la musicista scegliendo lo studio in conservatorio a quello forse più “serio” dell’università, ma ero presa da uno stress terribile tutte le volte che suonavo in pubblico. L’ho superato durante un corso estivo a Gargillesse in Francia; lì l’ambiente era talmente rilassato che il suonare diventava naturale. Ovunque eravamo c’era sempre un’arpa; dopo cena nel ristorante, fuori davanti al castello sotto un albero,... e sempre qualcuno si metteva a suonare. E sentire il suono dell’arpa ha un effetto contagioso... mi mettevo a suonare senza pensare!
Durante i miei studi ad Utrecht, conobbi un periodo nel quale tutto mi annoiava: non capivo come riuscire a suonare lo stesso pezzo due volte di seguito senza addormentarmi. Anche lo studio ne soffriva, mi mettevo con l'arpa davanti alla TV per annoiarmi di meno...
Fu Annemieke Yzerman un’allieva nella mia stessa classe d’arpa che interpretando la sonate di Hindemith mi risvegliò l'entusiasmo.
Mi colpì il suono di un solo accordo tanto che ne rimasi affascinata. Non sentii nient’altro e riflettendo compresi che nel suonare è molto importante cercare un suono particolare che affascina. E' una ricerca difficile e continua, ma così facendo mi annoio solo quando sto dimenticando che “c’est le ton qui fait la musique”. (detto francese: é il suono che fa la musica)

Questo è anche ciò che insegnava il grande Zabaleta che diceva "Curar el sonido" e il suo suono era veramente bello ed espressivo.

Nel 2005 ero in Italia per raggiungere Urbino dove si teneva un corso di musica antica. In quel contesto sentii suonare da Enrico Baiano, Scarlatti sul clavicembalo (per niente il mio strumento preferito..) e fui colpita della quantità di timbri diversi che riuscì a far scaturire dal cembalo. Sembrava addirittura che potesse suonare piano e forte anche su questo strumento. Quindi mi diedi un’altro compito; andare alla ricerca di più colori possibili sull’arpa per poter esprimermi meglio.

Qual é stata la ragione che ti ha spinto a venire in Italia a studiare?

Alla fine del mio percorso di studio nei Paesi Bassi, scoprì l’arpa a movimento semplice ed il mondo musicale del '700 all’ora per me sconosciuto. Insieme ad Erika Waardenburg andai alla ricerca d’un modo “giusto” per suonare questo strumento molto diverso dell’arpa moderna che conosciamo. Arrivammo ad un buon punto ma capimmo che ci voleva qualcuno con esperienza in questo ambito. Andai alla ricerca d’una brava insegnante d’arpa a movimento semplice e conobbi Mara Galassi. Feci l’esame d’ingresso presso la Fondazione Scuole Civiche di Milano ed ebbi la fortuna di essere accettata per fare un biennio di specializzazione.

Parlaci delle differenze tra un'arpa moderna a doppio movimento e quelle antiche a movimento semplice.

L'arpa a movimento semplice fu uno strumento suonato sopratutto dal 1720 al 1830. Oltre ad avere la meccanica diversa da quella a doppio movimento (si trova una spiegazione tecnica a cura di Roslyn Rensch sul mio sito), la costruzione dello strumento è più fragile, e la tensione delle corde è decisamente più bassa.
Lo studio dell'arpa antica, oltre a richiedere un approccio tecnico diverso, ti spinge ad andare alla ricerca d'uno stile interpretativo appropriato alle musiche scritte in quel periodo. Quello che mi ha spinto a lavorare su strumenti antichi è proprio la possibilità di esprimere meglio la musica di un certo periodo storico.

Ciò che io penso è che la musica scritta per Marie-Antoinetta (regina della Francia) nel 1770, non esige solo uno strumento della stessa epoca, ma sopratutto un modo di pensare, di articolare, e di sentire la musica nello spirito del 1770.
Questo si evince leggendo e approfondendo testi dell'epoca; metodi per arpe, metodi di solfeggio, di armonia ma anche libri sulla filosofia, la letteratura e la politica.
E dopo lo studio sui testi bisognerebbe essere capaci di tornare indietro nel tempo, dimenticando le abitudine di oggi e cercando di ragionare come ragionava una persona di quei tempi.
Lì sta - secondo me - la ricchezza del suonare su strumenti d'epoca. Una Louvet fatta a Parigi negli anni 1770 ti fa scoprire un mondo totalmente diverso di un'arpa Erard fatta a Londra dopo la Rivoluzione francese nel 1809!

Tu suoni su arpe antiche o su copie?

Quando stavo studiando e scoprendo la musica scritta nell'epoca classica, trovai in vendita un'arpa Erard del 1829. Non avevo mai visto uno strumento del genere. Fui colpita dal suono, la comperai e felice me la portai a casa: il giorno dopo iniziarono i guai.. Quale corde metto? Come la curo? Come la suono (non ero minimamente capace)?
Nonostante i problemi che incontrati all'inizio, mi sono innamorata degli strumenti d'epoca. Quando posso, suono su uno strumento originale. Per le arpe barocche ad esempio, non credo che sia possibile non servirsi di una copia, (c'è qualche arpa barocca nei musei, ma non ho mai visto suonare nessuno su un'arpa barocca originale) mentre è ancora possibile trovare e acquistare dagli antiquari qualche arpa originale a movimento semplice.

Come si mantengono nel tempo? Per fare la registrazione e mantenere le parti in legno sempre efficienti ci sono ditte specializzate in questo campo?

E' ovvio che sia difficile - per non dire impossibile - trovare un'arpa a movimento semplice in un stato perfetto, pronta a essere suonata. Spesso il legno e la meccanica hanno bisogno di trattamenti e la spessore delle corde da mettere è da calcolare con cautela; delle corde troppo spesse causano una tensione troppo alta sull'arpa che potrebbe far crepare o spaccare lo strumento! Ci sono liutai specializzati che ci aiutano in questo lavoro ed è molto importante rivolgersi a loro!

Come ti regoli per il trasporto delle tue preziose arpe?

Ho una macchina Renault Kangoo senza sedili dietro. C'è un materasso che serve da lettino per l'arpa che trasporto. E questo letto, in macchina mia, c'è sempre. Anche se non trasporto le arpe...
Non c'è bisogno di dirvi che più di una volta ho dovuto spiegare il perché della sua presenza ...
Suoni solo arpe antiche o torni a suonare sull'arpa moderna di tanto in tanto?

E' da tanto tempo che non suono più l'arpa moderna. La differenza tra la tensione di un'arpa moderna e le arpe antiche in genere è così grande che non mi è possibile avere un bel suono su entrambi gli strumenti.

Hai mai provato a suonare con una tua arpa antica in orchestra?

Si certo! Ho suonato in orchestre "barocche" sia come continuista che come solista.
E come ti sei trovata?

Benissimo! Non ci sono stati problemi di volume di suono come ho spesso incontrato con l'arpa moderna. Il suono dell'arpa a movimento semplice è in genere più chiaro di quello d'un arpa moderna e corre meglio anche ad una certa distanza.

Quali sono gli autori che suoni con maggior gusto nei tuoi concerti?

Non ho particolari preferenze e mi piace la ricchezza del repertorio scritto per arpa. Per quanto riguarda il repertorio per arpa a movimento semplice, ogni autore ha il suo linguaggio che cerco di comunicare al pubblico. Jacques-Philippe Meyer è molto raffinato nel suo “gusto”, il romanticismo, il pathos di Krumpholtz mi commuove tanto; l’abilità di Bochsa mi diverte e il virtuosismo intimo di Spohr mi affascina, per nominare solo qualche compositore.

Ann Fierens, oggi vive in Italia, a Firenze, e se volete trovare altre notizie sulle sue arpe potete visitare il suo sito
Da parte mia le faccio un grande augurio di poter portare la sua musica e le sue arpe in giro per il mondo per il piacere di riscoprire la musica e i profumi di un epoca passata ma assai affascinante.

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